venerdì, Marzo 29, 2024
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Vini doc sempre più qualificati. Ha ottenuto l’Iso 9001 per la vigilanza

Un Bardolino col certificato

Il Consorzio di tutela sia del vino Bardolino che del Bianco di Custoza hanno ottenuto, per primi nel mondo vitivinicolo nazionale, la certificazione di conformità Uni En Iso 9001: 2000 relativa al sistema dei processi di tutela, vigilanza e certificazione della «Doc Bardolino» e della «Docg Bardolino Superiore» per il primo Consorzio e della «Doc Bianco di Custoza» per il secondo. «Abbiamo puntato e ottenuto il rilascio del certificato di conformità per garantire», fa presente Giulio Liut direttore di entrambi i Consorzi, «il sistema di applicazione delle normative di controllo dei disciplinari di produzione». In Italia la produzione dei Docg e Doc continua ad aumentare e questo è sicuramente segno di un apprezzamento del mercato per l’azione svolta dai Consorzi delle denominazioni di origine in questi ultimi anni, con la produzione dei vini di qualità prodotti in regioni determinate che rappresenta all’incirca un quarto della produzione vinicola nazionale. Questa maggiore consapevolezza di produttori e mercati ha creato anche una forte domanda di ulteriore qualificazione dei controlli e garanzie delle Denominazioni. La risposta è arrivata con il decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali del maggio del 2001 che dispone l’obbligo per tutti gli utilizzatori di una Docg o Doc di sottoporre i loro vini a specifici controlli, in particolare per quanto riguarda il rispetto delle regole imposte dai singoli disciplinari di produzione. Strada questa, subito imboccata dal Consorzio tutela vino Bardolino il quale, già all’inizio dello scorso anno, veniva autorizzato ad espletare le funzioni di controllo previste dal decreto ministeriale sia per la Doc del vino Bardolino che per la Docg del Bardolino Superiore, nei confronti di tutti i produttori (viticoltori, vinificatori e imbottigliatori) che intendono rivendicare le predette denominazioni di origine. «Controlli su tutte le fasi produttive dell’uva passando per il vino per arrivare alla bottiglia», mette in risalto Giulio Liut, «e su tutti gli utilizzatori delle Denominazioni, soci o meno del Consorzio, per non creare disparità di trattamenti tra i produttori e l’impossibilità di un’effettiva gestione delle stesse Denominazioni». Controlli costituiti dalla raccolta e dalla gestione dei dati relativi all’entità dei vigneti se ci sono le varietà previste dal disciplinare e dalle produzione rivendicate e certificate delle uve e se il prodotto è qualificato. Inoltre, se il vino ha ottenuto anche il parere di conformità riguardo alle caratteristiche chimico organolettiche previste dal disciplinare di produzione si dà via libera all’imbottigliamento. Non da ultimo i controlli sui quantitativi imbottigliati, sulle giacenze, sui movimenti e tutto questo per singola azienda. «Per venire incontro alle esigenze del consumatore», puntualizza il direttore del Consorzio, «che reclama una migliore conoscenza della vita del prodotto, dalla vigna alla bottiglia. La produzione annuale delle uve del Bardolino si aggira mediamente intorno ai 350 mila quintali che si traduce in mediamente 240 mila ettolitri di vino».

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