martedì, Aprile 16, 2024
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Sopralluogo dei tecnici a Peschiera e Castelnuovo alla ricerca degli 85mila metri quadri del quartier generale. Chincarini: «Mettiamo alloggi e magazzini nell’area demaniale»

Supertreni, si studia il cantiere

I tecnici di Cepav (Consorzio Eni per l’alta velocità) e Tav hanno effettuato un sopralluogo nelle aree di Peschiera e Castelnuovo interessate non solo dall’attraversamento della nuova linea ferroviaria ad alta velocità, ma anche dal cantiere, destinato a rimanere aperto per diversi anni. La delegazione ha supervisionato in mattinata il territorio di Peschiera e nel pomeriggio quello di Castelnuovo. Abbiamo visto le aree del Santuario e laghetto del Frassino, dell’insediamento industriale Arda e la zona denominata Mano di ferro, al confine con il comune mantovano di Ponti sul Mincio», spiega il sindaco Umberto Chincarini, «servono due aree di vastissime dimensioni: una di 50mila metri quadrati per ospitare la zona in cui gli operai vivranno negli anni del cantiere, e un’altra di circa 35 mila dove saranno ubicati i depositi dei materiali e dei mezzi». È questa la realtà che preoccupa maggiormente il sindaco di Peschiera: l’utilizzo, quasi una sorta di occupazione, del territorio; per evitare questo proprio da Chincarini è arrivata la proposta di usare le aree demaniali adiacenti al casello autostradale arilicense, tra l’atro già dotate di capannoni, che potrebbero essere facilmente adattati per ospitare operai e tecnici. «Discutere di questo non è solo importante, è fondamentale per il futuro del nostro territorio. E invece dall’ispezione di martedì sono emersi due dati: quello positivo è l’aver trovato da parte di Cepav e Tav la massima disponibilità e cortesia; vedere i luoghi direttamente ha portato anche loro a rendersi conto delle criticità del nostro territorio ed è chiara la loro volontà di arrivare quanto prima alla Conferenza di servizi». «A fronte di questo, però, bisogna constatare l’assenza, nonostante le promesse, della Regione e della Provincia: quest’ultima ha mandato un funzionario, persona cordialissima, ma nessun dirigente né, tanto meno, un assessore». «È questa assenza a preoccupare oltremodo», sottolinea Chincarini, «il problema più grande, infatti, non è il tracciato, di cui si è parlato per anni; è quello che può calare sulle nostre aree adesso: ora si decide di come sarà la vita del nostro paese nei prossimi 10 anni. Ed è triste constatare che, ancora una volta, le realtà locali vengono lasciate da sole e Regione e Provincia continuano ad essere assenti. Esattamente come il demanio, che deve dirci se possiamo o meno utilizzare le sue aree e quei capannoni evitando di devastare il territorio con il cantiere per la Tav». E anche se questo cantiere è destinato a pesare soprattutto su Peschiera, anche per Castelnuovo le perplessità sono molte. «Concordo pienamente con il collega Chincarini», dice Maurizio Bernardi, «l’incontro con Cepav e Tav è stato senz’altro utilissimo, ma lo sarebbe potuto essere molto di più con la partecipazione di tutti gli attori di questo progetto. Da noi non c’era nemmeno il funzionario della Provincia. Ce n’era, però, uno di Società autostrade, in previsione del nuovo casello autostradale». Il sindaco di Castelnuovo sottolinea che anche questo progetto «contribuirà a sottolineare la criticità maggiore del nostro territorio che resta quello della viabilità». Il nuovo casello potrebbe soffocare di traffico il centro abitato di Castelnuovo: l’incontro con i tecnici di Cepav e Tav era una buona occasione per parlare anche del proseguimento della variante alla statale sino a Verona nord. «Avevamo un’opportunità per trovare le soluzioni migliori e pensare alle risorse necessarie. L’assenza dei soggetti più importanti», commenta con amarezza Bernardi, «svilisce anche il tentativo di risolvere i problemi. I signori dell’Alta velocità sono in fase di approvazione del progetto definitivo. Questo significa: passeremo di lì. Dunque è tardi per scelte che comporterebbero stravolgimenti del tracciato; ma è necessario fare in modo che per la Conferenza di servizi tutti si possa lavorare insieme per proteggere il territorio dalle conseguenze della realizzazione di un’infrastruttura di tale portata».

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