Tunnel corto o lungo: Provincia contro i sindaci di Riva, Arco e Nago Torbole
Tra Rovereto e il Garda
La provincia autonoma di Trento vuole il tunnel corto, i tre comuni dell’Alto Garda trentino vogliono quello lungo. Sul piatto da lustri ormai, il progetto di render più scorrevole la strada statale 240 tra Rovereto e Riva del Garda, continua a suscitare polemiche. L’ultimo in ordine di tempo è quello tra l’assessore all’urbanistica della Provincia di Trento, il diessino Roberto Pinter preoccupato di mantenere un certo contegno ecologista, e i tre sindaci dell’Alto Garda, Cesare Malossini (Giunta di centro sinistra) di Riva del Garda, Renato Veronesi, Margherita, di Arco, e il diessino Giuseppe Parolari di Nago Torbole che hanno optato per una soluzione diversa da quanto vuole, invece, Pinter. Assieme i tre sindaci rappresentano quasi 35 mila abitanti. Tutto ruota attorno al potenziamento della viabilità tra Rovereto e l’Alto Garda, tra l’autostrada del Brennero e Riva del Garda, un tracciato di 13 chilometri circa, che serve anche come collegamento per tutta la sponda veronese del Benaco. Il tratto interessato dal progetto di una galleria è quello di due chilometri circa che separano il lago di Loppio dalla piana dell’Alto Garda. Il dislivello è di 200 metri. Pinter vuole un tunnel corto per ragioni presto spiegabili. Il suo timore è che sia il collegamento tra Rovereto e Riva con una galleria lunga a doppia canna, di tipo autostradale, sia la circonvallazione di Mori, in costruzione, portino alla creazione, in definitiva, di una superstrada. E il conseguente rischio di aumento smisurato di traffico anche per un’asse viabilistico Rovereto-Brescia (attraverso la val di Ledro e la Valsabbia) che potrebbe allettare il semplice traffico di passaggio, soprattutto pesante, rendendo l’Alto Garda e Ledro, pura terra di transito. Cosa evitabile, invece, con il tunnel corto. D’altra parte i sindaci optano per il lungo, più veloce e, sebbene più costoso, più razionale. E’ una sorta di vero e proprio braccio di ferro quello tra Pinter e i tre primi cittadini. Alimentato anche da un maldestro approccio al problema proposto dalla Provincia stessa: prima ha fatto sapere che dovevano essere i Comuni a scegliere una delle due soluzioni, corto o lungo (il tunnel corto è fattibile in tre varianti), che il Servizio viabilità aveva elaborato. Poi, e solo dopo che i tre sindaci avevano deciso per la galleria lunga, Trento ha chiarito che la decisione la Provincia l’aveva già presa. Che si doveva fare il tunnel corto, e che i Comuni dovevano semplicemente rendersi conto della bontà della scelta. Ed è talmente determinato, Pinter, da aver messo i comuni di fronte all’«aut aut» o corto o niente. L’Alto Garda rischia, dunque, grosso. Intanto, a margine di questa querelle, i consigli comunali delle tre municipalità hanno deciso di ritrovarsi giovedì 4 aprile assieme ai tecnici del Servizio viabilità per analizzare congiuntamente le soluzioni sul tappeto. La maggioranza dei consiglieri appare in ogni modo orientata a sostenere i primi cittadini. Il più duro con la Provincia è stato il vicesindaco di Riva del Garda, Pietro Matteotti che ha dichiarato inaccettabile il comportamento di Pinter: ha bollato come una presa in giro l’operazione “ascolto” delle comunità locali quando le decisioni erano già state prese. Pinter dal canto suo ha risposto definendo l’opzione “tunnel lungo” piena di contraddizioni, troppo impattante, una soluzione molto negativa soprattutto per concetto insito di una superstrada che non rientra nei piani della Giunta provinciale. Sono infine intervenuti anche gli ecologisti: “La scelta del tunnel lungo a doppia canna rappresenta, di fatto, un raddoppio della capacità di trasporto tra la piana di Loppio ed il Basso Sarca — ha scritto in una nota il Wwf dell’Alto Garda e il Comitato sviluppo sostenibile — Prevede, infatti, un percorso, alternativo a quelli attuali, dotato di doppia corsia e con velocità di percorrenza decisamente superiore. Crea quindi una superstrada che, con l´eccezione di soli 4 km a corsia semplice, collegherà l´autostrada all´Alto Garda. Facile immaginare che, nel tempo superato l´ostacolo principale della discesa nell’Alto Garda, anche il tratto tra Loppio e l´imbocco della bretella di Mori verrà adeguato di conseguenza. Contemporaneamente in provincia di Brescia si stanno portando avanti progetti per rendere più breve e veloce il collegamento con la nostra provincia. Sta prendendo corpo il progetto di collegamento veloce tra provincia di Vicenza e quella di Brescia. Passando dal Basso Sarca. Sembra a questo punto ridicolo pensare che il traffico aggiuntivo prodotto dal tunnel lungo nell´arco di 10 anni si limiti al 15/20 % rispetto ai volumi attuali. La superstrada creerà le condizioni perché il Basso Sarca diventi territorio di passaggio, finirà per facilitare nuovi insediamenti produttivi in zona nonché per favorire il pendolarismo turistico verso il lago ed i monti. Effetti indotti di tale scelta saranno: la congestione delle principali direttrici di smaltimento del traffico; il collasso dei parcheggi; un aumento intollerabile dell´inquinamento atmosferico ed acustico; un ulteriore irreversibile consumo di territorio per insediare nuove attività”.
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