giovedì, Aprile 25, 2024
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Dura replica di Pino Mongiello alla decisione della Provincia e di Brenzone di abbandonare la Comunità del Garda. Ma Bendinelli annuncia l’uscita di Garda dall’ente interregionale

«Un patrimonio da salvare»

Da insegnante, in pensione, ha ascoltato con pazienza e attenzione tutte le giustificazioni e opinioni avanzate dai vari soci della Comunità del Garda. Ha incassato con apparente serenità la decisione della Provincia di Verona e di Brenzone d’uscire dall’ente interregionale di Gardone Riviera, assottigliando ancor più la già ridotta pattuglia di aderenti all’organismo nato cinquant’anni fa. Pino Mongiello, 60 anni, presidente, in scadenza di mandato, della Comunità del Garda, prova, con signorilità, a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Per paura di saltare qualche passaggio si affida ad una lunga memoria scritta, dove con precisione certosina riporta alcuni passaggi di discorsi tenuti dai presidenti della provincia di Brescia e Trento, e dall’ex assessore al turismo, ora all’edilizia e patrimonio, Davide Bendinelli. Proprio il sindaco di Garda è nel mirino di Mongiello, ex primo cittadino di Salò. «Aveva dichiarato, per conto dell’allora presidente della Provincia Merlin, che la Comunità del Garda è fondamentale per la trattazione di problematiche da affrontare in maniera unitaria e univoca» «In realtà pochi mesi fa ha apposto la sua firma sulla delibera di Giunta Provinciale che comunica l’uscita dell’ente scaligero dalla Comunità. Un comportamento in contraddizione a quanto precedentemente sostenuto, lui che tra l’altro fa parte anche del direttivo della stessa Comunità. Peccato che di quaranta riunioni del direttivo sia stato presente solo una volta», continua Mongiello pronto a mettersi da parte se il problema è la sua presenza sulla poltrona dell’organismo interregionale. «Non ho alcuna intenzione di rimanere con il cerino in mano, tanto più che sono i soci (Comuni, Province ed enti sovraccomunali), a dover decidere il destino della Comunità. Se l’intenzione è di farla affossare ben venga un percorso da seguire insieme, anzichè uscire cosi alla spicciolata. So ad esempio che la Provincia di Brescia non ha gradito la scelta assunta dalla Giunta Mosele. Si scelga come gestire la chiusura dell’ente senza dimenticare che c’è il personale da collocare in altri ambiti e non da gettare nel cestino come fosse carta straccia». Un attimo di silenzio e poi l’affondo finale. «Mi sembra assurdo voler buttare a lago un patrimonio d’esperienza, un bagaglio di cultura e di rapporti di lavoro costruiti, in questi decenni, con pazienza e professionalità. A chi giova se poi non esiste nemmeno un progetto specifico per costruire qualcosa di alternativo che è comunque necessario per raccordare le varie realtà del Garda. «La sensazione è che sia solo una pura questione di visibilità. Concordo poi con quanto sostiene il senatore Aventino Frau, già presidente della Comunità. La questione è essenzialmente di natura politica ed in tale ottica deve essere inquadrata» « Si è voluta una Comunità del Garda debole», conclude Pino Mongiello non prima di aver ricordato che i compiti dell’ente di Gardone dipendono da leggi nazionali che prevedano espressamente accordi di carattere interregionale. Chiamato in causa, Davide Bendinelli, sindaco di Garda, risponde secco e deciso. «La mia assenza ai direttivi della Comunità è dovuta al totale dissenso nei confronti dell’attività condotta dal presidente Mongiello. Ho cercato inizialmente di avviare una collaborazione ma di fronte alla mancanza dei fatti ho preferito abbandonare. Dal 2001 ad oggi si è andati verso un progressivo peggioramento dell’organismo interregionale: oggi, che esista o no, non cambia nulla. Anzi penso proprio che presto, anche il comune di Garda, seguendo la linea della Provincia, uscirà dalla Comunità

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