venerdì, Marzo 29, 2024
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Garda e Valsabbia si alleano per un sviluppo sostenibile del territorio: a disposizione 2,5 milioni di euro Incentivi per i «bed & breakfast» e per fermare lo spopolamento

Turisti nella terra fra i due laghi

Un progetto a due per valorizzare la «terra fra i due laghi». E’ questa la scommessa che l’alto Garda e la Valsabbia lanciano insieme per rilanciare l’economia e il turismo di questa vasta area montana fra il Benaco e l’Eridio, che vanta una ricchezza paesaggistica non comune ma poco conosciuta. La strada che si vuole imboccare è quella dello sviluppo sostenibile: solo così è possibile porre un freno allo spopolamento. Ma in che modo? Con nuove modalità di utilizzo delle energia solare, collocando tegole fotovoltaiche su quattro edifici pubblici, tra cui quello di Gargnano della Comunità montana parco Alto Garda. Finanziando iniziative per la creazione di «bed & breakfast» (privati che intendono mettere a disposizione dei turisti fino a tre camere, senza tenere registrazioni Iva), con un contributo a fondo perduto del 30% sulle spese sostenute per avviare l’attività: il termine del bando di concorso, disponibile nella sede dell’ex macello di Salò, scade il 17 dicembre, ma verrà riaperto in gennaio (i punteggi cercano di privilegiare le località dell’entroterra). E ancora: si vuole rendere visibile e facilmente percorribile un itinerario che consenta di ammirare borghi e fienili, malghe e canoniche, rifugi e ville, aree protette e siti di interesse naturale o scientifico. Ma anche recuperare le architetture tipiche, come la limonaia di Prato della Fame a Tignale o la Rocca d’Anfo. Collocare laboratori permanenti nel centro Tetraonidi di Valvestino e nell’ex colonia di Valledrane, da utilizzare per attività didattiche: cicli di scuola-ambiente, studi su flora, fauna ed etologia, valutazione degli impatti ambientali. Disegnare e rendere funzionante l’ippovia, il sentiero dei cavalli, dall’Adamello al lago di Garda. Avviare un progetto di cooperazione con la Scozia (e, in futuro, con Svizzera e Austria). L’altra sera, a Salò, gli amministratori del «Gruppo azione locale» di Garda e Valsabbia hanno spiegato idee, programmi e prospettive. Il Gal, che raggruppa 25 realtà locali, è nato la scorsa primavera, per gestire i fondi europei denominati Leader Plus (due milioni e 510 mila euro, pari a quasi cinque miliardi di vecchie lire). Lo scopo è di avviare nuove iniziative economiche, in collaborazione tra enti pubblici, imprese e associazioni privati, favorendo la valorizzazione delle risorse umane e materiali del territorio. Promuovere, insomma, azioni di sviluppo in tutti i settori di attività dell’ambiente rurale (tutela e miglioramento ambientale e delle condizioni di vita, agricoltura, artigianato, terziario, turismo, servizi socio-culturali), secondo il principio dello sviluppo sostenibile. «L’Unione Europea – dice il presidente, Armando Fontana, originario di Campione e leader della Fonte Tavina di Salò – ha pensato di trovare meccanismi per frenare lo spopolamento delle zone di montagna. La gente se ne va per mancanza di lavoro e condizioni poco favorevoli. Bisogna cercare di valorizzare il territorio, presentando piani particolari. In questi mesi abbiamo messo in cantiere una serie di progetti: qualcuno è già in via di realizzazione, e dovrebbe portare a risultati concreti in tempi abbastanza brevi. «Al momento in Lombardia i Gal, studiati per superare le lentezze burocratiche e politiche, sono sei: in Val Brembana, Casalmaggiore-Marcaria-Oglio Po (Cremona), Oltrepò Pavese, Valsassina (Lecco-Como) e Valtellina (Sondrio), oltre al nostro. Dispongono complessivamente di 14-15 milioni di euro; si dovrebbe aggiungere una cifra identica, conferita da Stato e Regione. L’Alto Garda e la Valle Sabbia potrebbero sostenersi reciprocamente, rivalutando le bellezze ambientali. Anche perchè i turisti vogliono vivere sempre più a contatto con la natura». Bruno Faustini ha ricordato come l’idea di puntare alla «terra fra i due laghi» sia stata vincente. «Vogliamo sperimentare qualcosa di innovativo – ha detto il presidente della Comunità montana parco -, avviando una collaborazione tra realtà confinanti. E’ questa, in definitiva, la connotazione più rilevante. E i cinque miliardi ottenuti sono in grado di movimentarne molti altri». Raffaele Rizza: «Per conservare l’ambiente occorre creare occasioni di lavoro in montagna, facendo diventare appetibili zone che rischiano lo spopolamento totale. Una grossa scommessa».

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