giovedì, Marzo 28, 2024
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Associazioni ed enti hanno approvato a Sirmione un documento per la creazione di un’ampia zona di tutela. Si chiamerà Colline moreniche e spazierà da Affi fino a Salò

Un manifesto per il nuovo parco

Almeno 200 persone hanno affollato la sala consiliare del municipio di Sirmione votando il Manifesto del Parco delle , primo passo verso l'istituzione di un ente che ha come obiettivo la tutela dell'area meridionale del Garda: un bacino ricco di bellezze storiche e naturalistiche, assediato e minacciato dall'urbanizzazione che nella pianura padana è una delle più alte in Europa. Ad aprire la serata Eugenio Turri, docente di Storia del paesaggio al Politecnico di , da anni coinvolto in attività a favore di questo territorio, che ha ripreso i temi del Manifesto che lui stesso ha predisposto. Turri ha evidenziato come il fatto che questo lembo di terra sia rimasto in parte escluso dagli sviluppi invadenti e dalle distruzioni può oggi «costituire un privilegio e una risorsa; sostanzialmente l'area può porsi al servizio delle popolazioni urbane adiacenti, offrirsi come parentesi territoriale? fondando la sua esistenza e ricchezza sull'agricoltura di qualità, sull'agriturismo e sul turismo culturale, puntando alla salvaguardia e alla valorizzazione dei suoi beni ambientali e storico-culturali che sono notoriamente di grande pregio». Il Parco delle colline moreniche del Garda, dice il Manifesto, vuole tutelare «l'area costiera e la fascia morenica nella sua naturale estensione da Affi a Salò», ma anche promuovere l'integrazione con il progettato parco del e i due parchi regionali che sono già esistenti (quello dell'Alto Garda e quello del Mincio) per giungere alla costituzione di un Parco di interesse europeo. «Siamo consapevoli», sottolinea il testo di Turri, «che le caratteristiche del territorio, in particolare a causa dell'alta densità insediativa, rendono difficile applicare i canoni tradizionalmente associati all'idea di un parco; ma ricordiamo che c'è stata un'evoluzione in senso nuovo di tale idea negli ultimi decenni». Oggi si può chiamare parco, insomma, non solo l'area completamente libera e staccata dalla realtà urbanistica bensì anche un territorio che sia utilizzato da queste «fasce metropolitane che vi troveranno, insieme alle testimonianze della storia naturale e antropica, valori ricercati della memoria, senso della ruralità, tradizioni agrarie e culinarie ed, infine, la possibilità di passeggiare?di vivere il tempo libero lungo itinerari non più intasati dal traffico mozzafiato». Molte le opinioni espresse nel dibattito che ha preceduto la votazione del Manifesto: c'è chi ha evidenziato che l'edilizia che ha riempito il bacino gardesano con le cosiddette seconde e terze case, non ha creato economia reale e crescita per la zona bensì pura speculazione e una forma di parassitismo nei confronti del turismo, risorsa autentica per l'intera area; chi ha ricordato che la nascita di questo parco si giustifica con il tentativo di tutelare «ciò che è rimasto» e che occorre promuovere l'iniziativa con pragmatismo e concretezza per evitare che rischi di restare un intento o poco più. C'è poi chi ha sottolineato i rischi connessi ai grandi progetti di previsti come, ad esempio, i 55 milioni di metri cubi di ghiaia che andranno utilizzati per la Tirreno-Brennero e che verranno prelevati in queste aree, perché qui sono e che lasceranno un «bello sconquasso» col quale prima o poi dovremo pur fare i conti; o l'intervento che ha puntato l'attenzione sul problema di «una legislazione che, di fatto, avalla la devastazione paesaggistica consentendo interventi messi in atto dalle amministrazioni locali anche perché fonte di entrate necessarie». E c'è chi ha spiegato quanto sia difficile opporsi a questi interventi portando ad esempio il referendum anti-urbanizzazione per il quale a Costermano sono state raccolte le firme e che l'amministrazione non si decide a fare, tenendo aperto un contenzioso con il Comitato che entro fine mese approderà al Tar. Il Parco delle colline moreniche del Garda ha, dunque, davanti a sé un percorso tutt'altro che in discesa ma, come hanno fatto notare molti dei presenti, indispensabile per tentare di tutelare un territorio che rappresenta e può continuare a rappresentare una grande risorsa , naturalistica ma anche economica, a patto che non venga ulteriormente intaccato; l'approvazione del suo Manifesto è il primo passo della sua nascita cui seguirà, entro fine mese, la definizione del suo comitato. Il Manifesto sarà diffuso in maniera tale che tutti i cittadini, ma soprattutto associazioni ed enti che nell'area in questione raccolgono i loro aderenti, possano confrontarsi e contribuire all'iniziativa.

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