venerdì, Aprile 19, 2024
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La ricerca fotografica e storica di Gianfranco Zarantonello

Un calendariolungo 110 anni

Splendide ragazze in pose più che ammiccanti; oppure «machi» in costume adamitico. Oppure ancora le mogli dei calciatori d’una squadra. Nel settore dei calendari, a volte realizzati anche per scopi benefici, è stato sfruttato di tutto; quasi raschiando il barile. Ma da Sirmione arriva un esempio che potrebbe fare tendenza.Parliamo di un lunario «tutto d’un pezzo», che ha come protagonisti solo rappresentanti del genere maschile. Ma non si tratta di modelli o di atleti. In passerella c’è una «virilità» di altro genere, legata alla naturale forza del lavoro.Protagonisti delle pagine sono i pescatori del lago di Garda, che sono stati ritratti, o meglio in molti casi rievocati, con un viaggio lungo ben 110 anni, dal 1890 al 2000, e scandito da centinaia di foto d’epoca recuperate miracolosamente da Gianfranco Zarantonello, titolare con la moglie Susanna e l’amico Aldo Gugole di una affermata tipografia, l’«Az color».Parliamo di scatti che ritraggono la barca con il vecchio pescatore che insegna i trucchi del mestiere al proprio figlio; oppure lo scarico delle reti sul molo ancora piene di pesci. Indipendentemente dal contesto saranno comunque loro i protagonisti del calendario intitolato «I re del lago»; un titolo suggerito a «Zara» (il diminutivo di Zarantonello) dall’assessore alla Cultura Michele Nocera.Ma era possibile che le centinaia di fotografie in bianco e nero trovate dopo tanto lavoro restassero impresse solo sulle 3 mila copie del calendario che verranno distribuite gratuitamente? Sarebbe stato un peccato.E così, Gianfranco e soci hanno pensato bene di allestire una mostra, patrocinata dal Comune, che aprirà i battenti (apertura di sabato e di domenica fino al 7 gennaio) in concomitanza con la presentazione del calendario 2008 in programma a Palazzo Callas questo sabato alle 11. L’esposizione di cui parliamo sarà rappresentata da ben 170 immagini in grande formato.«Molte di queste istantanee inedite – rivela l’ideatore – sono state raccolte personalmente nelle famiglie dei pescatori, e alcune ritraggono scorci e personaggi sirmionesi di cui si era persa ogni traccia. Per esempio, uno scatto riporta alla memoria la grande baracca in legno costruita e abitata dai militari tedeschi durante l’ultima guerra mondiale».

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