martedì, Aprile 23, 2024
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I 30.000 metri cubi di inerte assegnati ai rivani finiranno sul fondo del lago

Un piazzale coi sassi estratti dalla Gardesana

L’idea, non inedita ancorchè audace, è quella di prendere i classici due piccioni con l’unica fava. Ossia trovare una sistemazione all’enorme montagna di materiale roccioso che verrà prodotta, in tempi brevissimi, dallo scavo della galleria verso Limone sulla Gardesana Occidentale ed allo stesso tempo guadagnare alla città un bel po’ di spazio pregiatissimo, proprio sul lago, utile per realizzare il vecchio sogno d’un parcheggio (come a Limone) o per guadagnare verde e passeggiata. In sostanza si tratta di allargare il lungolago davanti alla centrale del Ponale, da piazza Catena fino alla casa Rossa. L’assessore Matteotti ha ottenuto già l’ok della giunta e dei provinciali, politici e tecnici: ora resta la verifica col servizio acque.Il dato di partenza è semplice. La sezione della galleria è di 80 metri quadri, visto che la base sarà di 11 metri (due corsie da 3,5 metri più i marciapiedi e gli spazi di sicurezza). La lunghezza dello scavo è prevista in circa 1200 metri, di cui 960 per la galleria stradale vera e propria ed altri 160 per quella di servizio, ortogonale alla precedente. Dalla montagna bisogna estrarre quindi 90.000 metri cubi di roccia. Siccome lo scavo andrà avanti di 21 metri al giorno (sette metri su tre fronti contemporaneamente) il tempo necessario è di 120 giorni lavorativi. Secondo l’ingegner De Col ci vorranno 150 camion per ognuno dei 120 giorni di scavo. E’ vero che il cassone dei grossi trasporti da cantiere contiene dai 7 agli 8 metri cubi: però il volume di sassi e terriccio estratti è maggiore di quello della roccia compatta (ed i 90mila metri cubi sono il volume della roccia compatta). La proposta del vicesindaco, sponsorizzata dall’intera giunta ed appoggiata da Dellai e dai tecnici trentini, è quella di scaricare nel lago davanti alla centrale questo materiale di risulta per realizzare un piazzale fino alla casa Rossa. L’ipotesi era già circolata vent’anni fa quando si doveva smaltire l’enorme cumulo di roccia estratta durante lo scavo delle gallerie di Ledro: la montagna di detriti rimase parcheggiata per qualche anno in cima a via Ardaro. I tecnici provinciali hanno chiesto al comune di mettere a disposizione almeno un ettaro di terreno per depositarvi la porzione trentina del materiale di risulta. In quell’occasione l’assessore Matteotti ha rilanciato: non si potrebbe invece gettare quell’inerte nel lago, realizzando un intervento di difesa spondale tipo quello che ha permesso la costruzione del lungolago? Esistono rilievi sulla profondità in quel tratto: verranno comunque eseguite misurazioni più precise. E verranno utilizzate palancole sul fondo per bloccare verso il largo i sassi. L’opera si farà di sicuro. Se i tempi brevissimi a disposizione non consentiranno di ottenere i permessi necessari per utilizzare dal prossimo mese i sassi della nuova Gardesana, sul fondo del lago finiranno l’anno prossimo, al massimo nel 2003, quelli estratti da sotto il Lavino quando si realizzerà finalmente la galleria prevista per la circonvallazione ovest.

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