venerdì, Aprile 19, 2024
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Comitati allarmati dalla Laganà: «Significa che non sono state svolte le indagini preliminari al progetto». Lo Studio geotecnico italiano ha chiesto al Comune documenti sul territorio

Tav, scoppia il caso geologico

Il Comune non figura tra quelli invitati dall’assessore provinciale Gilberto Pozzani all’incontro di martedì sulla Tav: il fatto ha allarmato ulteriormente i Comitati che da tempo si oppongono alla realizzazione della nuova tratta ferroviaria. «Ce lo ha confermato lo stesso commissario prefettizio», spiega la portavoce Laura Richelli, «le abbiamo chiesto di tenerci informati su questo incontro e su quanto sta accadendo visto che Peschiera finirà per essere il paese più massacrato dai supertreni». Sul progetto Alta Velocità continuano a restare aperti molti interrogativi. «Non potrebbe essere altrimenti», continua Richelli, «visto e considerato che il Comune si è visto richiedere, solo pochi giorni fa, una serie di documentazioni dallo Studio geotecnico italiano, incaricato da Aquater spa di caratterizzare l’area interferita dalla tratta Milano-Verona da un punto di vista idrogeologico». «In pratica al Comune è stato chiesto di fornire la carte del reticolo idrografico e della permeabilità, l’ubicazione di pozzi e sorgenti, letture piezometriche periodiche e, infine, i dati meteo-climatici e riguardanti il chimismo delle acque. Ma su quali basi ci si può sentire tranquilli, ci domandiamo, se solo ora vengono richiesti elementi così importanti preliminare a un qualsiasi progetto dopo anni che si discute su un tragitto Tav che, pur non essendo esecutivo, non è mai stato possibile modificare?». «E se da queste analisi emergessero interferenze pesanti con risorse d’acqua, che accadrebbe? Ecco perché non crediamo alle rassicurazioni dell’assessore Pozzani così come a quelle sentite da politici e tecnici della Tav in questi anni. La richiesta giunta al Comune, e partita da Milano in data 16 gennaio 2004, testimonia che certe verifiche geologiche sono ancora da eseguire e che la viabilità locale e ad uso cantieri è ancora tutta da programmare. E c’è già chi parla di espropri». La richiesta presentata da parte dello Studio geotecnico italiano «sembra destinata a raccogliere notizie utili più alla esecuzione delle opere e gestione dei cantieri piuttosto che destinate, ad esempio, ad una valutazione di impatto ambientale», è il parere del geologo Alberto Freddo. «E non si può escludere», sottolinea, «che il raffronto tra la documentazione specifica sugli aspetti idrogeologici e il disegno del tracciato faccia emergere problematiche non previste dal progetto esistente. D’altra parte, in questo senso non sono più state fatte indagini da almeno un decennio». «Il Comitato desidera quindi ribadire», riprende la Richelli, «la propria critica all’opera, critica che non è strumentale ma motivata dai danni irreparabili che verranno arrecati a questo paese». «Sarebbe triste», continua la Richelli, «doverci ritrovare, tra qualche anno, nella situazione di Firenze», scrivono i Comitati in un documento consegnato al commissario Laganà, «dove il tribunale ha chiesto il rinvio a giudizio dei responsabili del consorzio Cavet per il progetto della Bologna-Firenze. I reati contestati vanno dal prosciugamento di risorse idriche ai fanghi immessi nei fossi dei fondi e nei terreni agricoli, dalla diffusione nell’ambiente di sostanze tossiche alla perdita di combustibile o carburante: c’è tutto, e di più, in un elenco di tre pagine». Il Comune, nel frattempo, attende una risposta dal legale di fiducia sul valore della delibera di Giunta dell’11 dicembre 2002, contraria al tracciato Tav. «Ci siamo rivolti all’avvocato che ha curato il ricorso al Tar presentato dai Comuni veronesi», spiega il segretario comunale Giovanni Peruzzi, «e attendiamo una risposta. In sostanza, dobbiamo capire quanto sia determinante la delibera portata alla Conferenza servizi, espressione della volontà amministrativa sulla contrarietà a Tav». Nel documento la Giunta ribadiva innanzitutto di non condividere la realizzazione dell’Alta Velocità nel territorio arilicense e, in seconda battuta, riteneva «indispensabile» il pieno soddisfacimento di una serie di condizioni a tutela del territorio e del paese. «Se quanto accaduto nella Conferenza di servizi avesse il significato che ci auspichiamo», conclude Peruzzi, «tutti gli interlocutori, Tav in testa, non potrebbero eludere le istanze del Comune».

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