Sono ripresi, dopo l’avvenuto sbancamento del terreno, i lavori per la realizzazione dell’osservatorio astronomico amatoriale che affianca, in località Novezzina, l’orto botanico. Un osservatorio che, una volta in funzione, sarà aperto al pubblico e sarà gestito sia sul piano tecnico che per quanto riguarda l’attività divulgativa dal Circolo astrofili veronesi. L’intera provincia oggi non dispone di osservatori astronomici nè di planetari aperti al pubblico, quindi l’opera è fortemente attesa dal pubblico degli appassionati, anche perchè punta a mettere insieme le esigenze della divulgazione scientifica con quelle proprie della ricerca e della pratica amatoriale dell’astronomia da parte dei soci del circolo veronese. Un osservatorio, quindi, che nasce con una spiccata vocazione didattico-scientifica, orientata in particolare alle scuole di tutti i livelli ma anche al pubblico in generale, nonchè – in prospettiva – all’inserimento nella grande rete di Internet. Montagna e cielo stellato, un binomio inscindibile nel quale la limpidezza, la lontananza di fonti di luce in grado di causare il cosiddetto inquinamento luminoso e il luogo stesso stimolano l’osservazione di quella «metà del paesaggio» spesso dimenticata. «Il monte Baldo si presta in modo particolare all’osservazione astronomica – evidenzia Flavio Castellani, del direttivo degli astrofili veronesi e impegnato nella parte strumentale dell’impianto di Novezza – e il sito prescelto a 1260 metri garantisce l’accessibilità nell’intero arco dell’anno solare». A ospitare la coppia di telescopi, in configurazione Sc da 16’’, uno dei quali destinato a riprese con particolari telecamere astronomiche, l’altro per riprese fotografiche e osservazioni, sarà una cupola rivoluzionaria poliedrica, a base ottagonale, di cinque metri di diametro interno, caratterizzata da una struttura autoportante formata da elementi a sviluppo piano. Il progetto, su disegno di Renzo Marcolongo e sviluppato da un altro socio del Circolo astrofili, prevede l’automazione sia delle funzioni relative alla cupola principale (apertura e chiusura, rotazione in fase col telescopio, chiusura di emergenza e monitorizzazione del cielo) che dello strumento principale (messa a fuoco, puntamento, acquisizione e trattamento immagini, utilizzo di filtri). Condizione necessaria, questa, per il lavoro di ricerca scientifica e la garanzia della presenza nel tempo di operatori appassionati. Inoltre è prevista la possibilità di controllo remoto – via Internet – delle funzioni stesse, secondo una filosofia di più livelli di abilitazione, nonchè l’accessibilità tramite il web delle immagini e dati raccolti. Ciò moltiplicherà le possibilità didattiche, quali l’effettuazione di conferenze a distanza, la programmazione di percorsi di studio con le scuole e i gruppi, di lavoro e di attività coordinate con altri osservatori simili facenti parte della rete mondiale di astronomia Internet. Il costo complessivo dell’opera, finanziata al 50 per cento dalla Regione con fondi destinati all’area del Baldo e per l’altro 50 per cento dal Comune di Ferrara, è di poco inferiore ai 260 mila euro.