giovedì, Marzo 28, 2024
HomeAttualitàUn'estate da dimenticare
Flessione del 4 per cento al campeggio dell'Amsa (di solito immune) La crisi turistica avvertita anche a Prabi LA STAGIONE AGLI SGOCCIOLI

Un’estate da dimenticare

L’estate che ormai volge al termine non verrà certo ricordata come una delle più proficue per il turismo altogardesano. I venti di crisi hanno imperversato un po’ ovunque tra gli operatori del settore. Qualche folata ha raggiunto persino i campeggi di Prabi, solitamente “immuni” dalla depressione del mercato vacanziero. Il camping dell’Amsa sta registrando una flessione, rispetto al 2001, di oltre il 4%.Fino ad ora i dati registrati dal campeggio dell’ex municipalizzata arcense parlano di circa 68 mila presenze, quasi 3 mila in meno rispetto all’anno scorso (una flessione del 4,5 percento). Col segno negativo anche il camping al Lido di Arco che ha dovuto segnare il passo, rispetto al 2001, con un meno 1,5%. «Flessioni dovute all’andamento del mercato, soprattutto a quello tedesco – spiega il presidente dell’Amsa Gianni Caproni mentre snocciola i numeri delle affluenze – stando a quello che dicono gli altri operatori questa non è stata un’estate particolarmente brillante. Noi ci siamo difesi. Siamo sostanzialmente sull’andamento dello scorso anno e questo non può che farci piacere. Persino il presidente dell’Apt Enio Meneghelli, membro del nostro consiglio di amministrazione, si è stupito favorevolmente quando gli ho fornito i nostri dati». I campeggi arcensi sono da sempre un’isola felice al riparo da ogni bizzaria del mercato vacanziero. Mentre alberghi e ristoranti tentennano le strutture all’aria aperta vanno a gonfie vele. La crisi di quest’anno, però, qualche traccia l’ha lasciata. Occorre capire se si tratta semplicemente di un caso o di un vero e proprio campanello d’allarme. «Certamente non hanno aiutato le condizioni del tempo – spiega Caproni – come dimostrano le addirittura sei giornate di pioggia in cui siamo stati costretti a chiudere la piscina. Ciò nonostante i dati che riguardano la struttura sono ampiamente confortanti. Abbiamo registrato un aumento sensibile, da 18.160 ingressi siamo passati a più di 18.500». Mentre altri sono costretti a leccarsi le ferite l’Amsa può camminare a testa alta. Anche se non sono tutte rose e fiori. Il cruccio del presidente Caproni è rappresentato dal bar del Casinò che nonostante gli sforzi profusi non riesce a decollare. A tal punto che si è persino pensato ad una sua chiusura. «D’altro canto ha un costo notevole – commenta Caproni – vi sono impiegate 4 persone e non è poco. Nel 2000 il fatturato è stato di 67 mila euro, l’anno scorso di 91 mila e quest’anno di 99 mila. Ma la soglia giusta sarebbe quella dei 150 mila euro, altrimenti è solo un’uscita continua. Posso dire senza timore di essere smentito che è il bar più bello di tutta la regione, i prodotti che vengono serviti non sono inferiori agli altri locali e il personale è educato e disponibile. Eppure non funziona e non riesco a capire il motivo. Più di questo noi non possiamo fare. Agli arcensi non piace e non ne capisco il motivo. Forse perchè è fuori mano. Per fortuna le cose si sono un po’ mosse e c’è stato un miglioramento. Anche se non è sufficiente. Il pensiero di chiuderlo ogni tanto ci viene ma poi andiamo avanti. Certo che di questo passo…». Molto meglio, invece, il discorso relativo all’utilizzo dei saloni del casinò, soprattutto quelle delle feste. «Qui la situazione è diversa – conclude Caproni – la gestione delle sale sta dando i suoi frutti così come la scelta di puntare sui matrimoni». Lo sviluppo di Arco passa per forza di cose dall’Amsa Spa. Molto è stato fatto ma la strada da percorrere è ancora tanta.

Nessun Tag Trovato
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video