Firmato dal Soprintendente il decreto che salvaguarda l’architettura dell’ex cinema In discussione il futuro utilizzo, la Lega pensa a un referendum
Teatro «Alberti»: sancito il vincolo monumentale
Era già stato preannunciato con una lettera del 20 marzo scorso. Ora è arrivato anche il decreto firmato dal Soprintendente regionale per i Beni e le Attività Culturali di Milano: l’ex cinema teatro «Alberti» è sottoposto a vincolo monumentale in base al decreto legislativo 490 del 1999. La proprietaria dell’immobile, signora Patrizia Bergamaschi, ha confermato al nostro giornale «di aver ricevuto l’atto» e di «essere a conoscenza delle prescrizioni cui sarà sottoposto d’ora in avanti l’ex teatro». Il vincolo, a dire il vero, preesisteva già, ma quest’ulteriore provvedimento estende la sua efficacia anche alle aree circostanti, come il parcheggio dirimpetto all’ingresso della sala o il locale occupato da un ristorante-pizzeria. Negli ultimi tempi, lo storico e antico stabile è stato al centro di una martellante campagna innescata dalla Lega nord, che ha sempre ipotizzato che l’«Alberti» potesse divenire un centro islamico. Accuse sempre categoricamente smentite dalla proprietà che ha esibito, invece, contratti già perfezionati con un gruppo di imprenditori desenzanesi, interessato a rilevare la sala e trasformarla in un centro espositivo e di mostre, con attigui sala bar e ristorante. Un progetto presentato nelle ultime settimane di vita della passata giunta Anelli. Spetterà ora all’esecutivo di centrosinistra, guidato dal sindaco Pienazza, decidere su questo progetto che intenderebbe rilanciare l’immobile di via Santa Maria. E sempre Pienazza dovrà sicuramente fare i conti con la Lega nord che, in queste ore, sta studiando la possibilità di lanciare un referendum sull’«Alberti». In proposito sono state raccolte oltre 1500 firme perchè l’ex cinema diventi «di proprietà pubblica e quindi di fruizione dei desenzanesi». Una richiesta che, però, inontra molte perplessità. Infatti, è stato appurato che lo stabile è di proprietà della famiglia Bergamaschi, che il Comune non ci tiene a cacciare un bel gruzzolo di euro (si parla di milioni) per un immobile il cui utilizzo non potrebbe compensare l’ingente investimento (lo stesso sindaco in una recente intervista al nostro giornale ha smentito ogni possibile interessamento della sua amministrazione). Tuttavia, alcuni problemi potrebbero porsi per il ristorante-pizzeria, il quale avrebbe in corso un procedimento di sanatoria. Per contro, il vincolo applicato rappresenterebbe un’ulteriore garanzia per la popolazione sulla destinazione finale dell’ex teatro.