venerdì, Marzo 29, 2024
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Si torna cautamente a parlare di apertura del tratto da S. Martino alla ex Ss 11. Finanziato il progetto per una «bretella» alla Rovizza

Tangenziale, segnali di speranza

Sono un paio di chilometri di nastro stradale che, in più punti, stanno trasformandosi in una distesa di buche vistose. Con il caldo torrido di un’altra estate, quello che è il tratto terminale della tangenziale Lonato-Desenzano-Rovizza di Sirmione rischia di assomigliare a un’enorme striscia di groviera. Il paradosso è che questo pezzo della superstrada – tra l’uscita sul casello di Sirmione e la Rovizza – è chiuso al traffico, malgrado sia stato costruito e ultimato nel 1997, anno in cui venne inaugurato il tratto dalla Perla di Desenzano alla rotatoria di San Martino. Una vera e propria strada «fantasma», al centro di una vicenda che genera incredulità. Ora si parla di una possibile ripresa dei lavori per realizzare una «bretella» d’uscita, ma non c’è niente di sicuro. Cinque anni di completo abbandono hanno trasformato questo tratto di asfalto in un’autentica pacchia per gli appassionati delle moto (a quanto si dice, nelle ore notturne si disputerebbero anche delle gare di velocità), per quelli della bicicletta o della corsa. Una fine ingloriosa per l’infrastruttura da cui ci si attendeva un salto di qualità per la viabilità nel basso Garda, la «superstrada» che avrebbe dovuto velocizzare i collegamenti tra la sponda bresciana e quella veneta, togliendo il traffico dai centri abitati. Ebbene, in Veneto la tangenziale potrebbe non arrivare mai. La variante Sirmione-Rovizza-Castelnuovo resta quindi una grande incompiuta. E’ una storia di sperpero di denaro pubblico, con progetti fatti e rifatti, con pareri prima favorevoli e poi negativi, con stanziamenti promessi e subito dopo rimangiati. E con una impressionante lievitazione dei costi, praticamente raddoppiati rispetto a quelli previsti all’inizio, e cioè più di dodici anni fa, quando vide la luce il progetto. In tutti questi anni, più volte si è levato il grido di protesta degli automobilisti per la «tangenziale dimezzata», ma nessuno si è mosso per risolvere il nodo della strada. Eppure il collegamento tra Rovizza di Sirmione, naturale e indispensabile prosecuzione della tangenziale, e Peschiera del Garda, è un’opera disegnata da quasi quindici anni, da quando cioè nacque il progetto di creare la variante alla statale 11 Brescia-Verona, per snellire il traffico pesante e toglierlo, soprattutto, dalla riviera del basso Garda bresciano e veronese. Ora potrebbe aprirsi uno spiraglio. Ne parliamo, però, con estrema cautela dopo le numerose dichiarazioni del passato di imminente soluzione dell’opera. «La capogruppo Rpa di Verona – sostiene l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini – sta presentando il progetto per la realizzazione dello svincolo alla Rovizza di Sirmione. Questo progetto è finanziato per metà (26 mila euro a testa) daLla Provincia di Brescia e da quella di Verona. La Regione Lombardia, a sua volta, ha messo a disposizione circa 1 milione e 30 mila euro (pari a 2 miliardi di vecchie lire) per la parte lombarda: poi finalmente si sistemerà la strada». Ma il progetto originario era ben altra cosa. Infatti, quello che ha redatto la società veronese disegna una bretella che bypassa Rovizza di Sirmione, per impedire che la superstrada tagli orribilmente l’antico abitato e i vigneti, con la successiva immissione del traffico sulla statale 11. In futuro, una volta pronto anche il tratto tra questa confluenza e la rotonda di Castelnuovo (per Gardaland), la superstrada del basso lago potrà dirsi finalmente completata. Resterà in realtà in sospeso il tratto successivo, fino a Verona, che era previsto nel primo progetto. La bretella di Rovizza si collegherà di nuovo alla vecchia statale mediante una rotatoria, simile a quella realizzata a San Martino o a Colombare.

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