giovedì, Aprile 18, 2024
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Cena di paese a Borghetto dopo quella da 4.000 persone sul monumento visconteo

Tavolatina sul ponte corto per 250 abitanti doc

Una tavolata per borghettani. Nessuna corsa alle prenotazioni. Nessuna richiesta di un posto a tavola da Germania, Belgio o Austria. Solo qualche amico dal capoluogo (o al massimo da Salionze) e qualche parente che è ritornato al borgo per l’occasione dopo essersi spostato fuori. Questa è la mini-cena per circa 250 persone che i residenti Doc di Borghetto organizzano a fine luglio sul piccolo ponte di legno sul fiume Mincio, a circa un mese dalla grande carica dei 4000 che si tiene sui 600 metri del ponte visconteo per la cena all’aperto organizzata dall’associazione ristoratori. Dopo i grandi numeri di giugno – 12 mila richieste sono arrivate quest’anno ai ristoranti valeggiani per partecipare alla cena sul «ponte longo» – Borghetto riscopre la sua intimità con una cena dove i residenti hanno una sorta di diritto di prelazione sui biglietti per un posto sul tavolo (lungo circa 150 metri) apparecchiato nel cuore della loro frazione. Sul piccolo ponte niente quintali di tortellini fatti a mano: solo risotto con radicchio e speck, linguine con pomodro e olive, nervetti con cipolle e fagioli e arrosto. Piatti e bicchieri di plastica. Tovaglioli di carta gialli e rossi. Candele alla citronella. Ma panorama unico. Lucia Storchi, che per anni ha lavorato in sala all’Antica locanda Mincio e che ora è in pensione, è stata la coordinatrice di questo appuntamento pubblicizzato nella bacheca della parrocchia: «A Borghetto abiteranno 250-300 persone e questa sera sono qui praticamente tutte. Questa cena viene organizzata “in casa” dagli abitanti. Ognuno dà una mano. Non ha niente di paragonabile a quella sul ponte visconteo ed è nata cinque anni fa per un motivo preciso». «A fianco del ponte», spiega, «in una nicchia ricavata nella casa dei mulini, si trova la statuetta del nostro santo, san Giovanni Nepomuceno. Dei vandali la staccarono e la buttarono nel fiume. Venne ripescata e riparata e rimessa al suo posto. La cena è nata proprio per festeggiare questo restauro». E all’ombra del santo, con il Mincio che scorre veloce sotto il ponte di legno, si sono radunati i residenti di questa frazione che negli anni è diventata una perla della ristorazione, un meta fotografica per centinaia di sposi ma anche un affare immobiliare: se per comprare casa in centro a Valeggio si possono spendere circa due milioni e mezzo al metro quadrato, qui, in riva al fiume, nella zona dei mulini occorre spendere anche dai sei agli otto milioni al metro. Sul tavolo imbandito sul ponte «corto» è stato invitato il sindaco Fausto Sachetto, il presidente della Pro loco, Marileno Bretengani, e le autorità religiose e delle forze dell’ordine. All’improvviso durante la serata è apparso anche il presidente della Regione, Giancarlo Galan. Invito d’eccellenza? No, Galan era solo di passaggio per una cena in un ristorante poco distante. Sulla tavolata c’era invece don Angelo Boscarini per 13 anni è stato parroco a Borghetto e negli anni ha visto cambiare la frazione: «Tredici anni fa c’erano 580 persone nella parrocchia. Adesso non arriveranno neppure a 400. La frazione piano piano si spopola di residenti anche se aumentano le attività turistiche. Chi abita qui del resto non può costruire nuove case. Così questa cena vuole essere un modo di incontrare gli amici e i vicini di casa, di rinsaldare vincoli di solidarietà. E di recuperare il senso di vivere in una borgata».

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