venerdì, Aprile 19, 2024
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I primi dati del censimento effettuato da Provincia e «accompagnatori». Individuati una settantina di giovani jearling che hanno già superato un inverno

Sono almeno 400 i camosci che hanno deciso di vivere sul Baldo

«Questa vasta operazione», spiega Claudio Arzenton, consulente faunistico-venatorio al Settore faunistico ambientale della Provincia di Verona ed organizzatore del censimento baldense viene effettuata annualmente, con verifiche anche in altre stagioni, con la collaborazione, per noi assai preziosa, delle associazioni di accompagnatori esperti nella caccia di selezione e dei Comprensori alpini, ovviamente affiancati dalla polizia provinciale. Quest’anno, però, l’iniziativa è stata caratterizzata da un importante elemento di novità, consistente nella stretta collaborazione con la Provincia autonoma di Trento. Per realizzare un monitoraggio più completo e preciso dell’intera area baldense, infatti, i nostri agenti di polizia provinciale hanno lavorato in stretto coordinamento con i colleghi trentini secondo un programma elaborato congiuntamente e che vedrà un ulteriore censimento di verifica in autunno». Le operazioni hanno visto in azione due squadre di osservatori, una impegnata nella parte alta e che ha pernottato al rifugio Barana al Telegrafo ed un’altra che ha invece condotto le osservazioni a quote più basse. La squadra più numerosa, la prima, era composta da circa 25 persone fra accompagnatori esperti nella caccia di selezione e diversi agenti della polizia provinciale con il supporto del Corpo Forestale. «L’accoglienza al rifugio Barana», racconta l’incaricato dal gruppo accompagnatori veronesi per la caccia di selezione, Giorgio Maccacaro «è stata come al solito molto cordiale e ricca d’attenzioni per il nostro gruppo, anche se il rifugio era già affollato da numerosi ospiti. Ci dispiace piuttosto, e ne approfittiamo per chiedere pubblicamente scusa, di aver forse infastidito un po’ gli escursionisti quando ci siamo alzati ad ore antelucane facendo inevitabilmente rumore. Per noi è stata una permanenza piacevole, quella in rifugio, oltre al fatto che ha rappresentato un momento di studio grazie alla lezione preparatoria al censimento tenuta dall’esperto faunista di Trento, Carlo Bertoldi». All’alba, dunque, il manipolo di avvistatori si è suddiviso in una quindicina di piccoli gruppi che si sono distribuiti in altrettanti punti strategici di osservazione mentre nella parte bassa, partiti anch’essi prima dell’alba ma da altri punti-base, prendevano posizione altri gruppi di accompagnatori ed agenti di polizia provinciale. Complice il bel tempo e l’atmosfera abbastanza nitida, gli avvistamenti sono stati numerosi cosicché i dati acquisiti sono stati giudicati nel complesso molto attendibili. Prima di mezzogiorno le operazioni erano concluse e già tutte le schede raccolte dall’Amministrazione provinciale, che le ha poi passate a Marco Zanetti, esperto faunista incaricato dallo stesso Settore faunistico ambientale di effettuare l’esame scientifico dei dati e redigerne la valutazione complessiva. «Prima di fornire un dato ufficiale», ha precisato Arzenton «aspettiamo naturalmente il parere dell’esperto da noi incaricato. Però possiamo anticipare che la popolazione ci è parsa, oltre che numerosa, anche e soprattutto in ottima salute. Inoltre, la presenza di numerosi jearling, vale a dire i giovani all’incirca di un anno di età e quindi già con un inverno alle spalle, indica che questi ungulati si trovano perfettamente a loro agio sul Baldo e trovano ampie possibilità di nutrimento». Si sbottona un po’ di più sul possibile numero effettivo dei camosci sul Baldo Giorgio Maccacaro, basando le proprie considerazioni su basi squisitamente matematiche. «Sul piano scientifico» spiega infatti Maccacaro «è ormai comprovato che il numero di jearling ci permette di ottenere anche quello complessivo moltiplicando per cinque. Quindi, dal momento che gli jearling da noi avvistati nella parte più elevata del Baldo sono stati una sessantina e che a questi ne potranno essere aggiunti con buona probabilità un’altra quindicina fra quelli trentini e quelli che vivono nella parte bassa, ecco che la stima complessiva potrebbe aggirarsi con buona approssimazione intorno ai quattrocento capi». Fra questi, però, bisogna annoverare anche gli esemplari malati o feriti, peraltro assai pochi, e così pure quelli molto anziani. A quest’ultimo proposito è interessante ricordare che sono stati avvistati addirittura alcuni capi fra quelli provenienti dal Gran Paradiso e dall’Argentera, vale a dire liberati più di una decina di anni or sono durante le prime fasi del progetto di reintroduzione sul Baldo di questo animale. «Qualunque sia il numero definitivo», precisa Arzenton «è certo che anche quest’anno verrà dato corso al piano di abbattimento per contenere entro limiti ecologicamente accettabili la popolazione in zona, soprattutto poi se si considera che dei dodici camosci che lo scorso anno erano stati giudicati prelevabili solo per uno di essi si è poi effettivamente proceduto in tal senso. Ad ogni buon conto è da sottolineare che questi censimenti non servono solo per l’osservazione di una singola specie ma consentono anche di valutare più in genere la fauna presente in zona, tant’è che grazia anche alla preziosa collaborazione degli accompagnatori, siamo riusciti a monitorare in parte la presenza della marmotta, dei caprioli e dei tetraonidi, specie per le quali è da ipotizzare nel prossimo futuro un’analoga operazione». Soddisfatto più che mai dell’operazione e, soprattutto, della sinergia instauratasi con la Provincia di Trento, da un lato, e con le associazioni di esperti accompagnatori, dall’altro, l’assessore al Settore tutela faunistico-ambientale Camillo Pilati ha espresso, al termine delle operazioni di censimento, la ferma intenzione di attivare nuovi corsi specifici per gli accompagnatori sviluppando in particolare le fasi di preparazione dei censimenti. «Questi censimenti», sottolinea Pilati «sono essenziali per l’Amministrazione provinciale in quanto sulla scorta dei dati da essi ricavati è possibile emettere razionali ed ecologicamente compatibili piani di abbattimento e, allo stesso tempo, di stringere produttivi rapporti di collaborazione con la vicina Provincia di Trento che, seppure in parte, condivide con noi, sia sul Baldo che in Lessinia, la fauna selvatica».

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