martedì, Aprile 16, 2024
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Anonimo residente critica il sindaco con una lettera

«Torbole, un paese trascurato»

Il «residente» (di sicuro torbolano) si cela dietro l’anonimato. Chissà perché, visto che ogni critica è legittima, se si mantiene nell’ambito di un confronto civile. Tuttavia, dalla lettera divulgata in paese e arrivata anche in comune, egli pare molto ben documentato. Ama il suo paesello e attacca chi a parer suo lo sta trascurando: gli amministratori pubblici. Anzi, per l’accusatore, il vero artefice di tanto sfacelo è il sindaco: reo di non amare altrettanto il suo Comune, perché arriva da fuori.A parte l’opinabilità di quest’ultima considerazione, il «residente» mette proprio il dito nelle tante piaghe, note a tutti. E sono tanti a pensare che ci sia bisogno di più cura per farvi fronte. Piccoli e grossi nodi da risolvere (Colonia Pavese tra i più ingombranti). L’elenco fornito dall’anonimo, a d ogni modo, è lungo. Si va dalle panchine stinte e disastrate alle ringhiere arruginite. Dalla sporcizia ormai endemica di certi luoghi, specie nei pressi delle «famose isole ecologiche» (le scale che portano ai giardinetti a lato dell’ufficio turistico ne hanno il triste primato), alle aiuole del lungolago, prive ancora di fiori e con contorni sconnessi per non parlare dei cestini «da terzo mondo». C’è anche dell’altro da metter nel conto. Ci sono i lavori mal eseguiti, infatti, ad aggravare la situazione: il marciapiede di Via Matteotti e l’asfaltatura di Via Strada Piccola, nonostante tutto ancora piena di pozzanghere. O quelli ancora da fare. Come ad esempio la sistemazione della miriade di rappezzi, che poi sono le buche nel selciato di porfido, riempite provvisoriamente con asfalto. C’è poi il prato di Villa Cian, maltenuto, e l’erba alta lungo le strade. L’accusa a questo punto sarebbe quella di un cantiere comunale che non si impegna o latita.Una considerazione anche sul fatto che sarebbe meglio occuparsi del parco Pavese più che dell’edificio stesso, «che sarà un debito enorme per il suo mantenimento». L’invito finale è di andare a copiare da altri, se non si è in grado di fare da soli.

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