Un grande scienziato: Michele Girardi

Di Redazione
Giorgio Maria Cambié

Nel’700, sec­o­lo dei lumi, ulti­mo del­la Repub­bli­ca Vene­ta, se Venezia non face­va più pau­ra come forza mil­itare, tut­tavia era sem­pre un faro fra le gen­ti del tem­po per le arti e per le scien­ze. All’Ate­neo di Pado­va inseg­na­vano nei vari campi del­lo sci­bile i mag­giori scien­ziati del tem­po. Fra questi vi fu un garde­sano: Michele Girar­di. Egli era nato a Limone nel 1731.

Appre­si i pri­mi ele­men­ti cul­tur­ali pres­so il par­ro­co locale, ave­va stu­di­a­to in gioven­tù pres­so i Gesuiti a Bres­cia con­seguen­done un diplo­ma, poi con­tin­uò gli stu­di di med­i­c­i­na ed anato­mia alla pres­ti­giosa di Pado­va. Qui ebbe come mae­stro il grande anato­mopa­tol­o­go Gio­van­ni Bat­tista Mor­gag­ni, cele­bre in tut­to il mon­do sci­en­tifi­co del­l’e­poca, Nel cor­so degli stu­di, per la sua

attiv­ità e dili­gen­za, divenne ami­co del mae­stro e ne fu poi anche l’as­sis­tente nel­l’in­seg­na­men­to uni­ver­si­tario. In tale com­pi­to dimostrò pro­fon­dità delle cog­nizioni e pre­ci­sione e chiarez­za nel­l’in­seg­na­men­to che gli valsero noto­ri­età nel­l’am­bi­ente acca­d­e­mi­co.

Anche dietro indi­cazione del Mor­gag­ni, il Girar­di nel 1770 venne nom­i­na­to pro­fes­sore di med­i­c­i­na teor­i­ca pres­so l’ di Par­ma da Fer­di­nan­do I Far­nese, e dopo poco venne elet­to anche pro­fes­sore di sto­ria nat­u­rale, pres­i­dente del gabi­net­to di sto­ria nat­u­rale e di anato­mia e pri­mo medico di cam­era del Principe ed inoltre Con­sulente San­i­tario del pri­mo medico e Reggente del­la Fiorente par­mense.

Qui svolse un’ inten­sis­si­ma attiv­ità di stu­dio e di lavoro, facen­dosi conoscere per la sua par­ti­co­lare lib­er­al­ità nel con­cedere con­siglio e aiu­to a chi gliene chiede­va.

Nel­la sua vita pro­fes­sion­ale fu autore di numerose opere — come carat­ter­is­ti­co tra i dot­ti del tem­po in vari campi -, in par­ti­co­lare a sogget­to medico ed anatomi­co, sia in cam­po umano, sia in cam­po ani­male, edite a Pado­va e a Par­ma quali, tra le altre, “De re anatom­i­ca”del 1781, “Let­tera sul ritorno del Vaiuo­lo dopo l’innesto” del 1766, delle tav­ole anatomiche, “Sag­gio di osser­vazioni anatomiche intorno agli organi del­la res­pi­razione degli uccel­li”, “De orig­ine nervi inter­costal­is” fino alla scop­er­ta “Sul­la squisitez­za dell’ udi­to nè pip­istrel­li”, studio ese­gui­to a richi­es­ta del grande scien­zi­a­to Laz­zaro Spal­lan­zani, o “Osser­vazioni riguardan­ti le uova delle pol­lanche e gli organi inservi­en­ti alla gen­er­azione nei gal­li e nelle gallineche fu la sua ulti­ma opera scrit­ta.

Egli fece parte, insom­ma, di quel­la legione di stu­diosi che sta­vano facen­do uscire la med­i­c­i­na e la chirur­gia dalle nozioni medio­e­vali le quali risali­vano anco­ra agli inseg­na­men­ti di Avi­cen­na o di Galieno che ave­vano fino ad allo­ra per­va­so la med­i­c­i­na, medi­ante la prat­i­ca che pos­si­amo dire galileiana del­l’osser­vazione diret­ta “provan­do e riprovan­do”.

La noto­ri­età del Girar­di gli valse una serie di nomine acca­d­e­miche e di onori­f­i­cen­ze di vari Sta­ti, sia ital­iani, sia esteri: mem­bro del­la Soci­età Ital­iana delle Scien­ze, del­l’Is­ti­tu­to di Bologna,dell’ Accad­e­mia Reale di Madrid, del­la Cesarea Leopold­ina Accad­e­mia dei Curiosi del­la Natu­ra di Vien­na.

Il Girar­di morì in Par­ma il 17 giug­no 1797, e vi venne sepolto, ricorda­to da una lapi­de che ne illus­tra­va ai pos­teri i mer­i­ti e le opere.

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