sabato, Aprile 20, 2024
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Particolare iniziativa all’alberghiero Carnacina per testare un nuovo modulo didattico. Dall’antipasto al dessert ispirandosi agli aztechi e al film Chocolat

Va in tavola «giramondo cioccolato»

Il cioccolato fa strani scherzi. Provoca una sottile o intensa sensazione di piacere, può agitare, è energetico e leggermente stimolante, pungola la memoria, vivacizza l’attenzione, scaccia la depressione, ma provoca pure inversioni di ruoli. Questa reazione, a differenza delle prime che sono spesso soggettive, si è rivelata in tutta la sua oggettività venerdì 21 febbraio all’istituto d’istruzione superiore Luigi Carnacina di Bardolino. Per un’inedita esercitazione speciale organizzata dagli insegnanti delle classi seconda C ed E gli alunni non sono rimasti in classe, più o meno tranquillamente accomodati ai propri posti, ma, parati come il bon ton della più rigorosa “mise en place” comanda, hanno fatto sedere i professori servendoli dall’antipasto al dolce con i più prelibati manicaretti. Tutto a base di cioccolato. Per l’occasione non poteva mancare il preside Armando Gallina. Entusiasta di «giramondo cioccolata», il modulo proposto dai suoi insegnanti, ha invitato a pranzo un pool d’eccezione. Sono arrivati Romano Brusco, assessore alla cultura di Bardolino, Giovanni Varanelli, provveditore agli studi quando l’istituto, nel 1973, fu fondato, Salvatore Fini, già preside al liceo classico Scipione Maffei, Giuseppe Pimazzoni, sindaco di Garda quando fu creato il liceo scientifico, sezione associata al Carnacina e Diana Senigallia, moglie del sindaco di Verona Paolo Zanotto, qui in veste di ex professoressa. I veri protagonisti sono stati comunque studenti e insegnanti. L’idea del pranzo a base di cioccolata nacque quasi per scherzo, ad un consiglio di classe. «In Italiano facevamo una relazione sulle sentenze della Corte di Giustizia Europea in materia di cioccolato nei confronti di Spagna e Italia, condannate per aver vietato la commercializzazione con la denominazione “cioccolato” di prodotti contenenti sostanze grasse vegetali diverse dal burro di cacao», spiega l’insegnante Manuela Fuselli. «I due paesi avrebbero voluto che la presenza di tali surrogati fosse segnalata, perché da essa dipende la genuinità del cioccolato». E Lucia Rossi, insegnante di alimentazione: «Pensammo ad un modulo sul cioccolato che si poteva trasformare in un piacevole pranzo e prova di degustazione a tema. Il nostro più grande sponsor è stato il preside, i ragazzi hanno lavorato benissimo». Sono stati ai fornelli con Ciro De Maio, professore di laboratorio di produzione (cucina) e in sala, seguiti da Fausto Fanini, di laboratorio di vendita (sala). Portata per portata, hanno introdotto il menu. In ordine sono arrivati: formaggi e pere con salsa al cioccolato; tagliatelle di cacao vegetariane; fesa di tacchino con salsa al cioccolato, patate di mandorle e zucchine Azteche e, prima del caffè, un tortino di Vianne, ispirato al film Chocolat di Lasse Hallstrom. La festa è stata un tripudio. «I ragazzi hanno trovato materiale su libri e Internet scoprendo una letteratura vastissima», commenta Fanini, «siamo all’inizio, sul tema lavoreremo ancora».

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