venerdì, Aprile 19, 2024
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Nuovo regolamento del verde vieta le piante non tipiche. La bonifica vuole ripristinare il paesaggio originario

Spariscono i pini neri

Quegli alberi vanno tagliati: rovinano il panorama. Sembra una proposta assurda, antiecologica, e invece è esattamente il contrario: un’idea che va a tutti gli effetti nella direzione della tutela dell’ambiente naturale. Perché a rovinare il paesaggio montano, ad impedire la vista verso il lago di Garda e il Monte Baldo, non sono le piante spontanee, bensì quelle dei giardini privati, importate senza alcuna logica a partire dagli anni Sessanta e del tutto estranee alla tipica vegetazione locale. Adesso simili assurdità botaniche non sono più possibili, perché il Comune s’è dotato di un minuzioso regolamento del verde in cui vengono indicate, per ogni altitudine, le specie vegetali ammesse, ovvero quelle tipiche del territorio montebaldino. Ma il problema rimane con le selve dei pini neri e dei cedri del Libano cresciuti nell’ultimo quarantennio. Tant’è che un dottore forestale che ha casa a San Zeno di Montagna, Paolo Bianchi, ha scritto al sindaco Cipriano Castellani per chiedere delle «norme di rispetto della visuale panoramica». «La crescita di pini, abeti, cedri e quant’altro», si legge nel testo inviato al primo cittadino, «copre ormai totalmente la vista del lago». «Mi auguro», prosegue Bianchi, «che con il nuovo regolamento non si aggiunga più nessuno alla lista dei privati del panorama. Segnalo inoltre che molti villeggianti stanno vedendo le operazioni di taglio ed esbosco dei pini neri in pineta; molti si domandano perché quelli sì e quelli delle ville e dei parchi no». Aggiunge ancora l’esperto forestale: «Era ora che si prendessero in considerazione direttive tecniche che non consentissero uno spregiudicato sviluppo del verde privato e pubblico», sottolineando come «l’impianto di essenze quali pini in genere, abeti rossi e bianchi e cedri, che notoriamente raggiungono altezze ragguardevoli, toglie il diritto di vedere da casa propria il panorama che c’era quando si decise di costruire a San Zeno di Montagna». Commenta il dottor Bianchi: «Peccato che il regolamento non abbia un effetto retroattivo». «Peccato che il regolamento non possa avere effetto retroattivo», puntualizza, «con molto rammarico», il sindaco Cipriano Castellani. Insomma: tagliare qualche albero avulso dall’ambiente baldense sarebbe una soluzione gradita, ma non la si può imporre. «In pineta Sperane e negli altri parchi comunali siamo intervenuti, ma altrove non possiamo far nulla», osserva Castellani. «Nel regolamento comunale del verde», aggiunge il sindaco, «quando si parla di tutela e valorizzazione paesaggistica, si intende, ovviamente, la tutela e la valorizzazione del panorama nei suoi vari aspetti. La scelta di riqualificare il territorio dal punto di vista paesaggistico e quindi panoramico attraverso la tutela e la diffusione delle specie autoctone deriva dalla semplice considerazione che il disturbo panoramico e l’oscuramento dei coni visuali non è mai dovuto all’abbandono delle zone agricole e alla crescita della vegetazione spontanea, bensì all’introduzione di specie arboree ed arbustive complentamente avulse dal contesto territoriale, che tendono a formare delle vere e proprie barriere vegetali».

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