La mostra di Daniele Mariani espone una serie di opere, suddivise in tre sezioni, che rappresentano un omaggio alla fotografia istantanea e all’universo femminile.
Scatti dal sapore vintage, che immortalano volti di donna e particolari, attraverso quella tecnica sviluppata da Edwing Land a partire dal 1929, che aveva dato vita alla famosa Polaroid, azienda che ha chiuso i battenti nel 2008. L’ambizioso progetto della fotografia immediata è oggi portato avanti da Impossible Project, che è riuscita nella riproduzione di una pellicola istantanea analogica per macchine tradizionali fotografiche Polaroid.
Polaroid ha fatto la storia della fotografia istantanea: pochi secondi e l’immagine latente appariva ai curiosi fotografi; Mariani ha sfruttato le molteplici possibilità che questo mezzo permette: composizioni di due o più immagini, colori pastosi, morbidi e sofisticati, attraverso ritratti in cui sperimenta diverse pellicole, diverse apparecchiature, sovrapposizioni, doppie esposizioni, accostamenti inusuali e originali.
L’idea del pezzo unico, irriproducibile come potevano essere i dagherrotipi agli albori della fotografia, viene ripresa da Daniele Mariani nella sezione in mostra dal titolo “Lo smalto scorre in chat”dove amiche, modelle, artiste hanno condiviso con l’artista i loro autoscatti effettuati principalmente con il proprio smartphone. Egli ha poi convertito tali autoscatti digitali in fotografie Polaroid realizzando delle composizioni. La modella si è sostituita al fotografo. Il fotografo è diventato un mero compositore di immagini donate e riconvertite, in qualche maniera cristallizzate, in stampe.
BIOGRAFIA
Daniele Mariani in arte Need, classe 1976, SI è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano;nel 2008, salvando da rottamazione sicura la macchina fotografica Polaroid dell’azienda per cui lavora, ha inizio la sua ricerca nel campo della fotografia a sviluppo istantaneo, ironia della sorte proprio nell’anno di chiusura dell’omonima azienda.
Presso lo Spazio Esterno:
HIC ET NUNC di CHIARA MAZZETTI (Brescia)
Dare spazio ai giovani è tra gli obbiettivi del nuovo anno al Museo: e infatti la stagione si apre con la mostra di Chiara Mazzetti, classe 1990, che propone una serie di immagini scattate utilizzando macchine Lomo. La Lomografia è un particolare approccio alla fotografia analogica, in cui si utilizzano macchine fotografiche chiamate appunto Lomo. La produzione di questi apparecchi inizia a Praga nel 1992 e diventa subito un fenomeno a livello mondiale, creando una vera e propria comunità di appassionati del “Non pensare,scatta”. I fotografi usano l’istinto, l’immediatezza; le immagini che ne scaturiscono sono caratterizzate da una vignettatura evidente dovuta da sottoesposizione ai lati del fotogramma, i colori sono saturi, brillanti, quasi irreali. Queste macchine permettono doppie esposizioni, liberano la creatività da tutti i dogmi e regole fotografiche.
BIOGRAFIA
Classe 1990, nasce a Desenzano del Garda. Diplomata presso il Liceo Artistico Statale Maffei, nel 2010 aderisce al gruppo Qasba,Project Space, team di giovani artisti bresciano/milanesi coadiuvati da Stefano Mandracchia e Francesca Longhini – si laurea in Grafica e Comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. Appassionata di video Art e di fotografia, adotta quest’ultima come principale tecnica espressiva. Attualmente frequenta il biennio in Fotografia presso l’Università di Belle Arti di Bologna.