venerdì, Aprile 19, 2024
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L’istituto di Pallanza accoglie l’idea del presidente della Comunità del Garda che vuole concretizzarla entro sei mesi. Frau: «Impiegherei secoli se mi rapportassi solo con la Provincia»

Un centro per studiare il lago

Il Centro di eccellenza per lo studio del lago di Garda si farà. Gli esperti dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi (Ise) di Verbania-Pallanza del Cnr, hanno accolto la proposta lanciata quest’estate da Aventino Frau, presidente della Comunità del Garda, che sta cercando finanziamenti a livello statale e regionale per aprire entro l’anno sulla riviera una sezione staccata del Cnr.Il patto è stato sancito in un incontro alla Comunità di Gardone a cui hanno partecipato, oltre a Frau e alla sua équipe, il chimico Rosario Mosello direttore dell’Istituto di Verbania-Pallanza e i ricercatori biologi Roberto Bertoni e Piero Guilizzoni. Questi ultimi sono arrivati dal lago Maggiore con una serie di proposte di attività mirate al Garda: «la qualità delle sue acque è peggiorata tra il 1985 e il 2005 per l’aumentare delle concentrazioni di fosforo, per la tendenza all’eutrofia, in particolare per la comparsa di alcuni cianobatteri, come la Anabaena lemmermanni, che in determinate condizioni può produrre tossine».Viste le urgenze di studio, il Cnr-Ise ha accettato di creare un centro di eccellenza: «A livello organizzativo», precisa Mosello, «intendiamo lavorare in collaborazione con gli istituti scientifici, come l’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Trento), e con le agenzie regionali di prevenzione e protezione ambientale (Arpa) del territorio. Come deciso in un incontro a Gardone quest’estate, il nuovo organismo vedrà presenti i principali enti che eseguono misure e studi per valutare le condizioni della salute del lago». «Inoltre», prosegue, «produrrà una sintesi degli studi, delineerà le tendenze evolutive della qualità delle acque armonizzando le attività di ricerca». Per realizzarle si avvarrà delle strutture di Verbania-Pallanza mentre la sede gardesana opererà con continuità.Era stata la preoccupazione per le condizioni di salute del lago, in particolare la comparsa in agosto di cianobbateri, a spingere Frau a rivolgersi all’ Ise-Cnr, come negli anni ‘70 quando già fu presidente della Comunità. «È il migliore istituto di studio degli ecosistemi di acqua dolce (laghi subalpini), di cui si occupa dal 1938», spiega Frau, «da 70 anni studia anche il Garda, sulla cui evoluzione ha raccolto la più estesa documentazione esistente. Inoltre l’Ise è politicamente neutrale e può collaborare con gli enti che operano sul territorio».L’Ise ha definito il programma di lavoro: «Se avremo i finanziamenti la nostra ricerca andrà in tre direzioni», dice Moselli, «contiamo di fare una valutazione dei carichi di fosforo a lago e delle principali sorgenti di questo elemento, presente a causa della forte urbanizzazione e nonostante gli interventi di depurazione. Lo studio richiede poi un inquadramento chimico-fisico delle acque in entrata, esteso ad altri nutrienti algali come azoto e silice». Aggiunge Bertoni: «Va poi prestata attenzione alla presenza dei cianobbateri, cresciuti in modo esplosivo. Analisi genetiche ci aiuteranno a capire se sono presenti i ceppi tossici capaci di produrre neurotossine ed epatotossine, che comprometterebbero la potabilità dell’acque e pare possano rendere meno produttive le culture irrigate». L’Ise si concentrerebbe infine sullo studio dei sedimenti. «Vorremmo fare carotaggi per studiare la presenza dei metalli derivanti da inquinamento industriale», dice Guilizzoni, «e potremmo anche scoprire se i cianobbateri esistevano già secoli fa».Frau definisce i tempi per arrivare all’operatività: «Visto che impiegherei secoli se dovessi rapportarmi solo con la Provincia di Verona e alcuni comuni gardesani veronesi», provoca, «conto di concretizzare il progetto entro sei mesi dialogando con le Regioni Veneto e Lombardia, Provincia di Trento e ministero per l’Ambiente. In ottobre ho avuto un’audizione sul tema in commissione ambiente e territorio del Senato, ne ho poi parlato con il ministro Pecoraro Scanio e lo rivedrò a giorni per aggiornarlo sulla disponibilità dell’Ise-Cnr». Il centro potrebbe sorgere al villino Campi di Riva del Garda. «Di certo non sarà in un comune non membro della Comunità», assicura Frau. «I costi prevedono 200mila euro per le attrezzature e 300mila per un’attività di studio della durata di due anni e interventi conseguenti». Il presidente della Comunità conclude: «Il ministero aveva accettato l’ipotesi dell’emendamento in finanziaria di un milione di euro l’anno per tre anni per la tutela delle acque gardesane. L’ipotesi è caduta con la fiducia, ma il ministero ha espresso disponibilità a sostenere l’iniziativa».

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