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A Toscolano Maderno inaugurata l’area archeologica della Villa Romana

Grazie a un progetto finanziato da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Comune di Toscolano Maderno e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sono stati ampliati

i vecchi scavi, create due nuove ampie coperture di protezione dei resti archeologici e organizzato un nuovo percorso di visita, che permette finalmente la fruizione di tutto il complesso archeologico.

Aperture straordinarie dell’area archeologica sono state effettuate in passato per rendere partecipe il pubblico dei lavori in corso, in attesa del completamento generale dei lavori previsti. Il 20 settembre si aprirà definitivamente la nuova area archeologica, che copre oltre 2200 metri quadrati.

I resti della villa romana sono situati all’interno di un uliveto che interessava, sino all’inizio del secolo scorso, tutta questa parte del promontorio. Si accede al sito dal Piazzale di S. Maria del Benaco, posto fra la Parrocchiale di S. Pietro e Paolo e la Cartiera. I lavori di valorizzazione, terminati nel 2010 nella sola parte occidentale dell’area archeologica, sono ora stati completati anche nella parte situata a brevissima distanza dal lago.

Qui sono stati posti in luce diversi ambienti, fra cui alcuni riferibili al settore termale, che saranno visibili anche tramite un passaggio sopraelevato.

Il recente restauro ha permesso la pulitura, il consolidamento e la valorizzazione dei mosaici, delle pitture e di tutte le strutture antiche. All’ingresso dell’area archeologica, si trova un piccolo edificio di accoglienza dei visitatori, con pannelli e monitor touch screen che fornisce informazioni sulla villa di Toscolano e sulle altre ville romane del Garda. Da qui inizia il percorso di visita.

La villa romana costituisce uno dei più importanti edifici residenziali presenti in età romana sulle rive del lago di Garda. Si estendeva a breve distanza dalla riva del lago verso cui si affacciava con il suo prospetto principale. L’impianto generale, le dimensioni, le caratteristiche architettoniche e decorative inseriscono l’edificio nel gruppo delle ville lacustri esistenti sulle sponde del Benacus, edizione della manifestazione partecipa anche la nostra i cui esempi più noti sono le ville di Sirmione, “grotte di Catullo” e di Desenzano del Garda.

I primi ritrovamenti archeologici nell’area della villa di Toscolano risalgono al XV e XVI secolo; alla fine dell’Ottocento furono eseguiti scavi estesi, poi reinterrati.

La villa apparteneva probabilmente ai Nonii, una delle più importanti e influenti famiglie bresciane, che aveva interessi economici e vaste proprietà nella zona del lago e nel vicino territorio collinare e montano. Grazie a un’iscrizione rinvenuta probabilmente nell’area della villa, è stata attribuita a Marco Nonio Macrino, console nel 154, proconsole d’Asia nel 170-171, legatus e comes dell’imperatore Marco Aurelio. Si tratta pertanto, fra le ville gardesane, dell’unico caso in cui è stato possibile identificare con pochi margini di dubbio il proprietario, almeno nella fase di II secolo d.C., benché l’edificio anche successivamente può ben essere rimasto di proprietà della ricca e potente famiglia bresciana.

Nonostante sia stata scavata solo parzialmente, la villa risulta oggi già leggibile nel suo impianto planimetrico generale. Disposta parallelamente alla linea di costa, si doveva presentare con una loggia frontale sul lato orientale, quello rivolto verso il lago e con avancorpi sui due lati nord e sud. Costruita nel I secolo d.C., subì interventi e trasformazioni nei secoli successivi sino all’inizio del V secolo d.C., con una fase di grande rilevanza databile alla prima metà del II secolo d.C.

Anche gli scavi più recenti hanno dimostrato la grande ricchezza dell’edificio e confermato le diverse fasi costruttive della villa che conservò sino al momento della distruzione aspetti propri di un edificio di grande lusso.

L’apertura dell’area archeologica è prevista in futuro in modo continuativo, con orari più ampi durante la stagione estiva.

Con l’inaugurazione della nuova zona archeologica Toscolano Maderno, con la Valle delle Cartiere, le sue chiese, i suoi monumenti si conferma oggi come uno dei poli di maggiore interesse

culturale e di richiamo turistico dell’intera area gardesana.

 

VILLA ROMANA DEI NONII ARRII (dal sito del Comune di Toscolano Maderno)

 

Situata pochi metri prima dell’ingresso alla Cartiera di Toscolano, la villa romana dei Nonii Arrii costituisce uno dei più importanti edifici residenziali presenti in età romana sulle rive del lago di Garda.

Il complesso si estendeva a breve distanza dalla riva del lago, verso cui si affacciava con il suo prospetto principale. L’impianto generale, le dimensioni, le caratteristiche architettoniche e decorative lo inseriscono nel gruppo delle ville lacustri esistenti sulle sponde del Benacus, i cui esempi più noti sono le ville di Sirmione, (“Grotte di Catullo”) e di Desenzano del Garda.

I primi ritrovamenti archeologici nell’area risalgono al XV e XVI secolo; alla fine dell’Ottocento furono eseguiti scavi estesi, poi reinterrati. La parte più ricca di rinvenimenti si estendeva “al di sotto della pieve (attuale parrocchiale), presso la riva del lago, dove stanno la casa domenicale, la casa colonica, il brolo, i giardini e i campi della Prebenda”. Da qui “emersero continuamente colonne e statue di marmo, lapidi letterate, mosaici vastissimi, tubi di piombo, embrici, terracotte, medaglie, monete, capitelli e cornicioni lavorati, intonachi dipinti coi colori più vivaci e brillanti, una svariatissima quantità di marmi…

La villa apparteneva probabilmente ai Nonii, una delle più importanti e influenti famiglie bresciane, che aveva interessi economici e vaste proprietà nella zona del lago e nel vicino territorio collinare e montano. Grazie a un’iscrizione proveniente probabilmente dall’area della villa, questa è stata attribuita a Marco Nonio Macrino, console nel 154, proconsole d’Asia nel 170-171, legatus e comes dell’imperatore Marco Aurelio. Si tratta pertanto, fra le ville gardesane, dell’unico caso in cui è stato possibile identificare con pochi margini di dubbio il proprietario, almeno nella fase di II secolo d.C., benché l’edificio anche successivamente può essere rimasto di proprietà della ricca e potente famiglia bresciana.

Benché scavata solo parzialmente, la villa risulta già leggibile nel suo impianto planimetrico generale. Disposta parallelamente alla linea di costa, doveva avere un aspetto monumentale, con loggia frontale verso il lago e con avancorpi sui lati nord e sud. Costruita nel I secolo d.C., subì interventi e trasformazioni nei secoli successivi sino all’inizio del V secolo d.C., con una fase di grande rilevanza databile alla prima metà del II secolo d.C.

L’unico settore attualmente visitabile era quello meridionale, denominato settore A, che costituiva parte di uno dei due avancorpi laterali del complesso. Qui si aprono diversi ambienti, alcuni dei quali con pavimenti a mosaico e muri perimetrali conservati sino a oltre un metro di altezza, con resti consistenti della decorazione pittorica parietale. Vi si accedeva da un lungo corridoio decorato con pitture parietali di un certo pregio, ancora conservate per larghi tratti, con zoccolo nero e parte mediana a fondo bianco, con pannelli divisi da sottili e delicati elementi vegetali verticali.

L’asse centrale della villa si trovava più a nord, a circa 50 metri dal settore A, dove sorge la casa colonica tra la villa e la chiesa parrocchiale. Qui è stato messo in luce negli anni 1995-2000 un secondo nucleo (settore B), anch’esso non totalmente indagato, dove un grande ambiente centrale, probabilmente un triclinium, affiancato da due altri vani absidati, si apriva sul loggiato affacciato sul lago. Davanti al loggiato, immerso in un ampio giardino, si trovava un grande bacino-fontana rettangolare,  di forma molto elaborata, lungo ben 47 metri e largo 6. La sua presenza appare un elemento di prestigio per la villa e conferma l’impianto architettonico grandioso dell’edificio, che con le sue soluzioni architettoniche e il fronte panoramicamente rivolto verso il lago, era in grado di comunicare con immediatezza la collocazione sociale del proprietario.

La villa conservò  sino al momento della distruzione aspetti propri di un edificio di grande lusso.

L’edificio di Toscolano, che trova confronti con alcune delle più importanti ville d’otium presenti lungo le coste marittime, richiama il modello di villa allungata con prospetto scenografico che risale alla casa di Augusto sul Palatino e che prevarrà soprattutto nelle ville delle province occidentali. Ma esempi di ville con vani affacciati su un fronte porticato scenograficamente aperto sul mare si hanno anche in ambito italico, dalla villa di Minori  sulla costa tirrenica a quella di Barbariga (nucleo residenziale estivo) o di Monte Collisi, nell’isola di Brioni Maggiore, per citare solo gli esempi più noti e grandiosi.

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