giovedì, Aprile 25, 2024
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D’Annunzio aveva definito la struttura «il più affascinante terrazzo del Benaco». Il compleanno dell’albergo che ospitò Marconi, Mascagni, Turati

Un secolo a Villa del Sogno

Cento anni. Li festeggia l’hotel Villa del Sogno di Gardone Riviera con una serie di appuntamenti e di cene di gala: la festa di primavera appena tenuta, con interventi musicali nell’ampio parco, da 35mila metri quadri, il concerto di Mario Marzi (sassofono) e Marco De Santi (chitarra) del 26 giugno, quello di Alessandro Laffranchini (violoncello) e Andrea Rebaudengo (pianoforte) del 25 luglio, la “Fiesta flamenca” di ferragosto, l’esibizione di Nicolas Caballero (arpa) del 4 settembre. Davide Calderan, proprietario dell’albergo assieme alla mamma (Ida) e ai fratelli (Damiano e Daniele), ha stampato anche un libro per ripercorrere le vicende del “cinque stelle”, situato in splendida posizione panoramica. Fu Max Heydweiller (la sua famiglia era molto conosciuta per la lavorazione e il commercio della seta, tanto da avere relazioni con la Corte asburgica di Vienna) ad acquistare un vasto lotto di terra, che si estendeva dal lago fino alle colline di Fasano. Max, che aveva la moglie cagionevole di salute, abbandonò l’attività professionale in Germania e si trasferì sul Garda, con lei e le cinque figlie, incaricando gli architetti Voltz & Wittmer di Strasburgo di studiare un progetto adeguato alla bellezza del luogo. La realizzazione dell’impianto idrosanitario venne affidato all’Officina meccanico italo-tedesca Edoardo Lehman di Milano, e il giardino a un genio botanico dell’epoca, lo svizzero Wilhem Halm. La villa fu inaugurata nel 1904. I numerosi ospiti, invitati a una sfarzosa “Festa di primavera”, rimasero colpiti dall’estensione del parco e dalla ricca selezione di essenze. Negli anni successivi fontane e tempietti in stile neoclassico. In breve tempo Villa Garda (allora si chiamava così) divenne un salotto ambito e frequentato dagli aristocratici e dalla borghesia, da industriali ed esponenti del mondo artistico. Gli Heydweiller ebbero buoni rapporti con la gente di Gardone Riviera, contribuendo tra l’altro a finanziare la costruzione dell’asilo. Max fu tra i fondatori della Pro Benaco, organismo simile all’attuale Comunità del Garda. Lo scoppio della prima guerra mondiale lo indusse a lasciare l’Italia e a trasferirsi a Vaduz, in Liechtenstein. La villa venne requisita, e utilizzata per ospitare gli ufficiali in convalescenza. Messa in vendita dal Demanio, fu acquistata nel 1925 da Giovanni Breda, erede del patrimonio della famose officine meccaniche milanesi. Breda estese le proprietà fino a Tresnico e San Michele, dedicandosi alla coltivazione di fragole, pere, mandorle, ortaggi di qualità e miele, dando lavoro a una cinquantina di famiglie. Scoprì una sorgente di acqua minerale, utilizzata ancora oggi, e creò la Società del gas di Salò e Maderno, adesso della Camuzzi. Riportò la villa all’antico splendore, arredandola con mobili d’epoca, tappezzerie pregiate e quadri di grande valore. Ospitò Guglielmo Marconi, Italo Balbo, Francesco De Pinedo, Arnoldo Mondadori, Giulio Treves, Augusto Turati, il compositore Pietro Mascagni, i giornalisti Orio Vergani e Ugo Ojetti. Nel ’38-39 la trasformò nell’hotel Villa del Sogno. Poi divenne luogo di convalescenza per gli ufficiali tedeschi, e il 13 maggio ’45 fu requisita dagli americani, che rimasero fino agli inizi del ’46. L’albergo riprese l’attività abituale, accogliendo turisti di ogni nazionalità. L’ingegner Giovanni Breda morì nel ’63, e nel ’72 gli eredi cedettero la proprietà a Germano Chincerini di Limone, che rivendette a Helmut e Gianluigi Fritzche, provenienti da Minusio (Svizzera). Nell’86 l’ultimo passaggio, ad Aldo Calderan, che ha rifatto gli impianti elettrici ed idro-sanitari, ristrutturato molte parti e portato le camere a 34. Ricordando il papà, scomparso nel 2000, la moglie e i tre figli hanno voluto ripercorrere la storia di Villa del Sogno, che Gabriele D’Annunzio aveva definito “il più affascinante terrazzo del Benaco”.

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