venerdì, Aprile 19, 2024
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Tra Botticino e il basso Garda l’agricoltura è in ginocchio. La Coldiretti: «Le conseguenze si faranno sentire per anni»

Sono stati colpiti 217mila ulivi e quattrocento ettari di vigneti

Agricoltura in ginocchio, si è detto in queste ore. Ma più delle parole, delle espressioni apocalittiche, dicono i numeri. Con l’uragano di sabato notte nei vigneti tra Botticino e il Garda è andato perduto il 90% del raccolto. Sono stati colpiti 400 ettari di vigneti, per una produzione di 40 mila quintali di uva distrutta. Pesante anche il bilancio per l’olivicoltura. Le piante danneggiate dalla grandine sono centinaia di migliaia: gli esemplari colpiti sono 217.859. Al vento 3600 tonnellate di olive, che avrebbero potuto dare oltre 500 tonnellate di olio. Stroncata la commercializzazione dell’extravergine Garda Dop, con danni al comparto olivicolo stimati in 750 mila euro (ma è solo una stima provvisoria). A fornire queste cifre è Gianfranco Comincioli, che parla in veste di sindaco di Puegnago (comune tra i più colpiti) e di vicepresidente provinciale della Coldiretti. «Oltre al danno immediato – spiega – pesa anche quello futuro. Sono state colpite le gemme, le piante sono rovinate, dubito che l’anno prossimo torneranno a produrre in quantità accettabili. Un precedente negativo – spiega ancora Comincioli – è quello della grandinata dell’89: anche allora andò perduto il 100% del raccolto, e l’anno successivo i vigneti produssero al 50% delle loro potenzialità». Che fare? «Quello che correttamente si sta facendo è quantificare i danni e avviare le procedure per l’accesso ai risarcimenti. Dopo lo stato di calamità naturale, che non dubitiamo verrà riconosciuto, si tratta di mettere a disposizione le risorse, ma non è semplice perchè servono tanti soldi. Il guaio – aggiunge Comincioli – è che qui non basta lo stretto risarcimento: bisognerebbe che le aziende agricole fossero aiutate anche in altre forme: ad esempio dilazionando i mutui, con esenzioni e sgravi fiscali. Perchè questa non è un’emergenza del momento: le conseguenze peseranno per anni» . Regione e Provincia, intanto, sono già al lavoro per quantificare gli ingentissimi danni. «Già in queste ore – afferma la vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione, Viviana Beccalossi – le prime impressioni confermano in pieno la gravità dei danni. Non appena la Provincia di Brescia trasmetterà alla Regione la perimetrazione e la quantificazione dei danni, la Giunta Regionale approverà con procedura di urgenza la proposta di riconoscimento di calamità naturale in agricoltura e la inoltrerà al Ministero per le politiche agricole. Sarà perciò possibile, in tempi celeri, intervenire per rimborsare i danni subiti alle coltivazioni e per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate; gli strumenti a disposizione saranno contributi a fondo perduto per i danni più lievi, prestiti agevolati quinquennali per i danni più gravi e mutui decennali per il ripristino delle strutture». A Roma si è attivato l’onorevole Giuseppe Romele di Forza Italia, unico deputato bresciano in commissione agricoltura, che «ha sollecitato il ministro Alemanno ad un rapido e incisivo intervento al fine di dichiarare lo stato di calamità naturale». Nella capitale si è dato da fare anche l’assessore provinciale Scolari, che ieri ha incontrato i responsabili della protezione civile pressso la Presidenza del consiglio dei ministri, mentre a Verona l’assessore all’agricoltura Gianpaolo Mantelli (che tra domenica e ieri ha incontrato gli agricoltori delle zone colpite per rincuorarli e per dare anticipazioni sulle prossime mosse dell’amministrazione provinciale) ha tenuto un summit con gli amministratori veneti, per unire le forze nella battaglia dei risarcimenti. Non è solo una battaglia bresciana: dalla Liguria al Fiurli, i danni all’agricoltura sono valutati, per ora, in circa 200 milioni di euro. Tanti soldi.

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