giovedì, Aprile 18, 2024
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Il «Legato del sale» Magasa rivive una storia secolare e i tempi di povertà

Una cerimonia che risale al 1633

Magasa – E’ una tradizione che si perpetua senza interruzioni dal lontanissimo 1633. Le tante guerre che si sono succedute, il cambio di provincia (da Trento a Brescia), il mutamento di nazionalità (dall’Impero Asburgico al Regno d’Italia) e persino l’avvicendamento di regimi (dalla monarchia alla repubblica) hanno interrotto le prescrizioni di un antico lascito che, a Magasa, viene regolarmente onorato ogni anno: la distribuzione del sale. Per quest’anno, l’appuntamento è previsto per domani, e la cerimonia si svolgerà nei locali al piano terra del palazzo comunale. Per la precisione, l’avviso diffuso dal Comune cita i termini «Legato sale, Pia distribuzione», sottolineando il ripetersi di qualcosa di molto sentito, di una cerimonia che la gente vive ancora oggi come importante, non più per il valore in sé della merce (il sale), ma per il momento di incontro e il rinnovarsi della tradizione. Due «legatari» (le persone incaricate di tramandare l’usanza secolare) distribuiranno questo prodotto un tempo preziosissimo. Di recente, il simbolico rituale è stato rivalutato. «E’ un pezzo di storia che ci appartiene perchè voluta dai nostri avi; è una tradizione che va salvaguardata e di cui bisogna essere fieri: in un tempo in cui tutto si perde, salvaguardare le nostre radici è una conquista non solo individuale ma anche collettiva e generale», ha scritto Danilo Mussi sulla rivista «Judicaria» in merito a una analoga cerimonia che si tiene a Daone. Spiega Paolo Zeni, assessore alla Cultura di Magasa e ricercatore di storia e tradizioni locali: «Nei secoli scorsi, e principalmente nel ’700, il reperimento del sale era una impresa difficile: arrivava nella Valvestino dalle saline venete dell’Adriatico: su barconi fino a Gargnano, per poi essere trasportato a dorso di mulo fino a Magasa. Erano pochi i fortunati che potevano permettersi una vita priva di stenti, e tra questi c’era chi, in punto di morte, spinto da uno spirito cristiano, mise a disposizione della collettività i propri averi, consistenti in beni immobili da affittare o somme di denaro da investire per finanziare l’acquisto del sale, da distribuire poi gratuitamente a ogni residente originario della comunità». «In compenso gli abitanti, dopo la scomparsa del benefattore, dovevano onorarlo con la recita di preghiere e la celebrazione di messe». Così è nata la Pia fondazione del «Legato dispensa sale», basata sulla rendita degli affitti di quanto venne lasciato dal primo benefattore; un patrimonio in seguito incrementato da altri lasciti. Viene ricordato principalmente Gottardo Gottardi, detto Tavagnone o Tavagnù, che nel 1633 dispose che il ricavato dell’affitto dei suoi due fienili (a Rest e a Denai) si doveva spendere in tanto sale. Domani, simbolicamente, verrà distribuito un chilo di sale a persona.

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