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E’ a favore del privato il verdetto definitivo del Consiglio di Stato

Via libera al residence«Borgo degli Ulivi»

di Il Consiglio di Stato ha emesso la sentenza definitiva sulla controversa lottizzazione di Gardone Riviera il Borgo degli ulivi (9.887 metri cubi, comprensivi della ristrutturazione di un edificio già esistente di 2.500 mc., su un’area di 19.210 metri quadri, in località Ver, sotto la strada che, da Fasano, porta a S. Michele, in splendida posizione panoramica), dando ragione ai privati che hanno costruito l’insediamento. Progettato dagli architetti Mauro Salvadori, Ermes Barba e dall’ingegner Mario Alesci, costruito e ultimato da anni, il Borgo degli ulivi è un residence che da primavera a ottobre accoglie turisti, soprattutto tedeschi. Dopo il terremoto del 24 novembre 2004, ha ospitato i bambini della scuola materna, gravemente danneggiata dal sisma.UNA VICENDA iniziata nell’ottobre ’95, ben 12 anni fa, quando il Consiglio comunale approvò il progetto definitivo, sulla base delle indicazioni fornite dal Servizio beni ambientali della Regione Lombardia. Ma il Sovrintendente di allora Ruggero Boschi si oppose all’intervento, definendolo «dannoso sul piano ambientale», tale da arrecare «un grave impatto visivo e disagi al transito nella zona». Con tali motivazioni annullò l’autorizzazione concessa del sindaco di allora, Piercarlo Belotti, rilasciata nel rispetto del Prg vigente, redatto dall’architetto Augusto Cagnardi ai tempi di Aventino Frau. Nel gennaio ’99 il Tar, presieduto da Armando Ingrassia, diede torto a Boschi, sostenendo che non poteva prendere l’iniziativa senza informare i diretti interessati. Doveva insomma comunicare l’avvio del procedimento, in modo da consentire ai costruttori di interloquire, prendere visione degli atti, presentare documenti e osservazioni.La legge 241 del ’98, infatti, imponeva una serie di obblighi, garantendo trasparenza e pubblicità. Adesso il Consiglio di Stato ha esaminato il ricorso del Wwf (il Fondo mondiale della natura era appoggiato dal Ministero dei beni e attività culturali), giudicandolo infondato e confermando la sentenza del Tar di Brescia. Bisognava insomma informare i privati. L’onere di comunicazione è venuto meno solo in un momento successivo, con un decreto del giugno 2002.LA VICENDA esplose in maniera fragorosa con un articolo di Riccardo Chiaberge sul Corriere della Sera che scrisse: «135mila metri quadrati di villette intorno al Vittoriale. Se fosse ancora tra di noi, il Vate manderebbe un manipolo di legionari fiumani a fermare le ruspe. Tutto quel cemento fra gli ulivi, a pochi passi dal suo mausoleo, dal Mas della beffa di Buccari: che sacrilegio!».E Vittorio Sgarbi, su Bella Italia: «L’ennesimo scempio di abusivismo edilizio, che riporta ai tempi in cui la speculazione saccheggiava comodamente il nostro Paese».Poi le manifestazioni di Legambiente, e la telefonata del ministro dell’Ambiente Giovanna Melandri al sindaco per invitarlo a sospendere il rilascio della concessione, in attesa delle sentenze definitive.

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