venerdì, Aprile 26, 2024
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Navigazione & regole. Invito del presidente dell’Automobil club tedesco. Norme in tre lingue, appello per salvare la pesca con la dirlindana

Troppi numeri per il soccorso «Dovete attivarne uno solo»

«Sono lieto di annunciare che anche quest’anno la Guardia costiera effettuerà il servizio di soccorso sul Benaco», ha detto il presidente della Comunità del Garda Giuseppe Mongiello aprendo i lavori del convegno sulla navigazione e l’uso turistico delle acque del Garda che l’ente gardesano ha organizzato in collaborazione con l’Adac, l’Automobil club della Germania. «La stagione turistica che si sta aprendo in questi giorni sarà il banco di prova della nuova legge che regola la navigazione sul lago di Garda», ha continuato Mongiello. «Questo provvedimento che attendevamo da anni ha finalmente concluso il suo iter: ora è necessario dare la massima diffusione a questa normativa specialmente nei confronti dei turisti stranieri. La Comunità del Garda si è già impegnata a stendere il testo coordinato della legge che è stata approvata da Veneto, Lombardia e provincia autonoma di Trento, e per tradurla in tedesco, inglese e francese. Intanto si sta provvedendo alla revisione dello statuto della Comunità che sarà trasformata da ente morale a Consorzio; ciò premetterà di avere maggior efficacia gestionale». «Il Garda è una delle mete preferite dai nostri soci che sono oltre 14 milioni», ha affermato Karl Rakerseder, responsabile della navigazione da diporto dell’Adac. «È stato rilevato però che è quasi impossibile mettere in acqua autonomamente le imbarcazioni; mancano gli scivoli pubblici per non parlare della cronica mancanza di parcheggi dove sistemare i carrelli che servono per trasportare le barche. Ciò significa che per l’alaggio dei natanti ci si deve rivolgere ai cantieri con relativo esborso di denaro. I nostri soci hanno constatato anche che sono aumentati molto i costi per l’uso delle boe e dei posti barca». Sulla sponda bresciana del lago la Regione Lombardia ha demandato la gestione dei porti ai Comuni mentre il demanio extraportuale deve essere gestito da consorzi che raggruppino più Comuni. «Per quanto riguarda le tariffe di boe e posti barca la Lombardia ha stabilito delle tariffe che variano a seconda della stazza delle barche», ha informato l’assessore ai lavori pubblici di Salò Bernardo Berardinelli, che si occupa di demanio portuale ed extraportuale per il Garda bresciano. Sulla sponda veronese invece non valgono le stesse regole e la competenza è dell’ispettorato di porto mentre in acque trentine è la Provincia a dettare le regole. Anche in tema di sicurezza c’è varietà; se ci si trova in difficoltà sulle azzurre acque del più grande lago d’Italia si può telefonare al 118, al 112 (carabinieri), 113 (polizia), 115 (vigili del fuoco), 1530 (guardia costiera) o al 3382305386 (Blue team life guard della Società nazionale di salvamento sezione di Verona); in più sulla sponda bresciana operano i Volontari del Garda. È evidente quindi che è necessario istituire un numero unico che coordini gli interventi e in quest’ambito dovrebbero intervenire le Prefetture delle province che si affacciano sul Garda. Nel convegno sono emerse delle incongruenze anche a livello internazionale; in Italia le dotazioni di sicurezza delle imbarcazioni devono essere revisionate ogni cinque anni mentre in Germania questo obbligo non esiste. Come detto la legge interregionale che disciplina la navigazione sul Garda è appena entrata in vigore ma già c’è chi chiede che venga modificata; lo ha fatto Antonio Pasotti a nome di tutti i pescasportivi che usano l’antico sistema della dirlindana, la pesca a strascico. «La legge impone che si debba navigare a 300 metri dalla costa, tranne in alcune zone dove c’è la deroga e ci si può avvicinare fino a 150 metri. Ciò significa la morte della pesca con la dirlindana che un tempo veniva praticata anche dai pescatori professionisti», ha affermato Pasotti .«Per questo a nome di tutti coloro che amano questo antico sistema di pesca chiedo che venga data la possibilità ai pescatori di navigare a 150 metri dalla costa su tutto il lago imponendo la velocità massima di 3 nodi così come è previsto per l’approdo e l’entrata e uscita dai porti». Tra i possibili obiettivi che sono emersi dal dibattito c’è l’ipotesi di istituire un centro di controllo unico per la navigazione sul Garda che si possa avvalere di un sistema satellitare. Tornando al presente, Rakerseder ha detto molto più pragmaticamente: «Sarebbe già molto utile poter fornire ai nostri soci un numero unico a cui rivolgersi per ogni tipo di emergenza. Ora invece rischiano di fare confusione».

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