venerdì, Aprile 26, 2024
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Ma l’opposizione (Ulivo) attacca: «L’opera di sistemazione non figura nella programmazione 2003-2005». Il progetto prevede area di servizi per il turismo Sachetto: «Una concessione di 3 o 6 anni»

Stazione di Borghetto presto a nuovo

Manca ancora un progetto dell’amministrazione comunale per recuperare l’area della stazione di Borghetto (dismessa dopo la chiusura della linea ferroviaria Mantova-Peschiera) che potrebbe diventare uno snodo importante per la sviluppo della frazione, soprattutto sotto il profilo turistico. «Sono passati sette mesi», denuncia Stefano Bertoli, capogruppo dell’Ulivo, «da quando il 20 giugno 2002, il Consiglio comunale all’unanimità ha votato una nostra proposta per la sistemazione della stazione di Borghetto, includendo poi anche quella di Salionze, ma questa opera non figura nella programmazione 2003-2005 e di questo passo trascorreranno decenni. Invece Borghetto ha bisogno di attrezzarsi per proporsi in modo adeguato anche a forme di turismo sostenibile». Dopo quella data se ne era parlato nel Consiglio comunale di novembre, dove il sindaco Fausto Sachetto aveva chiesto altro tempo per definire col direttore della filiale veronese dell’agenzia del demanio, Giovanni Altobello, quale formula adottare: acquisto di una parte o di tutta l’area, affitto od altro. «Ho contattato», continua Bertoli, «l’ingegner Altobello e l’ho trovato disponibile a trovare un accordo. Ha prospettato al sindaco varie soluzioni, ma non ha avuto risposte chiare. Oltretutto ci sarebbero dei fondi regionali a cui attingere». Il riferimento è alla legge regionale per l’acquisto di sedi ferroviarie dimesse di cui hanno recentemente beneficiato parecchi Comuni della provincia di Verona, da Villafranca ad Affi. Proprio quest’ultimo sembra intenzionato a realizzare una struttura polifunzionale che costituisca il punto di partenza per percorsi ciclabili, qualcosa di simile a ciò che potrebbe servire a Borghetto. «Si potrebbe pensare», dichiara Bertoli, «oltre al noleggio di bici, ad uno sportello turistico e ad attività commerciali, ma poi bisognerà sistemare il parcheggio e posizionare dei servizi igienici a gettone». Che l’area della stazione sia lasciata a se stessa lo conferma Adriano Pedroni, un operaio quarantacinquenne che abita nella vicina via Mantegna e che assiste suo malgrado allo spiacevole spettacolo di chi utilizza alberi o siepi per fare i suoi bisogni. «Borghetto era molto più vivibile anni fa», rivela Pedroni, «ed ora subisce un assalto turistico che, se non si provvederà con strutture adeguate, vi saranno problemi sempre più grossi per i residenti e ne risentirà anche la bellezza del posto. A me poi che ho abitato per dodici anni nella stazione, fino al 1987, fa tristezza vederla in rovina». Per il sindaco Fausto Sachetto l’utilità dell’area è fuori discussione e un accordo con l’agenzia del demanio sarà concluso a breve. «In questo momento», afferma Sachetto, «c’è stata consigliata la concessione per 3 o 6 anni. L’importo della ristrutturazione verrebbe scalato dal prezzo complessivo nel caso di acquisto». Alessandro Foroni Valeggio. La Mantova-Peschiera era una ferrovia a scartamento normale inaugurata il 15 maggio del 1934 (dopo un ventennio dalla concessione rilasciata ad una società a capitale prevalentemente francese) e che terminò le sue corse il 30 aprile del 1967. In poco più d’una trentina di chilometri interamente in sede propria collegava Mantova con Peschiera, toccando molti paesi a cavallo fra le province di Mantova e Verona. Storiche sono rimaste nella memoria dei valeggiani, le «littorine» che nella vallata del Mincio hanno fischiato a lungo. Al termine del tracciato, in parte a breve distanza dal fiume Mincio, fra le colline moreniche mantovane del Garda, la Ferrovia Mantova-Peschiera (Fmp) andava a ricongiungersi alla rete delle Ferrovie dello Stato, nella stazione di Peschiera; da qui, grazie ad un raccordo autonomo che andava a sottopassare la Milano-Venezia all’altezza della radice della stazione lato Desenzano, la Fmp poteva prolungare le proprie corse verso Brescia od effettuare il servizio merci sino alla riva del lago, a Peschiera Darsena. Paradossalmente, ora che buona parte del tracciato della Mantova-Peschiera è stato smantellato o trasformato in pista ciclabile, è sorto nei mesi scorsi a Mantova un comitato (filiazione dell’Associazione utenti del trasporto pubblico) per il ripristino della ferrovia, ritenuta più che mai importante per ridurre il peso del traffico sul lago di Garda e per «motivi d’interesse artistico, naturalistico, culinario».

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