giovedì, Marzo 28, 2024
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Cresce la collaborazione tra i veronesi e i 1800 bambini della cittadina di Cherniakhiv. L’associazione raccoglie adesioni per ospitare i piccoli ucraini

Un Arcobaleno per Chernobyl

Anche quest'anno l'associazione Arcobaleno, con sede a San Zeno di Montagna, riapre le porte all'ospitalità dei bambini dell'Ucraina, che vivono nelle zone contaminate dal disastro della centrale nucleare di Chernobyl verificatosi nel 1986. Le famiglie che il prossimo agosto desiderassero accogliere bambini di età compresa tra i nove e i 13 anni per un soggiorno di salute di tre o quattro settimane, sono pregate di comunicare la propria disponibilità all'associazione di volontariato entro la fine di febbraio, al numero 045.728.5170 (è anche un fax), oppure per posta elettronica: ass.arcobaleno@tiscalinet.it. Per conoscere meglio le condizioni di vita dei bambini — che dal 1997 vengono ospitati nelle case del territorio -Garda con lo scopo di offrire loro un periodo di vita in un ambiente salutare che rafforzi il sistema immunitario — il direttivo dell'associazione ha fatto un viaggio in Ucraina. Daniela Cressotti, presidente di Arcobaleno, Cristina Zanini, vicepresidente, Janna Bourmina, segretaria e Renzo Truschelli, revisore dei conti, hanno potuto vedere di persona la realtà dei bambini che da anni passano l'estate nel veronese. Cristina Zanini racconta non senza emozione l'incontro con la delegazione di Cherniakhiv, la cittadina di 12mila abitanti situata a circa 80 km da Chernobyl, dove ci sono due scuole con le quali da tre anni l'associazione collabora. «Le famiglie dei bambini, i dirigenti scolastici e i rappresentanti istituzionali della Regione ci hanno riservato un'accoglienza che ci ha lasciato senza parole. Nonostante la limitatezza delle loro risorse ci hanno preparato manifestazioni e pranzi, probabilmente realizzati con grandi sacrifici». «Abbiamo trovato una realtà incredibilmente povera», continua Zanini, «con bisogni di tutti i tipi: non c'è illuminazione per le strade e neanche in tante case, manca l'acqua corrente, non ci sono fognature e servizi igienici in casa. I bambini che frequentano le scuole che sosteniamo sono 1.800; noi riusciamo ad ospitarne ogni anno al massimo una cinquantina. Abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici con quale criterio vengono selezionati per i soggiorni. Ci hanno spiegato che poiché le conseguenze della radioattività sono uguali per tutti, i bambini vengono scelti in base al merito scolastico: si tratta di un viaggio premio. Stiamo cercando di creare una collaborazione con l' di Verona per realizzare una rilevazione dei benefici che il soggiorno porta ai nostri piccoli ospiti». La vicepresidente, infatti, sottolinea la necessità di avviare un monitoraggio con esami sanitari, da effettuare sui bambini prima e dopo il soggiorno e da ripetere nel tempo. «Con il direttore della scuola abbiamo già concordato la redazione di cartelle sanitarie che la scuola aggiornerà annualmente. Questa operazione è importante, fino ad oggi i ministeri della salute bielorusso, russo e ucraino non hanno svolto un' indagine epidemiologica per verificare il legame tra la radioattività interna dei bambini e le patologie che presentano. Rimane il fatto che dopo il disastro nucleare solo 20 bambini su 100 vengono dichiarati in buona salute, mentre prima erano l'80 per cento». «Inoltre», continua Zanini, «il paese di Cherniakhiv deve fare i conti con l'inquinamento delle polveri di carbone che vengono emesse dagli impianti di riscaldamento e con l'amianto contenuto nelle lamiere dei tetti di molte case. A ciò si aggiunge che il Comune e le famiglie non ricevono la piccola indennità che lo Stato concede alle popolazioni delle zone colpite, perché il paese si trova a 25 chilometri dai territori considerati ad alto rischio». L'associazione Arcobaleno da tre anni organizza nelle scuole di Cherniakhiv corsi di italiano per agevolare la permanenza dei bambini in Italia. Il corso, che dà buoni risultati, ha un costo elevato perché è necessario pagare un insegnante che due o tre volte la settimana si reca da Zithomir a Cherniakhiv, inoltre bisogna acquistare il materiale didattico. Per questo l'associazione è alla ricerca di finanziatori e negli anni scorsi ha trovato diverse adesioni. D'estate la Filarmonica di tiene un concerto in piazza per raccogliere fondi a favore dell'associazione. Renzo Truschelli conclude chiedendo sostegno alle amministrazioni comunali della zona: «Vorremmo trovare comuni e parrocchie disponibili a dare accoglienza, ad esempio al mattino, nei della zona, questo per alleggerire le famiglie che ospitano i bambini, che magari nel mese di agosto devono anche lavorare, oltre a creare una situazione di interscambio culturale sul territorio. Inoltre ci sono persone che possono ospitare i bambini, ma che non hanno grandi risorse: è quindi molto utile anche il solo contributo economico, da parte di enti, organizzazioni o singole persone. Si possono così pagare assicurazioni, viaggio, pratiche burocratiche».

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