giovedì, Marzo 28, 2024
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Il Comitato per il Parco delle colline moreniche lancia l’idea di un tracciato alternativo per la linea ferroviaria. Appello al governo: così niente gallerie e minori costi

«Spostate la Tav a sud del lago»

«Spostare a sud il tracciato della per salvare l'anfiteatro morenico gardesano». Sulla linea dell' ferroviaria il Comitato promotore del Parco delle colline gioca al rilancio in grande stile, con un articolato documento del presidente, il professor Emilio Crosato, che è stato inviato al ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, ma anche ai responsabili dei dicasteri dell'Ambiente (Altero Matteoli), dei Beni culturali (Antonio Marzano), delle Politiche agricole (Giovanni Alemanno). Coinvolte nell'operazione anche le amministrazioni di tre province (Verona, Brescia e Mantova), la Soprintendente ai beni artistici di Verona, Gianna Gaudini, e i sindaco di otto comuni gardesani: fra questi Peschiera, Castelnuovo, Sona e Sommacampagna. Il punto di partenza è presto detto: la Provincia di Brescia ha chiesto alla società Tav una variante al tracciato della linea Brescia-Verona allo scopo di inserire uno scalo a Montichiari, al servizio dell'aeroporto (di proprietà del «Catullo» di Villafranca). Una soluzione lungimirante, ma parziale, visto che non affronta il problema della salvaguardia dell'anfiteatro morenico gardesano, che verrebbe prima sconvolto dai cantieri e poi letteralmente tagliato in due dai binari. Crosato si chiede in primo luogo perchè «questo territorio non sia stato considerato sin dagli inizi come “non attraversabile” dalla linea ad Alta velocità». E mette sul piatto un'alternativa che ritiene logica, lineare e meno costosa: «Visto che il tracciato giunge a Montichiari, che si trova sullo stesso parallelo di Verona, perchè non continuare diritti, passando a sud dei colli morenici per poi riallinearsi dolcemente alla direttrice di destinazione? Verrebbero così evitate tre gallerie, lasciati in pace i luoghi storici, salvati i vigneti doc del Lugana e del Custoza, le antiche cascine e il delicato ramificarsi dell'acquifero che, pochi metri sotto il suolo, alimenta rogge, laghetti e zone umide». Nel documento inviato ai ministri il professor Crosato sottolinea appunto i vantaggi che deriverebbero da questa soluzione sia per il paesaggio («uno dei più belli d'Europa») che per la storia (su queste colline, ricorda il Comitato, è stata scritta la storia dell'Italia risorgimentale), senza dimenticare gli aspetti idrogeologici e quelli più strettamente economici, legati al turismo e alla produzione vitivinicola. «Perchè dunque voler far passare per forza la ferrovia su questi vigneti, quando il tracciato a sud dei colli attraverserebbe solo piantagioni di mais che può essere coltivato ovunque?». Crosato ricorda che l'area è al centro di un progetto di salvaguardia avviato dal Comitato promotore per il Parco delle , che nel giro di pochi anni ha raccolto consensi, coinvolgendo Regioni, Province e Comuni. Un'idea «di grande portata culturale, ecologica ed economica», di respiro internazionale (e infatti, insieme a quello delle colline, si vorrebbe creare il Parco europeo del Garda) con l'obiettivo di difendere un territorio «di così peculiari caratteri e così vaste ricchezze naturalistiche, storiche, culturali e produttive», messo a rischio dai «continui tentativi di manomissione», ma anche dall'«aggressione di una edilizia speculativa e squalificata che, occupate le rive lacustri, si spinge ormai sui versanti collinari». Il presidente del Comitato è chiarissimo sulla Tav: «Non si può tacere sul progetto di un'opera dal tracciato così devastante, quando per essa si ignora un'altra soluzione più facile e innocua, preferendo quella più illogica e distruttiva». Di qui l'appello ai ministri e alle amministrazioni pubbliche «affinchè tutte prendano in considerazione la variante di tracciato qui suggerita, lasciando in pace il Garda…». Ribadita l'opposizione al tracciato attuale della linea, il professor Crosato conclude annunciando che, comunque, il Comitato non resterà a guardare, anzi sarà pronto eventualmente a reagire a quello che definisce senza mezzi termini «un vero sopruso».

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