giovedì, Marzo 28, 2024
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Domani e Domenica

Svago e momenti di riflessione: la Festa delle Rive chiude l’estate

Durerà un paio di giorni, domani e domenica, la Festa delle Rive a Salò. Si vivranno momenti diversi: allegria, divertimento, ma anche riflessione e religiosità. Molti anni fa la sagra esprimeva principalmente il culto della Madonna, alla quale è dedicata la chiesetta del rione, affidata dal parroco Francesco Andreis ai coniugi Renata e Giuseppe Comini, che la curano nei minimi particolari. Col passare del tempo, si sono aggiunti folclore, svago e divertimento: gli ingredienti necessari a solleticare gli ospiti ancora numerosi sul Garda. Insomma, un modo per tirar tardi. Allegramente. Domani, alle 20.30, tra salamine ai ferri e birra, romperanno il ghiaccio «I blue men». La gente potrà ballare per la strada, ovviamente chiusa al transito dei veicoli. Domenica mattina, alle 9.30, la celebrazione della Messa all'aperto, con la partecipazione della corale della cappella del Duomo. Alle 20.30 l'esibizione della banda cittadina e delle majorettes; alle 21 di nuovo i «Blue Men». Non mancherà la degustazione di aole e patatine fritte. Quest'anno, in occasione della Festa, il sindaco di Salò Giampietro Cipani illustrerà agli abitanti il progetto definitivo riguardante la ristrutturazione del quartiere: impianto fognario, nuovo manto stradale, marciapiedi in porfido con cordoli in marmo rosso di Verona, illuminazione. In una recente riunione, svoltasi alla presenza di negozianti, esercenti e artigiani, l'assessore Bernardo Berardinelli e il consigliere Nirvana Grisi, presidente della Confcommercio, hanno confermato che i lavori inizieranno ai primi di ottobre. Dovrebbero concludersi entro il mese di marzo. Via Rive, che scorre dal Gas fino alla Canottieri, «ha una storia ricca di umanità e di fatica, di intraprendenza, di sperimentata convivenza di classi e ceti sociali differenti. Ha connaturato il rapporto lago-campagna, vissuto accanto a una robusta rete di artigiani e commercianti e, oggi, anche di operatori turistici – scrive , ex sindaco, attuale numero uno della , nel libro dedicato alla contrada-. È la soglia d'ingresso in città, è un crogiolo, un viavai, un'esperienza di rapporti che si fondono sulla schiettezza e la solidarietà. In alcune situazioni il tempo sembra essersi fermato. Molti edifici sono rimasti pressochè inalterati. Anzi, talvolta, si mostrano ripiegati su se stessi, degradati dall'incuria, talvolta riaffidati a usi impropri e precari. Quello delle ferite non curate, dell'abbandono esibito come insulto e offesa al buon senso è l'aspetto deteriore. Eppure, in un contesto che attende una vera rivoluzione culturale, non mancano le brecce di una intuitiva e dinamica imprenditoria, soprattutto nei capisaldi tra San Bernardino e la Sirena. Un lievitare di interessi verso il recupero urbano e sociale della contrada. Che è popolana, parsimoniosa, anche pigra. Una strada sul lago, che col lago ha bisogno di riacquistare un rapporto più confidenziale e produttivo. Oggi divisa dalle acque del golfo da una quinta di case, deve riaprire i suoi orizzonti e specchiarsi con fiducia nell'acqua che, a ben guardare, è soprattutto ricchezza». La Sagra rappresenta, in un certo senso, la chiusura della stagione estiva, aperta a giugno dalla festa di Sant'Antonio a giugno.

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