La cantante Giuliana Bergamaschi farà rivivere le atmosfere del cantautore scomparso due anni fa
Una serata con le canzoni di De Andrè
Il concerto dedicato a Fabrizio De Andrè e organizzato per domani alle 21 al teatro Smeraldo dall’Associazione Amadeus, dall’Associazione commercianti e dalla Pro Loco, con il contributo dell’Amministrazione comunale, non sarà solo l’occasione di ascoltare alcuni brani tratti dalla vastissima produzione del cantautore genovese (scomparso l’11 gennaio del 1999), ma anche il tentativo di ricreare l’atmosfera in cui essi sono nati. Così lo spettacolo-progetto, intitolato «Potesse nascere un giorno una rosa…», della cantante veronese Giuliana Bergamaschi (che da oltre dieci anni si occupa di musica con radici etnico-popolari e che con il suo ex-gruppo, La Ratatuja, ha vinto il premio nazionale Grinzane Cavour nel ’96 ed Arezzo Wave nel 1997), cercherà di far rivivere l’ambiente del porto e al tempo stesso di intrecciare diversi apporti artistici. «Sul palco», dichiara Giuliana Bergamaschi, per la quale De Andrè è stato il principale punto di riferimento, «vi saranno non solo alcuni bravi musicisti (Stefano Bersan e Francesco Palmas alla chitarra, Antonio Canteri all’armonica e alle percussioni etniche, Ottavio Giacopuzzi alla fisarmonica e al sax, Macambira alle percussioni), ma anche la danzatrice brasiliana Doralice Ferreira De Santana e i quadri dell’Associazione Spazio Libero». Per il presidente della Pro Loco, Marileno Brentegani, si tratta di una scommessa: «È uno spettacolo godibile e pure ricco di contenuti e di momenti comunicativi. Per questo mi aspetto sia la presenza degli appassionati di De Andrè, sia quella di chi vorrà assistere ad un avvenimento particolare». Sulla stessa linea Fiorella Marangoni, la presidentessa dell’Associazione Amadeus che solitamente organizza concerti di musica classica. «Mi aspetto un teatro pieno per questo che sarà anche un momento di aggregazione per i giovani» dice. In fondo De Andrè era uno di loro nella sua ricerca di godersi la vita e al tempo stesso di valorizzare le cose di tutti i giorni: mangiare, bere, etc. Ma soprattutto è stato uno dei cantautori più ascoltati da generazioni di persone, a partire dagli anni sessanta, per arrivare agli anni ottanta (con «Creuza de ma», forse il suo album più bello) e poi al suo ultimo album («Mi innamoravo di tutto») nel quale rivela il momento della svolta nella sua vita: «Se una voce miracolosa (quella di Mina, n.d.r. ) non avesse interpretato nel 1968 “La canzone di Marinella”, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all’avvocatura». Alessandro Foroni
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