Il presidente della Provincia, Cavalli, sul progetto e sugli effetti dell’Alta capacità. Critiche a Corsini: «Brescia non sia egoista, la stazione serve a Montichiari»

«Treni veloci, fonte di sviluppo»

25/01/2003 in Attualità
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Di Luca Delpozzo
Enrico Mirani

L’Alta capac­ità fer­roviaria è un’occasione da non perdere per l’intero sis­tema Bres­cia. Una stra­or­di­nar­ia oppor­tu­nità per svilup­pare l’aeroporto di Mon­tichiari, che si tro­verebbe al cen­tro di una rete di comu­ni­cazioni su stra­da e rota­ia di valen­za euro­pea, capace di avvic­inare l’economia bres­ciana ai mer­cati dell’est. Un’opera grandiosa, con una inva­siv­ità lim­i­ta­ta gra­zie a tec­niche prog­et­tuali e a tec­nolo­gie costrut­tive avan­zate. Ne sono con­vin­ti il pres­i­dente del­la Provin­cia, Alber­to Cav­al­li, e l’assessore ai Trasporti, Vale­rio Pri­gnachi, che da tem­po sono impeg­nati per la nuo­va infra­strut­tura. La trat­ta -Verona del­la lin­ea Tori­no-Venezia fa parte del cosid­det­to «Cor­ri­doio 5» sull’asse Lis­bona- Kiev. I Comu­ni bres­ciani inter­es­sati dal­la lin­ea sono 27 . La Provin­cia ha il com­pi­to di rac­cor­dare le richi­este del ter­ri­to­rio con le esi­gen­ze prog­et­tuali, coor­di­nan­do gli enti locali. La scalet­ta tem­po­rale (teor­i­ca ovvi­a­mente) prevede la redazione del prog­et­to esec­u­ti­vo da parte dei tec­ni­ci del­la Rete Fer­roviaria Ital­iana entro la metà del 2003 e l’avvio delle pro­ce­dure per l’apertura dei cantieri nel 2004. Nel frat­tem­po la scommes­sa del­la Provin­cia è rac­cogliere l’adesione degli enti locali e dei sogget­ti pri­vati sul prog­et­to. Si sono già tenu­ti numerosi incon­tri e una Con­feren­za dei servizi a Roma in dicem­bre. Un nuo­vo incon­tro con i Comu­ni, a Palaz­zo Bro­let­to, è in cal­en­dario dopodomani, lunedì 27. «Abbi­amo già ras­si­cu­ra­to i sin­daci», affer­ma Cav­al­li. «Saran­no sal­va­guar­date le reti viarie comu­nali, le reti irrigue, l’accessibilità dei fon­di agri­coli, i dis­a­gi dei cantieri saran­no ridot­ti al min­i­mo. Le Fer­rovie faran­no opere di mit­igazione dell’impatto ambi­en­tale e sis­te­mer­an­no la esistente». Alcu­ni Comu­ni, nei giorni scor­si, han­no espres­so for­ti per­p­lessità sul prog­et­to. Il sin­da­co di Chiari, Mino Fac­chet­ti, ha par­la­to di «un’opera dan­nosa e inutile». L’assessore Pri­gnachi rib­at­te: «Strana ques­ta val­u­tazione. Il sin­da­co di Chiari, nel­la Con­feren­za dei servizi di dicem­bre, ha det­to sì all’Alta capac­ità a pat­to che nel suo ter­ri­to­rio scor­ra su un viadot­to. E il prog­et­to prevede pro­prio un viadot­to». Capri­ano è pre­oc­cu­pa­to per la sua zona indus­tri­ale, coin­ci­dente con il trac­cia­to: «Abbi­amo già seg­nala­to ai tec­ni­ci le richi­este di Capri­ano», dice Pri­gnachi. «I prog­et­tisti stan­no pre­dispo­nen­do delle alter­na­tive: non cam­bi­a­men­ti del­la lin­ea, ma soluzioni ingeg­ner­is­tiche rese pos­si­bili dal­la tec­nolo­gia. Lo stes­so, pos­si­amo ras­si­cu­rare anche tut­ti gli altri Comu­ni che han­no fat­to pre­sente situ­azioni critiche». Alber­to Cav­al­li si riv­olge al mon­do agri­co­lo: «In questi anni abbi­amo fat­to notevoli sforzi per pro­muo­vere l’agricoltura: come pen­sare che adesso inten­di­amo penal­iz­zarla?» Dal­la Provin­cia arri­va una rispos­ta anche al sin­da­co di Bres­cia, Pao­lo Corsi­ni, che nei giorni scor­si ha chiesto con insis­ten­za la mod­i­fi­ca del trac­cia­to con l’individuazione di una speci­fi­ca fer­ma­ta a Bres­cia. Ricor­diamo che il prog­et­to prevede una bifor­cazione del­la lin­ea in ter­ri­to­rio di Rova­to: l’Alta capac­ità vera e pro­pria pros­egue a sud ver­so Cas­tenedo­lo-Cal­ci­na­to, un ramo sec­on­dario entra a Bres­cia, con il rad­doppio dei bina­ri. «Ques­ta soluzione — dice Cav­al­li — con­sente di avere una stazione vici­no all’aeroporto di Mon­tichiari, d’accordo con la Regione e la Rete Fer­roviaria Ital­iana. Qui si con­cen­tr­eran­no le infra­strut­ture del­la comu­ni­cazione, che con­sen­ti­ran­no al di diventare uno sno­do fon­da­men­tale non solo per la nos­tra econo­mia». Sec­on­do Cav­al­li, il pas­sag­gio del­la lin­ea prin­ci­pale dal capolu­o­go sarebbe neg­a­ti­vo per due ragioni: «Non aumenterebbe la fre­quen­za dei treni e inoltre sarebbe una scelta inadegua­ta rispet­to alle neces­sità del “sis­tema Bres­cia”». La cit­tà «non può essere ego­ista, vol­ere sem­pre tut­to e pen­sare solo a se stes­sa. Deve smet­ter­la di con­cen­trare fun­zioni, bisogna ragionare in ter­mi­ni di grande Bres­cia, non ricostru­ire le mura venete. La stazione serve dove l’abbiamo pen­sa­ta. E poi — con­tin­ua Cav­al­li — mi chiedo cosa potrebbe diventare la cit­tà nei prossi­mi anni con tut­ti i lavori già pro­gram­mati…». Si prevede che la lin­ea Alta capac­ità pos­sa rag­giun­gere la piena effi­cien­za ver­so il 2020, quan­do nel­la nuo­va stazione (a Cas­tenedo­lo o Mon­tichiari) si fer­mer­an­no ogni giorno 120 con­vogli. A Bres­cia i treni in fer­ma­ta saran­no 54: «Una stazione speci­fi­ca non aumenterebbe questo numero», insiste Pri­gnachi. L’Alta capac­ità, dunque, è diven­ta­ta un tema cen­trale. «Presto — dice Cav­al­li — ne dis­cuter­e­mo in Con­siglio provin­ciale». Intan­to con­tin­ua l’opera di con­fron­to fra la Provin­cia e le Ammin­is­trazioni comu­nali. Lunedì mat­ti­na nuo­va appun­ta­men­to.

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