mercoledì, Aprile 24, 2024
HomeAttualitàSos ambiente, Le Fasse da ripulire
Allarme del gruppo speleologico veronese: «Se non si agisce subito a rischio la falda acquifera». La grotta che si trova a Castelletto è piena di rifiuti maleodoranti e carcasse

Sos ambiente, Le Fasse da ripulire

Una montagna di rifiuti puzzolenti è stata gettata nel cuore della grotta Le Fasse, occorre rimuoverli in fretta anche per evitare possibili inquinamenti della falde acquifere. È la sintesi della denuncia lanciata dal Gruppo attività speleologica veronese (Gasv), che qualche mese fa ebbe una brutta sorpresa quando decise di portare alcuni neopraticanti di questo sport proprio nell’anfratto che si chiama «Le Fasse» (dal nome della località omonima) e che si apre lungo la strada che collega San Zeno di Montagna a Castelletto.«Lo spettacolo che si presentò al primo speleologo calatosi fu tutt’altro che piacevole», racconta Alfonsina Cuccato, volontaria del Gasv, che era tra i presenti e descrive quanto ha visto in quel cunicolo che scende per una trentina di metri di profondità tra rocce di marmo Rosso Verona: «A circa una decina di metri abbiamo intravvisto una montagna di rifiuti maleodoranti, a malapena quantificabile. Solo con l’arrivo del resto del gruppo, che ha illuminato bene la grotta, ci siamo resi conto che era stata usata come un grande cassonetto». La sua posizione sarebbe ottimale per questo: «Il foro squadrato d’ingresso lungo la strada invita all’uso», dice, «soprattutto se si vogliono eliminare rifiuti scomodi. Ci pare strano però che un turista di passaggio noti questa apertura e decida di scaricarci il sacchetto di immondizie. Anche perché nell’anfratto ci sono animali da allevamento morti».A quelli del Gasv non pare che questo fatto possa solo essere classificato come l’ennesimo, seppur deplorabile, atteggiamento di incuria nei confronti dell’ambiente: «Non è come nascondere la polvere sotto il tappeto», sorride Cuccato. E infatti Anna Ferrari, geologa, fa notare: «Questo sporco va certamente ad intaccare le falde acquifere, di conseguenza il lago di Garda sottostante e quindi l’acqua che uscirà dai nostri rubinetti. Si rischia un danno incalcolabile». Di situazioni simili gli speleologi ne hanno incontrate spesso: «In passato, quando nelle contrade mancavano i cassonetti, avevamo deciso di intraprendere e perseguire il progetto rivolto alla pulizia delle grotte del Baldo», ricorda Cuccato, «così abbiamo fatto con la Tanella in località Pai di Torri e con la Cervi, nella tenuta omonima in località Prada a San Zeno di Montagna. Nella prima, collaborando tra speleologi veronesi, mantovani e reggiani, siamo riusciti a eliminare metri e metri di tubi di ferro di vecchie condotte, che lasciavano tracce chimicamente testate nell’acqua. Nella seconda portammo fuori frigoriferi, bottiglie, copertoni, ferro vecchio, bidoni di plastica, sacchetti di rifiuti, uccelli morti».Pare che lo stesso genere di intervento sarà richiesto anche per la grotta Le Fasse: «Ma speriamo che Brenzone, come gli altri Comuni, ci aiutino in un’azione che di certo porterà beneficio alla natura e alla popolazione lacustre. Confidiamo che tutto ciò possa servire per una migliore consapevolezza e soprattutto a chi non ha ancora imparato a rispettare l’ambiente che ci circonda».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video