sabato, Aprile 20, 2024
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È questa una delle ipotesi di destinazione sul tappeto, giunte da Milano e valutate in questi giorni, dalla proprietà del Cinema-teatro Alberti.

Ua moschea nella vecchia chiesa tarsformata in teatro?

Diventerà moschea l’antica chiesa dell’ex-convento di Santa Maria de Senioribus? È questa una delle ipotesi di destinazione sul tappeto, giunte da Milano e valutate in questi giorni, dalla proprietà del Cinema-teatro Alberti, situato all’imbocco di via S. Maria, nel centro storico della città. Non l’unica. Infatti molte comunità sono interessate ad ottenere la disponibilità del vasto complesso. Fra le possibili destinazioni si parla di trasformare il cinema in Centro culturale multietnico, in sala riunioni e anche in moschea. Se così sarà, lo storico edificio subirà l’ennesima trasformazione, riservando a quella che secoli fa era la chiesa dell’antico convento con annesso chiostro, un ben strano destino. Passando da chiesa cattolica a teatro, a cinema e infine a luogo di culto per quanti praticano la religione musulmana. Infatti l’attuale edificio del cinema Alberti – conferma lo storico Giuseppe Tosi, autore di un libro dedicato al complesso di Santa Maria de Senioribus – era anticamente la chiesa del convento. Quest’ultimo fu chiuso dalla Repubblica Veneta nel 1770, mentre la chiesa sopravvisse fino al 1813 quando Napoleone soppresse le due confraternite alle quali era stato attribuito il tempio. L’immobile diventò poi un teatro. Nel 1815 venne in parte demolito l’adiacente campanile. Visse per tutto l’Ottocento un secolo d’autentico splendore. Il declino arrivò agli inizi del Novecento. Nel 1954 la famiglia Bergamaschi ne divenne proprietaria, rilevando le quote dall’associazione palchettisti. E, dopo un periodo di “boom” all’epoca dei cinemascope, il nuovo cinema è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Ora il cinema risulta chiuso e, secondo le informazioni raccolte, la pausa dovrebbe prolungarsi per alcuni mesi. Ma la novità riguarda la futura destinazione dell’immobile. La conferma arriva dalla proprietaria. «Sono stata recentemente contattata da esponenti della comunità musulmana di Milano. Hanno avuto notizia del fatto che a Desenzano sono proprietaria di questo vasto immobile. Si sono dichiarati interessati a ottenerne l’affitto, a conclusione del contrato in corso. La destinazione potrebbe essere proprio la moschea. I contatti sono proseguiti tanto che la prossima settimana arriverà a Desenzano una delegazione araba, che arriverà da Roma per valutare l’edificio e la fattibilità del progetto», spiega al cronista la signora Patrizia Bergamaschi. «Non è l’unica possibilità. Altri si sono fatti avanti proponendo la trasformazione in Centro culturale multietnico. Avrei preferito dare l’immobile al Comune di Desenzano e restituirlo ai fasti dell’Ottocento, quando il teatro era una piccola “Scala”. Ma se al Municipio non interessa devo trovare altre soluzioni. Attualmente la sala offre 550 posti a sedere, ha 8 uscite di sicurezza, può ospitare spettacoli di arte varia e con interventi minimi può essere trasformata anche in teatro». Contro la realizzazione di una moschea si è subito schierato Rino Polloni, consigliere comunale di minoranza che ha scritto una lunga lettera al sindaco e, per conoscenza, a tutti i parroci. Il canto del «muezzin» è destinato ad accompagnare in un futuro prossimo la giornata dei desenzanesi?

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