Da Venezia al confine con il Trentino. Il teatrino della politica regionale cambia luogo e palazzo ma non muta canovaccio. O almeno per il momento. La lunga trasferta della V commissione regionale sanità, giunta nella prima mattinata di ieri nell’alto lago per vistare l’ospedale di Malcesine, è servita più per ascoltare che dare risposte sul futuro dell’ospedale gardesano. Difficile d’altronde chiedere e sperare più di un gesto d’attenzione per una struttura che secondo il volere della Giunta di Giancarlo Galan dovrà chiudere i battenti nel giugno del 2004. Poco importa se l’ospedale è basilare per il diritto alla salute dei cittadini dell’area e per le migliaia di turisti che affollano le sponde del Benaco. Ancor meno se risulta essere l’unico centro in Italia per la cura della poliomielite e se, caso raro nella sanità nazionale, ha il merito di essere economicamente in attivo. Notizie, numeri e considerazioni ormai da mesi sviscerati a turno dai sindaci dell’alto Garda, medici dell’ospedale, categorie sociali ed economiche, e dall’associazione disabili motori interregionale (Aidm). Informazioni ampiamente riportate nelle sedi competenti e sui mezzi d’informazioni. Difficile quindi non sorridere quando al termine di due ore di dibattito, a volte acceso, politici navigati ammettono che «i dati snocciolati questa mattina fanno riflettere». «Non c’è dubbio che stiamo parlando di un ospedale importante ed è necessaria una nuova analisi», ammette Giorgio Cerioni. Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di An Paolo Scaravelli per la prima volta in visita al centro ortopedico-riabilitativo: «Ho una mia percezione personale e il dovere di fare una grossa, ripeto grossa, riflessione su questa struttura». «Non conoscevo l’ospedale», prosegue Scaravelli, «e in fondo è proprio questa l’utilità del sopralluogo della commissione: visionare e recepire nuove informazioni. Non certo fare demagogia come alcuni miei colleghi». È chiaro il riferimento a Nadir Welponer e Maurizio Tosi, entrambi presenti alla pari del vicepresidente regionale Gustavo Franchetto, Mario Rossi, Claudio Rizzato e Maria Pia Mainardi. Assente Leonardo Padrin, il presidente della V commissione, è toccato al vice Margherita Miotto coordinare i lavori e spegnere sul nascere le polemiche tra i consiglieri d’opposti schieramenti politici. In mezzo il direttore generale dell’Ulss 22 Renato Piccoli. «Inadeguato al ruolo», taglia corto Welponer. Il dirigente è stato inoltre accusato da Lucio Malavolta, capo dipartimento d’ortopedia dell’Ulss 22 e per 14 anni primario a Malcesine, di aver consigliato gli infermieri dell’ospedale gardesano di cercarsi un altro ospedale. «Mi si attribuiscono delle competenze e funzioni che non possiedo», ha ribadito Piccoli in tono pacato a Welponer prima di chiarire la vicenda collegata all’incontro con il personale medico. «Nel rapporto di trasparenza e correttezza con i dipendenti ho solo detto che secondo le schede ospedaliere varate dalla Regione Malcesine è destinato a chiudere entro il 30 giugno 2004». «Non esistono criteri oggettivi per chiudere l’ospedale e siamo di fronte solo ad una scelta politica», ha rimarcato Maurizio Tosi (al pari di Claudio Rizzato) pronto a chiedere la riapertura delle schede ospedaliere anche alla luce dell’incendio del Magalini di Villafranca. Non dello stesso parere Mario Rossi: «Se ciò avvenisse non saremmo più in grado di richiuderle», ha spiegato l’esponente di Forza Italia invitando Piccoli a far pervenire alla V commissione il progetto di sperimentazione gestionale dell’ospedale redatto dall’Associazione poliomielitici. «Ma come. L’assessore Fabio Gava lo conosce da tempo e anzi avrebbe dovuto darci come promesso già una risposta in merito. Adesso salta fuori che voi non sapete nulla. Ma a che gioco giochiamo», ha replicato stizzito Roberto Bassi presidente dell’Aidm. In precedenza avevano preso la parola il sindaco Giuseppe Lombardi («Nuovi alberghi a Malcesine non ne vogliamo»), il dottor Fabrizio Cortese («Si vuole chiudere un ospedale che funziona»), il presidente dell’Ugav Giuseppe Lorenzini, il primario Giuseppe Danzi e Vittorio Dapretto, presidente dei commercianti di Malcesine.
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