giovedì, Aprile 18, 2024
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A Lonato la prima fiera dell’anno, che si riqualifica puntando sui valori locali. Una vetrina per una zona di qualità non solo alimentare

Una rassegna per il Garda

«Dopo le cure ecco i primi segnali di ripresa». La diagnosi è del sindaco Morando Perini che si è assunto il compito assieme ad un gruppo di lonatesi, di rilanciare la tradizionale fiera di S. Antonio abate. «Quando lo scorso anno l’Amministrazione ha deciso di affrontare la realizzazione della fiera con un comitato locale anziché ricorrere a società private specializzate, sapeva di fare un’operazione in controtendenza – spiega il primo cittadino – In realtà la fiera aveva bisogno di cure e passione che solo chi veramente crede nell’iniziativa le poteva dare. Le cure ci sono state. Il malato ha dato un piccolo segnale di ripresa. Lo scorso anno si è riusciti a ricreare la ragione stessa dell’esistenza della fiera in risposta all’idea di quanti non vorrebbero più sentir parlare di fiera. Certo bisogna intendersi su quale fiera può esserci a Lonato. A mio avviso serve una fiera che possa fare da palcoscenico per l’economia locale, agricola ma anche artigianale e commerciale e che presenti taluni prodotti del mondo agricolo e quindi connessi al ciclo alimentare. Per tale ragione il centro della fiera è stato spostato nel centro storico. Le frazioni saranno presenti in corso Garibaldi chiuso al traffico, in piazza Martiri ci saranno le novità costituite dai prodotti alimentari di qualità compresi quelli locali e gardesani. Nel fare tutto ciò occorre prestare attenzione anche ai costi». Dunque la 44ª edizione della rassegna lonatese (nata tanti anni fa all’insegna dell’ottocentesco mercato del suino) vive una fase assai delicata di rilancio guardando all’economia locale e gardesana. Non è una novità, ma fa bene sapere dove si vuol andare, quali sono gli obiettivi. Infatti già tanti anni fa Lonato ospitava il salone dei vini bresciani, puntava sul florovivaismo gardesano, sulla qualità di coltivazioni e produzioni tipiche. Se questa è la strada da seguire indicata dal sindaco, gli spazi di ripresa e rilancio non mancano. Probabilmente occorrerà scegliere: puntare solo su alcuni settori guardando alla specializzazione. Una scelta obbligata anche se oggi appare prematura. La fiera, scaduta in anni recenti a mercatino o poco più, prima deve risollevarsi, riconquistare spazio e fiducia. Poi arriverà il resto. La rassegna, aperta informalmente venerdì, sarà inaugurata questa mattina, occupa il centro storico. I cortili e gli spazi adiacenti le scuole medie sono invasi dagli espositori di macchinari e attrezzature agricole. Gli stand sono in costante aumento e il settore potrebbe tornare a essere uno dei punti di forza della fiera. L’esposizione di merci e prodotti (che danno vita alla minicampionaria) è allineata nelle tensostrutture che occupano i viali e gli spazi adiacenti. In piazza Martiri un’altra tensostruttura fa da casa al salone dei prodotti enogastronomici di alta qualità. Si va dall’aceto balsamico di Modena al lardo di Colonnata, al prosciutto di Parma e Modena, Parmigiano reggiano, le arance di Ribera, olio e vini del Garda, grappe e distillati, prodotti apistici e molti prodotti biologici naturali. Il salone accoglierà anche lo stand della sezione locale dell’istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente «Dandolo». Queste le scelte. Il pubblico con la sua affluenza e i commenti dirà in questi giorni se si sta andando nella giusta direzione.

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