giovedì, Aprile 18, 2024
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Inaugurato l’impianto idroelettrico di Esenta: energia dall’acqua senza inquinare. Beccalossi: «Un’opera eccezionale, la finanzieremo»

Una centrale a zero emissioni

«Non posso che commentare con uno stupore positivo la realizzazione di un’opera eccezionale». Così si è espressa Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione, che ieri ha inaugurato, alla presenza dei sindaci di Lonato e Castiglione – Morando Perini e Arturo Sigurtà – la nuova centrale idroelettrica di Esenta. Il progetto affonda le sue radici storiche nella comunità agricola lonatese, destinataria principale dell’opera – come ha ricordato il parroco al momento della benedizione dell’impianto – poiché coprirà in futuro i fabbisogni energetici degli impianti di sollevamento ad uso irriguo. Una prima ipotesi di realizzazione risale infatti al lontano 1930, quando venne costruito il canale Arnò, che porta l’acqua ai campi coltivati da Lonato a Esenta. Già allora si pensò di sfruttare il salto idraulico di 23,95 metri per generare l’energia necessaria alla collettività, ma problemi di ordine economico e burocratico, negli anni immediatamente successivi, ostacolarono più volte l’attuazione dell’opera. Solo a partire dal 1989, a dieci anni dalla costituzione del Consorzio idroelettrico di Esenta oggi presieduto da Mario Gavioli, le possibilità di iniziare i lavori si sono concretizzate grazie alla rinnovata speranza di ottenere sovvenzioni pubbliche. Determinante impulso alla costruzione della centrale è stata anche la decisione, in via di approvazione, di liberalizzare il mercato dell’energia, il che offrirà l’opportunità di collocamento della corrente elettrica prodotta. Nonostante Comunità europea e Governo, in piena armonia con il protocollo di Kyoto, sostengano con iniziative politiche, finanziarie e giuridiche, la produzione di energia da fonti rinnovabili, il progetto di Esenta ha atteso invano che venisse dato corso alle richieste di finanziamento indirizzate sia alla Commissione Europea che alla Regione. Gli oneri della costruzione della centrale – il cui preventivo era di 1 milione 807 mila euro – sono stati perciò interamente sostenuti dal Consorzio di Esenta che ha stipulato mutui bancari quindicennali, garantiti dalle entrate contributive dei Consorzi di bonifica di Alta e Media Pianura Mantovana e del Medio Chiese. Una buona notizia è giunta però da Viviana Beccalossi – che è anche assessore regionale all’Agricoltura – che ha promesso: «Entro la fine di maggio presenterò personalmente la richiesta a nome di Esenta; auspico dunque di ottenere un forte e ancora essenziale contributo». Non dimenticando la propria origine lonatese (dove ha abitato da bambina), la vicepresidente della Regione si è detta «orgogliosa di poter inaugurare nella mia veste istituzionale quest’opera che ben dimostra l’intraprendenza bresciana e mantovana. E’ la prova di come l’uomo è in grado di trasformare creativamente in energia utile la potenza spesso indomabile – come dimostrano le alluvioni di questi giorni – della natura e dell’acqua». L’ingegner Nino Frosio, redattore del progetto esecutivo, ha illustrato il funzionamento della centrale che solo nelle dimensioni può definirsi piccola, non certo nella raffinatezza della concezione e nell’avanguardia dei materiali utilizzati. E’ un impianto destinato a funzionare sempre e la cui produzione media annua è s timata in 4.300.000 kwh. La corrente elettrica prodotta attualmente viene ceduta dietro un compenso pattuito – in base alla delibera dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas n° 89/99 – al Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale. L’impianto non è presidiato ma è telecondotto, tramite apposito software, dalla Società idroelettrica Mcl di Calcinato; in tal modo sono abbattuti i costi del personale con ulteriore vantaggio economico per la collettività. Ma è soprattutto nel suo minimo impatto ambientale che risiede la peculiarità di questa struttura, nel suo essere valida alternativa a emissione zero di impianti altamente inquinanti come quelli alimentati con olio combustibile, e nel suo essere armoniosamente inserita nel paesaggio rurale, contribuendo alla preziosa salvaguardia di acque regolate lungo tutto il loro cammino, dal lago d’Idro al Chiese, al salto di Esenta. Frosio, consigliere dal 1994 dell’Associazione produttori energia rinnovabile, ha fornito un interessante paragone: «La centrale di Esenta, a parità di energia prodotta, evita un’emissione di Co2 nell’atmosfera di 4.290 tonnellate all’anno, un risparmio di 1075 tonnellate di petrolio ed è paragonabile al combustibile fornito da un bosco di 500 ettari».

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