martedì, Aprile 23, 2024
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Dopo un anno esatto il relitto diventa res nullius

Un giorno può fare la differenza

Il giorno esatto dell’affondamento del Tenace è difficile da precisare, eppure in seguito agli ultimi sviluppi potrebbe diventare un elemento di grande importanza. Infatti secondo il codice della navigazione, un natante affondato, passati 365 giorni da quando ha toccato il fondale, diventa «res nullius» e chiunque vi ponga la mano ne diventa, perciò stesso, proprietario. Questo significa che se il pontone si fosse appoggiato sul fondo del golfo del Lido prima del 29 marzo 2000, il Comitato manifestazioni rivane avrebbe perso il titolo di proprietà e lo stesso sarebbe passato a chi vi ha messo mano per spostarlo. In quel caso anche l’eventuale onere del recupero imposto dalla provincia, non cadrebbe più sulle spalle del comitato, composto di volontari ed assolutamente incapace di affrontare una spesa di quel genere, e l’eventuale fattura dovrebbe essere indirizzata in piazza Dante. Sul fatto che il Tenace sia affondato non ci sono dubbi: basta che il natante non galleggi più, ma sia appoggiato al fondo per configurare giuridicamente l’affondamento. Non importa se una parte, più o meno grande, emerge dall’acqua. Nessun dubbio nemmeno sulla perdita del titolo di proprietà: è sufficiente che a bordo non ci sia alcun essere vivente. Unica incertezza, quella relativa alla data. L’ordinanza al comitato rivano potrebbe trasformarsi in un boomerang per la provincia che l’ha emesso.

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