Il documento programmatico siglato da 40 Comuni della pianura orientale lombarda sulla regimentazione e sulla valorizzazione delle acque del Fiume Chiese e del Lago d’Idro, è stato inserito tra i punti principali da sviluppare in una deliberazione Consiliare di Regione Lombardia.

Tutela, valorizzazione e gestione del Fiume Chiese: il documento dei comuni ottiene l’impegno della Regione

13/05/2022 in Attualità
Di Redazione

Rego­la­mentare, rivedere e svilup­pare la ges­tione idri­ca delle acque del Lago d’Idro e del fiume Chiese: queste sono le neces­sità più urgen­ti di una comu­nità com­pos­ta da migli­a­ia di cit­ta­di­ni, da 40 Comu­ni, che nel 2019 han­no deciso di sot­to­scri­vere un doc­u­men­to pro­gram­mati­co in 5 pun­ti che definisse le prin­ci­pali neces­sità idriche di quest’area del­la pia­nu­ra lom­bar­da ori­en­tale.

Questo doc­u­men­to ha incon­tra­to la sen­si­bil­ità e l’ascolto del­la Con­sigliera Regionale, Pres­i­dente V Com­mis­sione Ter­ri­to­rio, Infra­strut­ture e Trasporti, sem­pre atten­ta al ter­ri­to­rio e ai bisog­ni dei cit­ta­di­ni, che ha por­ta­to il tema sul tavo­lo del Con­siglio Regionale lom­bar­do il 22 mar­zo 2022: ne è usci­ta una delib­er­azione regionale che pren­derà come base di parten­za d’intervento il doc­u­men­to pro­gram­mati­co per svilup­pare, appro­fondire e soprat­tut­to inve­stire risorse per risol­vere le prob­lem­atiche endo­gene del Lago d’Idro e del fiume Chiese.

LA GENESI DEL DOCUMENTO DEI COMUNI.

Era il mese di luglio del 2019, quan­do l’appena inse­di­a­ta Ammin­is­trazione Maestri decise di fis­sare un incon­tro sul tema del Fiume Chiese invi­tan­do i Comu­ni dell’alta e media pia­nu­ra ori­en­tale aven­ti per capofi­la Mon­tichiari e Bedi­z­zole a cui si aggiungerà Aso­la in un sec­on­do momen­to per la spon­da man­to­vana).

Il riscon­tro è mas­s­ic­cio, l’interesse per far sen­tire la pro­pria voce è grande: viene quin­di real­iz­za­to un doc­u­men­to in 5 pun­ti che spie­ga e rias­sume le neces­sità di un ter­ri­to­rio di rego­la­mentare tramite opere di regi­mazione le acque del Lago d’Idro e del fiume Chiese per la sicurez­za e la sus­sis­ten­za del­la popo­lazione res­i­dente. La boz­za del testo viene redat­ta gra­zie anche al prezioso aiu­to del Con­sorzio di Bonifi­ca del Chiese e il testo defin­i­ti­vo viene approva­to e sot­to­scrit­to il 30 otto­bre 2019. Parte un per­cor­so isti­tuzionale inizial­mente locale che vede il pas­sag­gio in Con­siglio Comu­nale a Cal­ci­na­to il 20 dicem­bre 2019, sal­vo poi avere un brus­co stop dovu­to all’imminente pan­demia da Coro­n­avirus.

 

I 5 PUNTI DEL DOCUMENTO.

L’obiettivo prin­ci­pale del testo è sem­pre sta­to quel­lo di sol­lecitare inter­ven­ti sovra­co­mu­nali che andassero nel sen­so di una sicurez­za idrauli­ca, di una tutela dal ris­chio idro­ge­o­logi­co delle con­dizioni ambi­en­tali e pae­sag­gis­tiche del­la pia­nu­ra ori­en­tale lom­bar­da e di una cor­ret­ta ges­tione delle acque super­fi­ciali del ter­ri­to­rio.

I pri­mi due pun­ti pren­dono in con­sid­er­azione pro­prio la pro­tezione delle comu­nità sub­lacuali dal ris­chio di “dram­matiche eson­dazioni” sem­pre più dif­fuse con i fenomeni atmos­feri­ci estre­mi ogni anno più fre­quen­ti: questo è pos­si­bile soltan­to attra­ver­so lo stanzi­a­men­to di finanzi­a­men­ti e la real­iz­zazione di opere di rego­lazione del lago pro­prio come avvenu­to per le local­ità lacuali.

Il ter­zo pun­to anal­iz­za la situ­azione del fiume Chiese, dell’agricoltura e dei meto­di di irrigazione: il doc­u­men­to sostiene la neces­sità di con­ser­vare un “meto­do irriguo tradizionale”, denom­i­na­to a scor­ri­men­to, meto­do stori­co che ha dato for­ma e dis­eg­na­to l’attuale con­for­mazione geografi­ca del­la pia­nu­ra. Questo sis­tema non spre­ca acqua, ma al con­trario ne facili­ta il riu­ti­liz­zo facen­do cir­co­lare le acque del fiume Chiese dal­la super­fi­cie al con­testo sot­ter­ra­neo con il ritorno nei fontanili del­la Bas­sa. Un inter­scam­bio fon­da­men­tale tra alta e bas­sa pia­nu­ra, un’interdipendenza che limi­ta lo spre­co, gra­zie ad una fit­ta rete di canali, e che sal­va­guardia l’ambiente da effet­ti neg­a­tivi. Questo non vuol dire elim­inare l’irrigazione a goc­cia, ma uti­liz­zarla solo dove pos­si­bile trovan­do un gius­to equi­lib­rio in relazione al peri­o­do stori­co. E, se pos­si­bile, trovare anche nuovi meto­di di irrigazione anco­ra più effi­ci­en­ti.

Il quar­to e il quin­to pun­to vanno oltre al con­testo agri­co­lo e par­lano speci­fi­ca­mente di quan­tità d’acqua più rego­la­men­ta­ta, non solo per l’agricoltura, non solo per le emer­gen­ze o le urgen­ze, ma per la quo­tid­i­an­ità. La garanzia di risorse idriche suf­fi­ci­en­ti per un cor­ret­to stile di vita nel­la Bas­sa è il vero tema: l’Alto Chiese uti­liz­za l’acqua spes­so come busi­ness ener­geti­co, las­cian­do razioni insuf­fi­ci­en­ti per la soprav­viven­za del­la Pia­nu­ra. Le “capac­ità residue d’invaso” in alta quo­ta van­no uti­liz­zate anche per raf­forzare le acque del Chiese per il benessere di tutte le comu­nità pren­den­do con­sapev­olez­za del “pro­gres­si­vo calo del­la disponi­bil­ità idri­ca nat­u­rale” gen­erale. L’ultimo argo­men­to è quel­lo del­la ricon­ver­sione di aree inuti­liz­zate o degra­date ad “invasi” di pia­nu­ra come ad esem­pio la diga Mas­cari­ni che potrebbe diventare un baci­no idri­co e aiutare a razion­al­iz­zare meglio l’acqua pre­sente.

 

PROVINCIA E REGIONE, SENSIBILITÀ E AZIONE.

Il doc­u­men­to, dopo l’interruzione dovu­ta al Covid nel 2019, riprende il suo iter e ad otto­bre del 2020 arri­va sulle tav­ole del Prefet­to di Bres­cia, allo­ra Attilio Vis­con­ti, e di alcune Con­sigliere Region­ali: Clau­dia Carz­eri, Viviana Becca­los­si e Francesca Ceruti.

Se dal lato provin­ciale viene espres­sa piena sol­i­da­ri­età e sen­si­bil­ità sui temi espres­si, la Con­sigliera di Regione Lom­bar­dia Clau­dia Carz­eri, li por­ta all’attenzione del­la Giun­ta trovan­do l’Assessore all’Agricoltura disponi­bile ad appro­fondire l’argomento con un incon­tro nel novem­bre del 2020, ma anco­ra una vol­ta la pan­demia osta­co­la il proces­so pos­tic­i­pan­do tutte le tappe che avreb­bero por­ta­to poi al risul­ta­to tan­to atte­so. Lo step finale è recente, è del 22 mar­zo 2022, Con­siglio Regionale del­la Lom­bar­dia: l’oggetto del­la sedu­ta è “Risoluzione con­cer­nente la tutela e la val­oriz­zazione del fiume Chiese e del Lago d’Idro”. La delib­er­azione che ne con­segue è un impeg­no in cui Giun­ta e Pres­i­dente del­la Lom­bar­dia garan­tis­cono “appro­fondi­men­ti sull’applicazione del deflus­so eco­logi­co sub lacuale”; sosten­gono “il miglior uso del­la risor­sa idri­ca del baci­no Lago d’Idro – fiume Chiese anche medi­ante un Con­trat­to per il per il Fiume Chiese, svilup­pan­do i 5 pun­ti esposti nel doc­u­men­to pro­gram­mati­co”; assi­cu­ra­no “lo stanzi­a­men­to di risorse eco­nomiche nec­es­sarie” e “di affrontare con i Comu­ni inter­es­sati i temi di sicurez­za idrauli­ca, sal­va­guardia dell’ambiente, risparmio di risor­sa idri­ca e svilup­po di meto­di irrigui ad alta effi­cien­za”.

L’obiettivo è rag­giun­to, un per­cor­so lun­go qua­si 3 anni ha trova­to il gius­to epi­l­o­go e ora si può pas­sare alla fase oper­a­ti­va.

 

IL COMMENTO DEI PROTAGONISTI.

Il Sin­da­co di Cal­ci­na­to Nico­let­ta Maestri, pri­ma pro­motrice del doc­u­men­to pro­gram­mati­co non nasconde la sod­dis­fazione: “Siamo par­ti­ti da lon­tano, spin­ti dal­la volon­tà di rap­p­re­sentare le tante famiglie delle nos­tre comu­nità che ormai da anni sosten­gono l’urgenza di affrontare queste prob­lem­atiche. Sono con­tenta e mi reputo for­tu­na­ta ad aver incon­tra­to in questo per­cor­so tante per­sone com­pe­ten­ti, preparate e umana­mente eccezion­ali che han­no con­di­vi­so un piano di lavoro chiaro e pun­tuale. Oggi il pri­mo obi­et­ti­vo è rag­giun­to gra­zie alla col­lab­o­razione con Regione e con la Con­sigliera Clau­dia Carz­eri, ora pos­si­amo pas­sare alla fase finale, e conc­re­ta, del prog­et­to”.

“Il fiume Chiese – spie­ga Clau­dia Carz­eri – è un’importante risor­sa per il set­tore agri­co­lo bres­ciano e man­to­vano. È, però, un cor­so d’acqua che ha bisog­no di inter­ven­ti strut­turali per poter­lo met­tere in sicurez­za e per pro­muo­vere la sua fun­zione strate­gi­ca per l’agricoltura locale, garan­ten­do allo stes­so tem­po la tutela del­la bio­di­ver­sità. Per questi motivi è nec­es­sario e urgente tute­lare e miglio­rare l’intera area flu­viale del Chiese attra­ver­so un ‘Con­trat­to di Fiume’ che pos­sa meglio gestire le acque del baci­no del lago d’Idro, soste­nen­do le attiv­ità di irrigazione degli agri­coltori. La base di parten­za del ‘Con­trat­to’ dovrà essere il doc­u­men­to pro­gram­mati­co, pro­mosso dal Sin­da­co di Cal­ci­na­to Nico­let­ta Maestri, sot­to­scrit­to da 40 Comu­ni delle Provin­cie di Bres­cia e Man­to­va attra­ver­sa­ti dal Chiese. È questo lo stru­men­to per dare voce alle esi­gen­ze dei ter­ri­tori”.

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