venerdì, Marzo 29, 2024
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Un progetto che ha ricevuto un finanziamento di 41mila euro e che sarà rivolto in particolare alle donne

Un’offensiva anti-alcoltra lago e montagna

Incidenti stradali con migliaia di decessi e ricoveri, tumori, cirrosi epatica, infarto emorragico, suicidi, aborti, omicidi, infortuni sul lavoro e in casa. Il peso dell’alcol è enorme. Opprime bambini, giovani, donne, anziani, veste a lutto la realtà e costa a tutti noi milioni di euro. «Un elefante non è una rosa» è l’iniziativa che, per il secondo anno consecutivo, l’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) del Baldo-Garda sta facendo scattare sul territorio in questo mese. È finanziata per 41 mila euro dal Comitato di gestione (Coge) del fondo speciale per il volontariato ed approvata dal Centro servizi volontariato (Csv) della Provincia.Il programma formativo, che si svolge sulla base del progetto ideato dalla dottoressa Milena Maia dell’Acat Dolomiti di Belluno, è realizzato nella nostra provincia dalle Acat aderenti: Acat Baldo Garda, Basso Veronese, Adige Lessinia, Verona Chievo e Verona Sud. È stato studiato per le scuole alcologiche territoriali ed è aperto a tutta la comunità, rivolto dunque a Comuni, associazioni sportive, di volontariato e parrocchiali. L’obiettivo è prevenire e combattere i rischi derivanti dall’uso dell’alcol e la coscienza critica dei rischi che il suo consumo comporta. Perché l’alcol, una sostanza psico-attiva, agisce nell’organismo in modo subdolo e diverso. Non è nemmeno possibile, in base alle conoscenze attuali, identificare le dosi di consumo alcoliche «sicure» per la salute.«Questa sostanza, assorbita dallo stomaco tanto più velocemente quanto più quest’organo è vuoto, passa nel fegato per essere digerita e si diffonde nei vari organi prima di essere eliminata anche attraverso urina, feci, respiro, latte materno, lacrime e sudore», spiega Elena Tommasi, responsabile dell’Acat Baldo Garda, che in questi giorni sta programmando, dalla sede di Garda, una serie di incontri a Brentino Belluno, Cavaion, Caprino, Costermano, Rivoli e sulla Riviera degli Olivi.Il calendario sta per essere messo a punto, intanto chi è interessato (enti pubblici e privati, associazioni) può chiamare al 338 6283966. L’anno scorso «Un elefante non è una rosa» è stato presentato in 120 scuole del Veneto, tra cui una trentina nel Veronese. «Chiediamo di contattarci, siamo pronti ad andare ovunque, quest’anno ad esempio stiamo pensando di coinvolgere anche le case di riposo, perché il problema non riguarda solo alcolisti, ma anche chi semplicemente assume farmaci che possono risultare non compatibili con l’alcol», dice Tommasi. «Inoltre desideriamo sensibilizzare le donne, poiché più difficilmente smaltiscono questa sostanza che passa al feto in caso di gravidanza».L’attività prevede due incontri a cura dell’équipe di lavoro formata ad hoc (i «servitori» cioè gli operatori Acat, insegnanti e famiglie del club) che lavorano sempre in rete, in contatto anche a livello interprovinciale. Sono previsti due incontri di due ore ciascuno per ogni gruppo. «Utilizziamo l’approccio teatrale», premette Tommasi. «Un attore, attraverso un breve monologo e dei lucidi, presenta il servizio. Si procede con un lavoro di gruppo e c’è un secondo monologo». La seconda serata prevede ancora il monologo, discussione dei lucidi e il coinvolgimento dei presenti.Generalmente l’effetto è che si discute il problema e spesso emergono riflessioni spontanee, casi personali di rilievo per tutti. Insomma la pesantezza viene a galla e la si può, in questo modo, affrontare (www.arcatveneto.it).

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