giovedì, Aprile 18, 2024
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Mentre continuano le agitazioni. Proposte dal Ministero. Il 21 sciopero

Vertenza Navigarda. Timido ottimismo per i 50 stagionali

Vertenza Navigarda: c’è qualche timido segnale di ottimismo per i 50 lavoratori stagionali che rischiano il posto in seguito ai tagli della Finanziaria. Ma sono segnali senza riscontri ufficiali, mentre prosegue la lotta sindacale. Continuano le agitazioni dei lavoratori delle linee di navigazione sui laghi, settore duramente colpito dai tagli. Dopo lo sciopero dello scorso 6 marzo, i lavoratori del trasporto pubblico lacuale (compresa ovviamente la Navigarda) fermeranno nuovamente i battelli il 21 marzo: per il lago di Garda lo sciopero del personale navigante andrà dalle 11.30 alle 16, ma per gli operai e gli impiegati durerà tutta la giornata. Il fatto che sia stato indetto lo sciopero è di per sè un brutto segnale: vuol dire che non ci sono novità sostanziali nella trattativa tra sindacati, azienda e Governo per recuperare i tagli imposti dalla Finanziaria. Per la navigazione sul Garda mancano all’appello tra i due e i tre milioni di euro, con ripercussioni che si sono già fatte sentire: a casa 19 stagionali la cui assunzione era prevista per i primi di marzo; cancellato circa un terzo delle corse; a rischio una cinquantina di posti; silenzio assordante sugli organici e sull’orario «pieno» di esercizio, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° aprile. «C’è un’ipotesi che tiene accese le speranze – ammette Claudio Lonati, segretario provinciale della Cisl Trasporti -: che il Ministero delle Finanze, con una circolare, autorizzi l’orario pieno e il pieno organico, rinviando a una copertura dei costi a posteriori. E’ un ipotesi più semplice e praticabile rispetto a un decreto correttivo della Finanziaria. Basterebbe un po’ di buon senso, e in molti ci credono. Ma non ci sono risposte ufficiali». Tra i lavoratori stagionali che attendono di prendere servizio dal 1° aprile, in effetti, si è sparsa la voce che tutto andrà bene: dicono che intanto si comincia, poi i finanziamenti arriveranno. Sarebbe bello. Ma a Roma come a Milano, chi di dovere non sembra aver compreso la gravità della crisi che i tagli rischiano di provocare. Scrivono Cgil, Cisl e Uil, in un comunicato: «Nonostante la presa di posizione di molti sindaci del Benaco, contrari ai tagli che ammontano a 8 milioni di euro per i tre laghi di Garda, di Como e Maggiore, la protesta dei lavoratori non ha avuto alcuna risposta da parte del Governo e della Regione. Un silenzio con il quale Milano e Roma si assumono le responsabilità su lavoratori e cittadini». Ma i sindacati sono intenzionati a farsi sentire: in concomitanza con lo sciopero del 21 saranno con un presidio dalle 10.30 alle 14 davanti al Pirellone di Milano, «per denunciare l’assenza dell’amministrazione regionale su una questione che investe pesantemente il presente e il futuro di centinaia di lavoratori, e indirettamente quello dell’economia del sistema-laghi».

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