giovedì, Marzo 28, 2024
HomeAttualitàTra Regno e Repubblica

Tra Regno e Repubblica

Per l'occasione della Festa della Repubblica è allestita fino al 24 giugno nell'atrio del municipio la mostra «Tra Regno e Repubblica, maggio-giugno 1946», ovvero la documentazione sulla transizione tra Regno d'Italia e Repubblica Italiana nella primavera del 1946. La mostra è a cura della civica di Riva del Garda.

La nascita della Repubblica Italiana avvenne a seguito dei risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, indetto per determinare la forma di Stato da dare all'Italia dopo la seconda guerra mondiale e che vide 12.717.923 (il 54,3 %) di cittadini favorevoli alla repubblica e 10.719.284 (il 45,7 %) di cittadini favorevoli alla monarchia. I risultati furono proclamati dalla Corte di Cassazione il 10 giugno 1946, mentre il giorno successivo tutta la stampa dette ampio risalto alla notizia. La notte fra il 12 e 13 giugno, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri, il presidente Alcide De Gasperi, prendendo atto del risultato, assunse le funzioni di Capo provvisorio dello Stato repubblicano.

L'ex re Umberto II lasciò volontariamente il Paese il 13 giugno 1946, diretto a Cascais, una città nel sud del Portogallo, senza nemmeno attendere la definizione dei risultati e la pronuncia sui ricorsi, che saranno respinti dalla Corte di Cassazione il 18 giugno 1946; lo stesso giorno la Corte integrò i dati delle sezioni mancanti, dando ai risultati il crisma della definitività. I presunti brogli elettorali e altre supposte azioni “di disturbo” della consultazione popolare, pur avendo costituito un tema di rivendicazione da parte dei sostenitori della causa monarchica, non sono stati mai confermati dagli storici non di parte. Subito dopo il referendum non mancarono scontri provocati dai sostenitori della monarchia, durante i quali si verificarono alcune vittime, come ad esempio a Napoli, in via Medina.

Il 2 giugno 1946, insieme con la scelta sulla forma dello Stato, i cittadini italiani (comprese le donne, che votavano per la prima volta in una consultazione politica nazionale) elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale. Risultarono votanti 12.998.131 donne e 11.949.056 uomini. Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente elesse a Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, con 396 voti su 501, al primo scrutinio.

La creazione di un'Assemblea Costituente era stata delineata sin dal 1944 nel decreto legislativo luogotenenziale 25 giugno, n. 151: in tale decreto si prevedeva che la forma istituzionale dello Stato sarebbe stata demandata ad un'apposita Assemblea “a tal fine eletta” dal Paese. I mutamenti intervenuti nel quadro politico postbellico trasformarono questa fisionomia delineata per la Costituente. Due sono infatti le vere carte di nascita dell'Assemblea Costituente: la prima è la legge elettorale politica 10 marzo 1946, n. 74, che dettava le norme per la sua elezione; la seconda è il decreto legislativo luogotenenziale del 16 marzo successivo, n. 98, nota come “seconda costituzione transitoria”, che affidava alla diretta scelta popolare, da effettuarsi attraverso un referendum da svolgersi contemporaneamente all'elezione dell'Assemblea Costituente, la scelta sulla forma istituzionale dello Stato (articolo 1). All'Assemblea vennero assegnati limiti cronologici ben precisi: essa infatti avrebbe dovuto concludere i suoi lavori entro l'ottavo mese dalla sua prima riunione, termine prorogabile non oltre i quattro mesi.

L'Assemblea adattò per il proprio funzionamento il regolamento interno della Camera del 1° luglio 1900 con le successive modificazioni fino al 1922 come era stabilito nel decreto legislativo luogotenenziale 16 marzo 1946, n. 98.Tale regolamento venne successivamente adottato in via definitiva, con poche modifiche costituite dalla creazione della Commissione per la Costituzione e di quella per i trattati internazionali, su proposta della Giunta per il Regolamento nella seduta del 15 luglio 1946.L'adozione “de plano” di questo regolamento significò innanzi tutto l'adozione della struttura in Gruppi parlamentari della precedente Camera dei deputati e delle modalità di funzionamento a cominciare dal ricorso al voto segreto, dall'uso del diritto di interpellanza, interrogazione e mozione, che rafforzò l'identità di Assemblea sovrana di fronte all'esecutivo, da cui scaturì quella contrapposizione con il Governo a cui il decreto legislativo luogotenenziale 98 lasciava delegato il potere legislativo.

Repubblica_2

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video