venerdì, Marzo 29, 2024
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Il turismo gardesano in crisi? Troppo lungo l’elenco dei colpevoli. Appello alla collaborazione tra operatori

Un «finto processo»

Sono finiti sul banco d’accusa lunedì pomeriggio, nel «tribunale» di palazzo Callas, perché coinvolti «nel medesimo impegno criminoso, che ha comportato un calo del 10% del fatturato annuo, con l’aggravante di aver commesso il fatto in una località ad alto tasso turistico». Per i ristoratori di Sirmione, «processati» nell’intento di far luce sull’attuale crisi del turismo gardesano, nulla da temere: a pronunciare il capo d’accusa era Alberto Schieppati, direttore della rivista «Fuoricasa», prestato alla toga per un giorno su iniziativa di Ezio Campagnola. Il presidente dell’ «osservatorio A1» ha dato vita ad un convegno a dir poco originale, celebrato «con interrogatori e controinterrogatori, per indagare sulla crisi che ci riguarda fino a scovare i colpevoli, se ci sono». Nominato Schieppati «giudice di provata maestria», non poteva mancare il pubblico ministero (nella persona di Davide De Corato, giornalista) e l’avvocato difensore, la dottoressa Paola Goldoni; schierati al loro fianco testimoni a carico d’ambo le parti, scelti tra esperti del settore e rappresentanti di Pubbliche amministrazioni, chiamati a leggere una dichiarazione che li impegnava a «dichiarare tutta la verità» e invitati a rispondere alle domande del pubblico ministero su di una seggiola posta fra il giudice e gli astanti. Ad aprire il «dibattimento» l’accusa, che ha sollevato il problema della scarsa pulizia delle strade di Sirmione, soprattutto a causa di quel turismo di massa che secondo il teste Daniela Mantovani, vicepresidente dell’osservatorio A1, «ha causato un abbassamento qualitativo dell’utenza». Sulla stessa frequenza Roberta Visoli, imprenditrice a capo di un cantiere nautico, a favore di una regolamentazione del flusso turistico, in quanto «nei giorni di maggiore affluenza turistica siamo intasati». Le bordate contro l’amministrazione comunale hanno trovato eco nelle parole di Adriana Balzi, architetto paesaggista, che ha chiamato in causa «la mancanza di tutela del patrimonio locale in ambito architettonico». Massimo Bocchio, titolare di un ristorante, ha messo in luce la mancanza di una vera associazione che riunisca i ristoratori della zona. Maurizio Zanetti, autotrasportatore, ha giudicato «insufficiente» la viabilità gardesana nei giorni di maggior affluenza. Tra gli ultimi a testimoniare a favore dell’accusa Giuseppe Lorenzini, presidente dell’unione gardesana albergatori, che ha puntato il dito «contro l’eccessiva pressione fiscale che grava sul settore alberghiero». Giunto il turno della difesa, davanti al giudice si è presentato Francesco Bettoni, presidente della camera di commercio di Brescia: «Difficile stabilire di chi è la colpa. La camera di commercio ha fatto molto, con la borsa internazionale dei laghi e Bresciatourism. Purtroppo ci troviamo di fronte ad una situazione di crisi nazionale». Il presidente di Bresciatourism e Confcommercio, Ferruccio Rossi Thielen, è intervenuto a sostenere le tesi di Bettoni, affermando: «Stiamo attraversando una congiuntura difficile che interessa l’Italia e l’Europa. Ma sono sicuro che dal 2005 ci sarà la ripresa». Più critico Alessio Merigo, Direttore della Confesercenti di Brescia e vicepresidente di Bresciatourism: «Non è solo una crisi congiunturale. E’ cambiato il modo stesso di fruire il turismo. Il lago da solo non basta, dobbiamo legare le nostre attrattive in un circuito virtuoso». Chiuso il dibattimento, la sentenza di Schieppati non si è fatta attendere: «La flessione c’è stata, ma non è imputabile con chiarezza. Si rileva la mancanza di spirito di corpo tra gli imputati e la tendenza a critiche generiche. Questo processo va archiviato, perché il fatto non costituisce reato».

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