giovedì, Aprile 25, 2024
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È stata ultimata la raccolta delle domande di risarcimento per i danni del sisma. In ginocchio il patrimonio pubblico. Lento ritorno alla normalità. I vigili annunciano: «Ora riprendiamo i controlli»

Una «sberla» da settanta milioni

A Salò il conto dei danni provocati dal terremoto del 24 novembre si avvicina ai 70 miliardi. Ieri lo staff di Flavio Casali, il funzionario del Comune incaricato di raccogliere i dati, ha ultimato l’inserimento delle domande presentate dai cittadini. I privati ne hanno presentate 1.293, di cui 1.197 su modello C2 (lesioni a edifici), per una cifra di 50 milioni e 646 mila euro, e 96 su scheda C2 (attività commerciali, imprese, eccetera), per un importo di due milioni e 867 mila. Nel complesso i cittadini chiedono un risarcimento per 53 milioni e mezzo. Visto che il termine stabilito dall’ordinanza ministeriale è il 23 gennaio, saranno accettate anche le richieste tardive, inviate ad esempio per raccomandata nei prossimi giorni dai proprietari di seconde case, residenti in località lontane. Un bilancio dei danni che potrebbe quindi diventare ancor più pesante. A questo punto è più che probabile che i danni del sisma superino i 200 milioni di euro. C’è poi il discorso degli edifici pubblici, con 12 milioni e 400 mila euro. Ecco il dettaglio. Quattro milioni di euro per il Palazzo municipale sul lungolago. Poi 924 mila per l’immobile di viale Landi, affittato all’Asl. Sette milioni e mezzo riguardano i fabbricati di pubblico interesse, come l’ospedale, la nuova casa di riposo, il palazzo dell’Ateneo utilizzato dalla Camera di commercio, quello dell’Arsenale, che ospita l’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza, il convento dei frati Capuccini a Barbarano, le due materne autonome (la «Trivero» di Villa e la Paola di Rosa delle suore). Bisogna quindi aggiungere i 700 mila euro delle chiese (Duomo, S.Bernardino, Ancelle in Fossa, Campoverde, Villa, ecc., alcune delle quali ancora chiuse, poichè dichiarate inagibili) e dei beni parrocchiali. Vale a dire: oratorio, canonica e Sant’Jago. Da ultimo i due milioni e 100 mila euro per l’emergenza, così suddivisi: un milione e 390 mila per gli immobili (la sistemazione immediata delle scuole), 374 mila per la viabilità, 344 mila per gli alberghi e l’alloggio degli sfollati. Spese effettuata dal comune. Ieri mattina le elementari statali «Teresio Olivelli» di Salò sono tornate alla normalità. I lavori nella parte vecchia dell’edificio avevano costretto la direttrice didattica Luigiana Ghirardi Lanfranchi a organizzare i doppi turni, a rotazione (alcune classi al mattino, altre al pomeriggio). Gli impiegati hanno invece utilizzato un prefabbricato collocato nel cortile. Ora, a distanza di quasi due mesi dal terremoto del 24 novembre, le cose hanno ripreso l’abituale andamento. Ma c’è una novità. Dato che la mensa della scuola non è ancora funzionante, i bambini sono andati a mangiare dai…nonni. Divisi in due turni (il primo di 150, il secondo di 130), hanno preso la strada della vicina casa di riposo, accompagnati dalle maestre. E le cuoche sono tornate a lavorare doppio, proprio come in dicembre, quando avevano sfornato pasti per i cittadini sfollati. La casa di riposo, che pure ha avuto i suoi guai, nonostante sia stata costruita recentemente, è diventata un polo di ospitalità, facendo fronte alle necessità. I bambini, allegri e divertiti («Peccato – ha detto una insegnante – che le fotografie non rendano l’idea del chiasso»), rimarranno qui l’intera settimana. Spazzolato il rancio, alle 14.30 sono rientrati nelle aule. Ma di sicuro avranno un argomento di conversazione in più con i loro genitori. Intanto il comandante della Polizia urbana Sandro Morandi ha annunciato il ritorno alla «tolleranza zero». «Dal giorno successivo al sisma ?dice Morandi – abbiamo deciso di non effettuare controlli sui parcometri e sul pagamento dei ticket, di dare la massima disponibilità, di tenere sempre giù i pilomat, eccetera». I vigili urbani hanno chiuso un occhio anche per quanto riguarda le contravvenzioni, evitando di affibbiare multe per ogni infrazione e facendo opera di persuasione nei confronti degli automobilisti. Da questa settimana riprendono l’attività normale e ricominciano a girare col blocchetto delle multe. «Abbiamo fornito il nostro contributo immediatamente ? aggiunge il comandante -, entrando in azione cinque, sei minuti dopo il sisma. Poichè conosciamo il territorio, ci siamo messi a disposizione delle squadre dei vigili del fuoco, riuscendo a evitare la chiusura di due strade fondamentali: le centralissime via Brunati e via Garibaldi». «Gli Alpini – ha continuato Morandi – disponibili per ogni tipo di intervento, hanno dato un grande aiuto. Bisognava consentire alle persone di entrare nelle case pericolanti a prendere i vestiti o le medicine, di accompagnare gli anziani all’ospedale o in ufficio, e così via. Non sono mancati gli episodi commoventi. Ricordo la donna marocchina, abbandonata dal marito, con due figli, costretta a lasciare l’appartamentino di via Fantoni. Dispone solo di una vecchia bici, per andare a fare le pulizie nelle case. In mezza giornata le abbiamo trovato un alloggio a Barbarano, collegando il gas e l’energia elettrica. Giorni fa è passata dal nostro ufficio. Teneva il mano il Corano. Mi ha detto: ho pregato Allah, il mio Dio. Per voi, e ringraziarvi di tutto quanto avete fatto. Parole che non dimenticherò mai».

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