giovedì, Aprile 18, 2024
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Lo scrittore Vittorio Messori lancia un appello per la salvaguardia di Maguzzano. Obbiettivo: evitare colate di cemento fino al monte Corno

Un’area protetta per l’abbazia

«Un parco dell’Abbazia di Maguzzano che potrebbe congiungersi al Monte Corno di Desenzano, già sotto tutela, è da sottoscrivere e incoraggiare». Il messaggio viene lanciato dal grande saggista e opinionista cattolico Vittorio Messori, che abita a Desenzano da oltre dieci anni, ma che si è insediato con il suo studio nell’Abbazia di Maguzzano, ospite dei religiosi della Comunità di Don Calabria. L’intervento di Messori segue quello – di alcuni anni fa – del cantautore milanese Roberto Vecchioni (che ha abitato a lungo ai Barcuzzi). Di recente, anche numerosi residenti della splendida «balconata» sul Garda avevano preso posizione. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica, non solo di Lonato ma dell’intera area del lago di Garda, perchè l’abbazia, il suo chiostro e i suoi incomparabili dintorni sono, in fondo, patrimonio di tutta la comunità. La minaccia che incombe su questa zona è quella del mattone. Un paio di maxi-lottizzazioni, già approvate negli anni scorsi, cominciano ora a far sentire il fiato sul collo dell’attuale giunta ulivista. Ecco la ragione di un auspicabile parco. «La sua attuazione – dice infatti Messori – più che auspicabile, sembra doverosa. Esso non dovrebbe tutelare la sola zona attorno a via Maccarona, la stradina che collega l’abbazia alla tangenziale Padenghe-Desenzano, ma dovrebbe estendersi in ogni direzione attorno all’abbazia. Su questa già incombono, dalle colline ad ovest, due gigantesche ville con terribili coperture in cemento armato a vista. Sulla colina di Barcuzzi, poi, si sta terminando un grande complesso, visibilissmo anch’esso dalla casa religiosa e che rovina il placido panorama della collina». Il grido d’allarme di Messori si fa a questo punto più acuto. Occorre salvare il salvabile, sottolinea il saggista, e bloccare uno scempio, impedire la distruzione di un grande capitale naturalistico che tutta l’Europa conosce. Messori cita l’esempio della Francia, dove pure si edifica massicciamente ma dove anche si preserva il territorio più pregiato, creandovi delle aree protette o dei parchi. Che poi la zona attorno a Maguzzano sia di grande interesse storico e archeologico non è cosa nuova. A parte il valore dell’abbazia, «che è tra le cose – dice Messori – più belle del Rinascimento lombardo, c’è poi la via Maccarona che rappresenta l’ultimo sito superstite della grande via romana Aemilia-Gallica che da Milano conduceva all’Adriatico. Inoltre i monaci benedettini che abitarono l’abbazia – come sottolinea ancora lo scrittore – fecero degli importanti lavori di bonifica dell’area paludosa che circondava la zona. Tempo fa, dicevamo, un gruppo di abitanti rivolse un appello al sindaco Perini perchè si intervenisse per bloccare l’avanzata del cemento. Interpellato dal nostro giornale, Perini rispose che «si trattava di autorizzazioni già deliberate, ma che si sarebbero potuti prospettare interventi meno invasivi». Sarà accolto l’accorato appello di Messori e di tutti quelli – e sono tantissimi, crediamo -, a cui stanno a cuore le sorti di Maguzzano?

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