mercoledì, Aprile 24, 2024
HomeCulturaUna guida speciale per i turisti Vedovelli svela le magie del lago
Protagonisti nel libro usi e costumi delle genti rivierasche

Una guida speciale per i turisti Vedovelli svela le magie del lago

Chissà se qualcuno si è preso la briga di contarle tutte le guide turistiche dedicate al lago di Garda che sono state pubblicate nel corso degli anni. Sono talmente tante che è difficile essere originali. E invece elementi di originalità ne affiorano nell’ultima «guida storico-artistica» a soggetto benacense giunta sugli scaffali delle librerie. L’ha scritta Giorgio Vedovelli, presidente del museo del castello scaligero di Torri , già autore di numerosi volumi dedicati a molti aspetti della cultura gardesana. L’edizione è interregionale: la firmano infatti insieme la veronese Cierre Edizioni, la bresciana Grafo e l’associazione trentina Il Sommolago. Qual è il taglio innovativo della guida di Vedovelli? La risposta è: l’uomo. Nel senso che nelle pagine del libro traspaiono con buona continuità gli aspetti della «gardesanità» più legati alle tradizioni, agli usi, agli stili di vita delle popolazioni delle opposte riviere benacensi. Una sorta,dunque, di mini enciclopedia del lago di Garda, agile ma ricca di contenuti. La struttura è quella classica delle guide turistiche. Eppure in ogni capitolo c’è quella visione umanistica di cui si diceva. Si comincia ovviamente con la descrizione generale del lago di Garda, ma accanto alla trattazione di geologia, clima, vegetazione, fauna e storia c’è spazio per un capitoletto dedicato a «popolazioni e tradizioni», quasi ad indicare la via seguita nei successivi testi descrittivi delle singole località del Garda veronese, del Sommolago trentino e del Garda bresciano. «Le popolazioni benacensi», scrive Vedovelli,« in passato erano note per la loro bellicosità»: gente industriosa e anche per certi versi generosa, ma dai «cervelli alquanto eterocliti», cioè bizzarri, come ebbe a osservare Silvan Cattaneo nel Cinquecento. Ed anche in pieno Ottocento il Solitro annotava come persino le feste popolari non di rado fossero seguite da «risse e spargimento di sangue». «A parte qualche esagerazione, dettata dal desiderio di aggiungere un po’ di colore alla materia » dice però Vedovelli «le più significative caratteristiche umane dei benacensi erano la rudezza e la fierezza, dovute all’ambiente ostile in cui vivevano soprattutto nell’alto lago, tra l’altro zona di confine al tempo della Serenissima e a lavori fortemente autonomi, come quelli dei pescatori, dei pastori e dei contadini stessi. La secolare tradizione delle corporazioni di pesca ha contribuito, poi, a rafforzare ancor di più lo spirito di indipendenza degli abitanti, i quali spesso inserivano nei loro statuti la clausola che i zentiluomini, i nobili cioè, rimanessero esclusi dalle loro associazioni, per non correre il rischio di dover subirne le prepotenze». E si ammetterà che simili note di costume non sono comuni alle guide turistiche generalmente in commercio.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video