Due contributi regionali, ciascuno di 400mila euro, sono stati assegnati per restaurare le chiese che un anno fa, il 24 novembre alle 23.58, furono gravemente danneggiate dal terremoto che scosse tutta la provincia e in particolare il lago di garda. A Brenzone le chiese lese furono in effetti tre: San Zen de l'Oselet di proprietà comunale, del XII secolo; le parrocchiali di San Giovanni Battista in Brenzone, del XV secolo, e di San Carlo Borromeo a Castelletto. Per le prime due sono stati richiesti e sono arrivati i finanziamenti, mentre per l'ultimo edificio sacro, che ha avuto un danno minore sulla facciata, i lavori saranno autofinanziati dalla parrocchia che ha richiesto sovvenzioni al Comune e ad altri enti. «Entro oggi dobbiamo consegnare a Venezia il progetto esecutivo della messa in sicurezza di San Zen de l'Oselet, dimostrando di avere la copertura dell'intero costo del lavoro, pari a 715mila euro», spiega il sindaco Giacomo Simonelli, «occorre mettere in sicurezza con un intervento di consolidamento la struttura degli antichi affreschi, fortemente danneggiati non tanto nella loro essenza artistica, quanto nella loro struttura, visto che si presume che le scosse li abbiano staccati dalla parete. Occorrerà anche provvedere alla legatura delle pareti, alla messa in sicurezza del tetto del campanile controllando ulteriormente le fondamenta dei muri perimetrali all'interno e all'esterno». Se la regione veneto contribuirà con 400mila euro, il resto del progetto conta su un contributo di 350mila euro garantito dalla Fondazione Cariverona e sui 65mila euro del Comune. Per il sindaco è una bella soddisfazione: «Ricordo bene quando, dopo il terremoto, vidi il danno provocato. Intervennero prima i vigili del fuoco di bardolino, poi uscì il nostro tecnico, un ingegnere statico e, constatata la situazione, venne emessa un'ordinanza di chiusura che è tuttora in vigore. Da allora si è valutato l'intervento da attuare e abbiamo inviato domanda di finanziamento in Regione su una stima dei costi, quindi Venezia ha deliberato il contributo su interessamento dell'assessore Massimo Giorgetti». Ora scadono i termini di presentazione del progetto. E Simonelli continua: «Abbiamo già fatto dei saggi sotto il pavimento per verificare lo stato delle fondamenta della chiesa, il muro che necessita di interventi urgenti è quello a nord, che ne è privo nella parete ovest verso il lago, l'abside è invece sottomurata. Se la base del campanile è solida e la struttura può ritenersi stabile, il tetto è danneggiato». Occorre agire in fretta. Il sindaco Giacomo Simonelli prosegue: «Ora consegniamo il progetto esecutivo, non appena la Regione ci comunicherà l'ammissibilità delle spese procederemo con la gara d'appalto e partiremo con i lavori a inizio 2006». C'è molto lavoro da fare anche alla chiesa di San Giovanni, dove, dalla notte del terremoto, la parte absidale interna è rimasta ingombrata da un'impalcatura per garantire la sicurezza di chi ha continuato a celebrare la messa e a frequentare le cerimonie religiose. «Giovedì scorso il progetto di ristrutturazione è stato presentato ai consigli economico e pastorale di Brenzone», fa sapere don Graziano Milanello, parroco di Castelletto, e amministratore parrocchiale di San Giovanni Battista in Brenzone. «Abbiamo le autorizzazioni a procedere dell'ufficio beni ecclesiastici della curia e della soprintendenza», precisa, «il sisma ha causato danni notevoli alle capriate e agli intonaci interni dell'abside e delle navate, tanto che subito venne messa la protezione per evitare che calcinacci si staccassero mettendo a repentaglio la sicurezza. Il lavoro si concentrerà sulla volta della navata e sul catino absidale. Poi si presterà attenzione allo stato di solidità e di conservazione delle capriate che sostengono il tetto, mettendo dei tiranti per dare solidità alla struttura portante, si controllerà la stabilità del cornicione che corre attorno alla chiesa e si dovranno risanare le crepe profonde createsi sul lato sud in corrispondenza dei finestroni, lesioni che, partendo dall'interno, hanno una esatta corrispondenza all'esterno da dove sono ben visibili. Il danno è grave anche al timpano che le scosse hanno leggermente spostato. Anche qui si metteranno tiranti per ancorarlo al corpo della chiesa». Don Graziano aggiunge: «Ci saranno ovviamente altri ritocchi da fare, tenendo conto delle infiltrazioni che hanno rovinato affreschi e dipinti. Se ora la situazione non crea problemi a chi frequenta la chiesa, che rimane aperta, quando i lavori inizieranno le cerimonie saranno probabilmente celebrate nella vicina sala della Disciplina». Il progetto ha un costo complessivo di circa 600mila euro: «La Regione contribuisce con 400mila euro, il resto verrà coperto e recuperato in altre forme dalla parrocchia». Una volta ricevuto il via libera da Venezia, si farà la gara d'appalto per affidare i lavori: «Contiamo di partire a inizio 2006», dice don Graziano, che ricorda la parrocchiale di Castelletto: «Lì era caduto un pezzo del braccio della croce, dobbiamo rifarla come la vecchia, che non si può mettere perché troppo lesionata».