Toscolano, Manerba, Padenghe e Moniga i comuni nel «mirino» dell’associazione
Un «lago di cemento»Legambiente accusa
Dopo avere attribuito a Gardone Riviera il «Cinque vele», Legambiente ha invece bocciato alcune località della sponda bresciana del lago. Ha infatti messo all’indice Toscolano Maderno, Manerba, Padenghe e Moniga, consegnando agli amministratori di queste località «Sacchi di cemento». Un blitz di denuncia per accendere i riflettori strutture ricettive, villaggi turistici e complessi residenziali che stanno sempre più aggredendo e deturpando le bellezze del Garda.Ieri mattina, in occasione del passaggio della Goletta che rileva i dati sulla balneazione, gli attivisti di Legambiente arrivati a bordo di una barca, hanno srotolato sulla spiaggia della Benella a Maderno lo striscione «No al cemento». Il luogo, scelto come simbolo, è situato ai piedi di una collina che rischia di essere deturpata da un’imponente opera: 72 unità turistiche con altezza massima di tre piani e annessi club-house, ristoranti, servizi.«Un mega progetto su un’area complessiva di 23.400mq., a cui anche la Sovrintendenza si è opposta[FIRMA] — ricorda l’associazione ambientalista -. Tutto questo in una zona di pregio sottoposta a vincolo paesaggistico. Nel 2005 l’amministrazione comunale di Toscolano Maderno si è dotata di un Prg che prevede un aumento di popolazione di circa 1800 unità (oggi gli abitanti sono poco più di 7mila) e una nuova volumetria di 350mila metri cubi, che andranno a stravolgere ulteriormente le colline che affacciano sul lago».Manerba è stata additata al pubblico ludibrio «per aver permesso una pesante edificabilità nella zona adiacente la Pieve Vecchia e a porto Dusano». mentre Moniga per «la realizzazione di mega-capannoni lungo la strada che collega Salò a Desenzano, l’edificazione del complesso residenziale “Canestrelli” e per avere distrutto una parte di un antico uliveto sotto il castello, allo scopo di permettere la costruzione di 6 villette».L’ultimo sacco di cemento è andato a Padenghe «per aver approvato dei piani di recupero sulle colline che alterano di fatto il paesaggio. In località Metelli, sopra le Balosse, zona umida di pregio, sono state realizzati costruzioni per 30mila metri cubi e altri 10mila stanno per essere autorizzati».