I progetti della Fondazione Bravi al centro di un summit con prefetto e questore. Nel «Rimbalzello» 18 mila metri cubi ad uso turistico
Villa Portesina? Hotel per vip
Visita-lampo, ieri mattina, del Prefetto (Annamaria Cancellieri) e del Questore (Paolo Scarpis) alla Fondazione Bravi di Barbarano, situata vicino al porticciolo. Sono stati accolti dai consiglieri di amministrazione, dal sindaco di Salò Giampietro Cipani e dal comandante dei carabinieri della compagnia dell’Alto lago e della Valsabbia, Luca Volpi. Un’occasione per illustrare le attività e le finalità dell’ente, i programmi, i nodi da risolvere. Oltre che di numerosi terreni e fabbricati, la Fondazione è proprietaria (a S.Michele, in una splendida posizione in collina) di Casa Bravi, ex Villa Incanto, dove ospita una sessantina di anziani. Le rette oscillano, per le camere singole, da 28 a 33 euro al giorno; per le doppie da 17 a 25. Con la possibilità di soggiorni per brevi periodi (e importi differenziati secondo i mesi). Molti dei proventi immobiliari vengono investiti in questa casa di riposo che, dopo la costruzione dell’ala nuova nell’86, recentemente è stata ampliata e rinnovata. «Nel mese di dicembre, in Consiglio regionale, inizierà la discussione sulla riforma delle Ipab — ha detto il presidente, Riccardo Piccioni -. Si andrà verso una privatizzazione degli enti, e una gestione più flessibile. Tutto da vedere come saranno nominati gli organismi interni. Per quanto riguarda la Fondazione Bravi, ci troviamo dinanzi a scelte di carattere strategico». E qui Piccioni ha ricordato la villa Portesina e il Rimbalzello. La prima è in territorio di San Felice del Benaco. Ai tempi della Repubblica sociale di Benito Mussolini (Rsi), fu utilizzata come abitazione da Serafino Mazzolini, Sottosegretario agli Esteri (il ministro ero lo stesso Duce). Esistono ancora le foto delle visite effettuate dell’ambasciatore giapponese Sciurukuro Hidaka. Successivamente è stata adibita (con l’ampio parco) a campeggio. Cinque anni fa la rottura col gestore. «Ora stiamo definendo la causa — continua il presidente -. Abbiamo nominato un consulente per la perizia d’ufficio. Il terreno è stato massacrato coi bungalows. Ogni tanto arrivavano i ladri, forse attraccavano direttamente dal lago. Tanto che una statua la teniamo qui, in ufficio». E mostra una dea di marmo, appoggiata alla parete. «La nostra idea — riprende — è di trasformare villa Portesina in un albergo ad alto livello, di 20–30 stanze, da utilizzare per meeting e convegni». Un po’ come successo a Gargnano per villa Feltrinelli, acquistata dall’americano Burns che, spendendo la bellezza di 80 miliardi di vecchie lire (tra prezzo d’acquisto, ristrutturazione e rinnovo completo degli arredi), l’ha trasformata in un autentico gioiello: un hotel per ricconi (a dire il vero, la chiamano «home feeling»), dato che le tariffe delle camere oscillano tra i 1.200 e i 1.800 euro a notte, compresa la colazione. «Abbiamo affidato l’incarico della progettazione all’architetto Feiffer e iniziato i contatti col municipio di S.Felice — aggiunge Piccioni -. Purtroppo esistono numerosi vincoli». Cesare Feiffer, veneziano di Cannareggio, professore universitario, è lo stesso che con Francesco Giustacchini e Paola Ronchi sta ultimando il lussuoso recupero della casina Valene, a Cunettone di Salò. Per quanto riguarda il Rimbalzello, ottenuta la rescissione del contratto col gruppo-Notarnicola, si sta trattando con nuovi operatori (proprio martedì Bresciaoggi ha pubblicato il grido di dolore del Tennis club, subconduttore, invitato a lasciare liberi i cinque campi in terra rossa entro il 31 marzo). «La Fondazione — ricorda il presidente — dispone di numerosi avvocati, viste le numerose cause. L’ultima, nei confronti degli ex gestori, ha nuociuto a tutti. Noi dobbiamo gestire il patrimonio in maniera oculata». Il Piano regolatore di Salò consente, per il futuro, un nuova volumetria di 18 mila metri cubi, di carattere «turistico-ricettivo». «A decidere saranno il comune e la Soprintendenza, dopo avere tenuto in considerazione i vincoli idrogeologici e le fasce di rispetto — spiega Piccioni -. La Fondazione ha già subito numerosi espropri, e ora vuole realizzare qualcosa». A Gardone Riviera si è vista togliere 23 mila mq. per costruire le scuole medie e l’Istituto alberghiero Caterina de’ Medici, poi 80 mila destinati a giardini pubblici, ecc. E adesso chiede una contropartita, «nel rispetto dell’ambiente e del verde». Dopo il pranzo al Laurin, Prefetto e Questore sono andati al capezzale della Marzotto.